lunedì 25 maggio 2020

Ecco a voi il PAN Borsacchio

l'assessore Orazio Vannucci
ROSETO. Dovrebbe essere una sorta di “piano regolatore” della Riserva. Una serie di tavole disegnate che dicono cosa è permesso e cosa no nel “Borsacchio”, questa benedetta riserva rosetana che tiene banco da un quindicennio nella politica locale. Intorno a tal serie di carte variopinte se ne sono viste, in questo quindicennio, di tutti i colori: piani fatti e mai approvati; incarichi professionali conseguenti; spese ingentissime e di fatto inutili; tagli e controtagli al perimetro della Riserva. Insomma, un fallimento su tutta la linea.

Questa mattina, però, si è annunciata una ennesima puntata. L'ultima versione del “PAN” (così si chiama in sigla il piano) è pronta. Ma dovrà aspettare una doppia lettura, in consiglio comunale ed in consiglio regionale. Come dire buonanotte. Un iter lunghissimo dall'approdo incerto. Questo genere di piani, infatti, si sa come entrano in consiglio, ma non come escono.

Perché il punto attorno a cui tutto ruota è incoffessabile: i metri cubi. Quanti metri cubi di cemento dentro la Riserva? Quante attività? Quanta e quale economia dentro la Riserva? Quali interessi, sopra e sotto il pelo del filo di grano? Tutto si giocherà lì. Al di là delle cortine fumogene sull'incomprensibile concetto dello “sviluppo sostenibile” e delle belle parole buone da lasciare sull'inchiostro delle costruttive dichiarazioni.

Insomma, fiducia zero da parte di queste righe. Nessuno dei protagonisti politici e ambientalisti si salva. Forse eccetto la giovanile buona aspettativa dell'assessore Orazio Vannucci e magari il principio di tutela da sempre contenuto nel progetto dell'architetto Fabrizio De Gregoriis. Un principio, è bene ricordarlo, che questa ipotesi progettuale faceva proprio già nel 2016, quando ne era stata redatta una bozza pronta per essere approvata in virtù dell'incarico all'architetto conferito dal sindaco Enio Pavone e confermato dal sindaco Sabatino Di Girolamo. Questo piano, cioè, si poteva approvare già nel 2016 e chissà perché si sono persi altri quattro anni.

Ma è bene ripetere, si tratta solo di principi, previsioni urbanistiche, poco più che parole: sviluppo, agricoltura di qualità; turismo all'aria aperta; verde; ambiente; territorio, eccetera, eccetera. Quanto di esse resterà al vaglio del tritacarne della politica e dell'ambientalismo militante, non solo locale? Cosa resterà al fondo del setaccio degli interessi che la politica esprime e rappresenta?

La partita è solo all'inizio. Il PAN Borsacchio può aspettare.

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