sabato 12 dicembre 2020

Abruzzo "rosso", ma non di vergogna

Sono riusciti a trasformare una tragedia in una barzelletta; in una questione di puntiglio; in una guerra di carte bollate. La gente si ammala e viene abbandonata a se stessa. C'è chi arriva tardi e male in ospedale e crepa da solo come a nessun cane oggi è riservato. Si annunciano già altre ondate e nessuno sa cosa stiano facendo per fronteggiarle. E questi che fanno? Si fanno le cause come se dovessero difendere un confine di proprietà!

Abbiamo una classe politica e dirigente a tutti i livelli che dovrebbe semplicemente scomparire dall'orizzonte, ed invece si permette di giocare a quelli che insegnano l'educazione. Perché la caratteristica solo italiana è quella non di eleggere sindaci, presidenti, parlamentari e quant'altro per amministrare i soldi nostri con i quali viene pagato loro lo stipendio. No, questi pretendono di insegnarti l'educazione. Come gli istitutori di un collegio che hanno sotto di loro scolaretti indisciplinati verso i quali scaricare le proprie frustrazioni.

Se gli italiani si stanno salvando come possono da questa stramaledetta peste, è perché si chiudono in casa come possono; si disumanizzano più che possono; rinunciano volentieri a qualsiasi cosa. Abbiamo nei cromosomi una schiavitù genetica, che nasce da secoli di dominazioni barbariche. E chi ci amministra ne approfitta. Benché agli italiani piaccia essere sottomessi, però, siccome non possono stare sempre in “galera”, appena il bastone si allenta tendono ad ammucchiarsi. Per cui questa continua litania dell'educazione repressiva esercitata dall'alto, finisce pure per lasciare il tempo che trova.

Non c'è niente da fare, la situazione è tragica, ma non è seria, per dirla con il grande Ennio Flaiano.

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