La signora, molto anziana, spinge a fatica la bicicletta sulla salita del sottopasso. Mascherina sul volto. Cappuccio in testa. “Signora, posso darle una mano, va pure controvento, piove...” “No, grazie figliu me', so' abituata”. Però si ferma, forse vuole parlare un po'. Chiedo: “Ma perché non sta a casa, è pure zona rossa!”. “E che vado a fa' a casa? I nipoti non possono venire: glielo hanno vietato. Hanno detto che lo fanno per me; ma io... io so' sola, so' vecchia... pe' me, mah...!”
“Scusi se insisto, ma non ha la Tv, un telefonino?”. “Si, ma il telefonino è troppo piccolo: me' cieca. La televisione? Me so stufata a guarda' quelli che stanno a' approva' la finanziaria. Che si rinfacciano tra loro la parola mance. Pure l'opposizione, hanno detto, ha partecipato. Gli avrebbero lasciato 2 dei 40 miliardi in ballo. Le solite clientele elettorali...”
“Ah, ma lei si interessa di politica?” “No, io cucino, ma pure quelli in Tv stanno sempre a cucinà e a magna', a' magnà e a cucina'. Sembrano peggio della politica...”
Intanto siamo arrivati a capo della salita. La signora risale in bici. “Buon Natale, giovinò!” “Buon natale, signora, auguri!”. Passa una ragazza. Tuta firmata. Andatura da sportiva. Non ci si (…) nemmeno con uno sguardo.
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