sabato 5 dicembre 2020

La commedia degli equivoci

Questa storia dell'Abruzzo restata l'unica regione “rossa” d'Italia rasenta la commedia degli equivoci (politici).

Prendiamola dall'inizio. L'Abruzzo è stata la sola regione italiana ad auto-rinchiudersi in zona rossa lo scorso 18 novembre. Nessun'altra lo ha fatto. Nessun'altro governatore è arrivato a tanto. Soltanto Marco Marsilio, governatore di estrazione romana, fedelissimo di Giorgia Meloni, è riuscito ad auto-assegnarsi il peggior risultato in fatto pandemico.

Ciò detto, però, quattro giorni dopo, il 22 novembre, è il ministro Speranza, di opposta sponda politica, che a sua volta decreta il "rosso". Lo fa per adeguarsi a ciò che ha detto Marsilio o sulla base, come si ha motivo di ritenere, dei famosi 21 parametri che sfido chiunque a conoscere tutti? Io non li conosco, tanto per dire. Perché se il governatore aveva sbagliato, il ministro non doveva ratificare. Se di converso è ora il ministro ad errare, il Governatore avrebbe l'obbligo non solo di contestare, ma di ricorrere per le vie legali consentite.

Bene, anzi male, malissimo. Perché invece che succede? Capita che i tifosi di Marsilio dicano che noi non siamo più “rossi”, che abbiamo parametri più che buoni; mentre il ministro pare mantenga la sua decisione per diversi altri giorni.

Allora, questi parametri, sono “politici” o sono oggettivi? Perché non può essere che ognuno li tiri dalla sua parte. Qui ci vorrebbe un po' di chiarezza. Anche perché è difficile credere che l'Abruzzo sia la regione più appestata d'Italia, che superi in diffusione del virus persino metropoli che hanno una densità di popolazione imparagonabile con quella di un territorio quasi tutto di montagna e pressocché spopolato in larghe fasce.

Se noi siamo infatti i più appestati d'Italia, ne dobbiamo dedurre che abbiamo la sanità più scassata del Paese ed i cittadini più sciamannati che esistano? Su questa seconda ipotesi è difficile convenire. Gli abruzzesi, infatti, in genere sono militarmente obbedienti alle regole; chini a qualunque ordine governativo qualsiasi sia il governo ed un tempo, proprio dalle parti romane (chissà se Marsilio ha l'età per ricordarlo) quando si voleva dileggiare la mitezza abruzzese, la si appellava con una parola attinente ad un animale iper-mansueto: il pecorone. Stiamo parlando di qualche decennio or sono, beninteso.

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