Questa componente è sempre stata fondamentale nella politica locale. Ha sempre connotato di sé la vita sociale cittadina. Ha segnato molte espressioni civili e culturali della città. Ma ha sempre dovuto trovare dei compromessi, prima con i socialisti e poi con l'ex-Pci, per governare. Adesso – ed è questa la vera novità politica delle elezioni dell'autunno 2021 – è in sostanza egemone. È vero, ha dovuto cooptare all'interno una fazione ex-socialista, ma questa vale piuttosto in termini numerici, di potere personalistico o di gruppo, ma non avendo una vera corrente culturale dietro, conta relativamente.
Se lo schema reggerà lo dirà soltanto il tempo. Dipende anche da quanto riuscirà ad essere “inclusivo” nei confronti di quella parte del suo stesso mondo che è rimasta tuttavia al suo esterno. Una serie di circostanze fortuite – per la verità piuttosto irripetibili – ha propiziato il risultato dei “neo-ecclesiali”, se possiamo chiamarli così, adattando un neologismo.
In ogni caso, pian piano, questa egemonia comincia a manifestarsi. In modo felpato, come è suo tipico. Eppure, si vede in controluce anche da come è stato impostatato “Il Natale”. C'è un disegno ben costruito. Ed è dolcemente assolutistico, come i Maestri, appunto storici, insegnavano. D'altra parte nessuna alternativa sul piano concreto si contrappone ad essa. Non si vede da dove potrebbe provenire l'alternativa. Da una sinistra che non c'è più in termini egemonici? Da una destra che non c'è mai stata?
Non è da sottovalutare allora quel che si muove in questo strano “centro” rosetano. Soltanto l'impatto con la realtà, che non è rose e fiori per nessuno, è il punto interrogativo. Ma è tutto da vedere, appunto. Anche perché i protagonisti non sono per niente male attrezzati. La cosa si fa interessante. Interessante da osservare, beninteso.
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