sabato 31 agosto 2024

Una estate al... mare!


ROSETO. Che poi, se vai a pensare ad una narrazione indipendente dell'estate rosetana, allora trovi un modello consumistico di fruizione del divertimento. Che non è fatto proprio dal mercato, come sarebbe ovvio. Ma è messo a perno dalla cosiddetta politica giovanile dell'ente locale.

Se poi qualche esempio del modello si tinge anche di taluno episodio di cronaca, tipo ipotesi di lavoro irregolare o sicurezza precaria eccetera, allora si fa finta di nulla dimenticando i selfie e la comunicazione politica che vi si è svolta.

Trovi un modello, ancora, in cui la social-info fa da grancassa a determinati eventi il cui accesso però viene delimitato per censo-sociale, pur essendo il conto pagato dalle tasse dei cittadini.

Ma nell'estate rosetana non trovi solo eventi. Trovi anche la politica. Dove magari una imprenditoria locale ha molto investito, e legittimamente, su un consigliere regionale, contribuendo con generosità alla sua campagna elettorale, ma poi in Aula questo consigliere non lo stanno nemmeno a sentire. Nella specie parliamo di Enio Pavone, come da resoconto e dichiarazioni-spese pubblicati sul sito internet della Regione abruzzo.

E poi l'estate rosetana è fatta anche di urbanistica. Con i villini storici sul lungomare che vengono buttati giù come birilli. In nome di che cosa? Di quale modello di città?

Chissà se un filo rosso unisce tutto questo in un unico pensiero politico. Che bello non è, però!

giovedì 29 agosto 2024

Ecco perché questa volta Enio (Pavone) potrebbe rimanere "compagno"


ROSETO. Non conosco uomo politico dalle idee più reazionarie di Enio Pavone. E sì che ne ho visti, nei miei 32 anni di attività giornalistica.

In economia, sostiene gli spiriti selvaggi del mercato. Non si contano i suoi interventi liberisti al consiglio comunale di Roseto, dove siede dal 1997. Da capo politico dell'urbanistica rosetana, sta facendo cementificare tutta la città. Naturalmente insieme al suo sindaco. In politica, portò nell'amministrazione rosetana – tipica città di centro-sinistra – anche la destra post-missina. Quando stava a destra attaccava l'opposizione di sinistra come un mastino-politico da combattimento. Ora che sta a sinistra attacca l'opposizione di destra con la stessa cattiveria-dialettica.

Eppure oggi fa l'alfiere del centro-sinistra. E posa in foto con i consiglieri del Pd, dei Cinque Stelle, della sinistra, eccetera contro Marsilio con la sala dell'emiciclo regionale alle spalle. Contro quel Marsilio per cui tifava solo cinque anni fa. Ma la ragione è semplice. Ed è esclusivamente politica.

Pavone infatti sa bene che può stare (per il momento) solo a sinistra. Perché la particolare congiunzione astrale che ha portato lui in Regione e Giulio Sottanelli in Parlamento (seppur, in entrambe i casi per il rotto della cuffia, grazie al meccanismo dei resti ed una fortuna che la metà sarebbe bastata agli Azzurri per vincere i mondiali); questa particolare congiunzione celeste si diceva, si chiama Mario Nugnes, sindaco di Roseto. Soltanto controllando in modo ferreo ed esclusivo il Comune di Roseto, la società-politica-di-fatto “Nugnes-Sottanelli-Pavone” riesce a reggere le sorti del potere, nonostante la minoranza di voti che detengono.

Ed il comune di Roseto, ovvero il fulcro di tutto, lo tengono solo se stanno a sinistra, perché l'elettorato di Mario Nugnes è solo ed esclusivamente catto-comunista, come si diceva un tempo, o catto-sinistra attualizzato all'oggi. Se Pavone e Sottanelli si spostano a destra, Nugnes cade. E se cade Nugnes cadono loro. É un incastro perfetto, in cui nessuna delle tre pedine può muoversi. Perché i voti di Nugnes a destra non li puoi portare, mentre dei voti di Pavone e Sottanelli non può fare a meno Nugnes.

Stante le divisioni a destra come a sinistra in quel di Roseto, questo dovrebbe garantire a Nugnes di rimanere sindaco a vita. Quindi, almeno fino al 2026-2027 non succede nulla. Dopo è un problema. Alle prossime elezioni nazionali, infatti, Sottanelli con la “Azione” di Carlo Calenda come è oggi, deve raccomandarsi per la terza volta ai resti. Vale a dire rischia il posto in Parlamento. Nugnes nel 2026-2027 non dovrebbe avere problemi a fare il bis, in quanto il paio di mila di voti di centro-sinistra che ha in pancia nelle sue liste né il Pd né altri a sinistra potranno più averli resi. Pavone è tranquillo fino al 2029 in consiglio regionale, quindi fra i tre è il meglio piazzato.

Ecco perché lui questa volta probabilmente rimarrà compagno di sinistra in Regione. Anche perché non è detto che la Meloni la prossima volta rivinca (se la legge elettorale non cambia il campo-largo al Senato prende la maggioranza e poi van visti anche i referendum istituzionali); e meno ancora è detto che il dopo-Marsilio in Abruzzo sia ancora destra.

Il buon Enio lo sa e, per il momento, resta compagno. Pronto a scommettervi mezzo caffettuccio alla macchinetta!

mercoledì 28 agosto 2024

Gru & Cemento: consenso assicurato


ROSETO. C'è una sentenza del TAR (la n.145/2024) che è molto interessante circa la tenacissima politica urbanistica di alcuni Comuni – Roseto porta la bandiera in tal senso – di consentire aumenti di volume enormi per gli edifici che vengono demoliti e riscostruiti. La sentenza riguarda Pescara, ma per certi versi è il caso generale degli edifici che vengono demoliti e fatti ricostruire più grandi, più larghi, più lunghi, più alti e, nel nostro caso, anche un po' più vicini alla linea del mare.

Innanzitutto, dice il Tar, l'ampliamento deve essere l'eccezione e non la regola. Deve riguardare aree degradate e non – come nel nostro caso – un pregiato lungomare. E non può essere lasciata alla mera discrezionalità degli uffici comunali.

Sembrano considerazioni di buon senso, che tuttavia gli amministratori locali tranquillamente ignorano. Con la conseguenza di cambiare anche la socialità della città. Essendo infatti l'edilizia che va a sostituire l'esistente generalmente destinata ad una clientela facoltosa (visti i prezzi al metro quadrato), essa di fatto svuota il centro cittadino non solo dei ceti popolari, ma anche della cosiddetta classe media, costretta a spostarsi in periferia se vuole trovare case a prezzi un po' più accessibili.

La conseguenza è che, specie in comuni balneari, le nuove case di lusso verranno abitate solo in estate, essendo i proprietari spesso forestieri benestanti. In inverno cosa succederà? Le piccole attività di vicinato saranno soltanto estive? Chi frequenterà quei luoghi nelle sere autunnali ed invernali? Facile la risposta, purtroppo.

“Ecco come muore una città”, titolava Italia Nostra in un bollettino di una decina d'anni fa dedicato ad altre situazioni. Aggiungerei, con il consenso degli amministratori ed il consenso degli elettori agli amministratori stessi, che per queste belle colate di cemento riceveranno senz'altro più voti. Cemento e asfalto, infatti, insieme ad una politica che nella esemplare vicenda storica italica passa sotto il nome di “clientelismo”, costituiscono una granitica garanzia di rielezione.

venerdì 23 agosto 2024

Una questione matematica nell'estate a tutta (immagine) di Nugnes & C.

ROSETO. Si dice che al sindaco Nugnes piaccia la matematica. Allora conoscerà senz'altro la formula della riduzione del trinomio in binomio. Formula che in questa estate a tutta (immagine) si è vista all'opera nell'intera sua (matematica) evidenza.

Dunque, dice la matematica che un trinomio si può ridurre se è “primitivo”, cioè a numeri interi. Basta allora trovare un coefficente, prodotto di due fattori, in cui il trinomio stesso è divisibile. Tradotto nella politica locale questo fattore l'estate pare averlo individuato nel binomio “Nugnes(+)Recchiuti (Gabriella) = (-)Marcone”. Il terzo fattore del già trinomio che l'estate ha nascosto si chiama infatti Angelo Marcone.

Non c'è stata partita, nella cura dell'immagine politica estiva, tra il binomio-perfetto di cui sopra ed il terzo termine del già trinomio. Si contano sulla dita di una mano i post estivi del pro-sindaco Marcone rispetto all'alluvione di quelli del sindaco, seguiti a ruota dalla presidente della maggioranza politica del consiglio comunale. Ed è ben strano, visto che, fino alla primavera, il pro-sindaco era solito triplare (tre ad uno) il suo sindaco nella visibilità social, preferendo un primo passaggio preventivo ad ogni evento, un secondo in corso d'opera ed il terzo a rifinitura comunicazionale a posteriori.

Ora, siccome per l'amministrazione tutta (e per sindaco e presidenta in particolare) la politica è esclusivamente comunicazione, questa riduzione da trinomio a binomio fa pensare. Anche perché il pro-sindaco è uomo di fiducia assoluta del consigliere regionale ed uomo forte di “Azione”, Enio Pavone. L'autunno dirà, dunque, quale strategia matematica prevarrà: se ristabilirà il trinomio oppure assumerà stabilità il binomio.

Un discorso a parte merita comunque l'avvocato Gabriella Recchiuti, il cui piglio politico – nonostante non lo si creda – a me rimane simpatico. Di fatto, però, lei si è autoridotta il ruolo. Poteva (e doveva) rappresentare tutto il consiglio comunale. Ha scelto, programmaticamente, di rappresentare solo una parte, per giunta contro l'altra parte. Secondo me non ci ha guadagnato. D'accordo, potrà mostrare ai suoi elettori il suo spirito di combattente che mette all'angolo chi non la pensa come la maggioranza. Ma se questo fosse lo scopo, bisognerebbe dedurne che i suoi elettori sono degli estremisti, piuttosto che dei tranquilli post-democristiani di un partito centrista.

Ed eccolo un altro punto. A Roseto “Azione” non è un partito moderato. È un partito radicale, d'assalto, polarizzante, che vede il mondo ad esso esterno come nemico. Una politica che usa quale arma di distrazione di massa la comunicazione, gli eventi. Una politica che è sempre guardinga, sospettosa, circospetta, che trova nel muro di scudi il miglior modo di rapportarsi con gli altri.

Problemi reali, promesse mancate, semafori appiccicati con lo scotch, urbanistica devastata dai palazzoni a mare e prossimi nelle aree verdi, tutto in secondo piano: ci sono gli eventi ed i nemici alle porte, anche se questi nemici nessuno li ha visti e naturalmente non esistono. Ma in plancia di comando, nell'estate, il binomio non ha concesso tregua. Il terzo fattore matematico, in attesa di ridiventare trinomio, sembra per ora acquartierato in coperta. La speranza, per lui e per la vivacità del dibattito social, che non finisca nella stiva! Ai tre passaggi social del pro-sindaco, a dir il vero, mi ero abituato!

giovedì 15 agosto 2024

Anche qualche fischio, per il sindaco, sul palco di Vecchioni

ROSETO. Che poi dici: per uno che fischia ci saranno 25.999 rosetani che applaudono! Però, anche un solo fischio, che nulla sarebbe per qualsiasi politico, se tocca un sindaco come Mario Nugnes, che ogni giorno, ogni santo giorno dell'anno, promuove la sua immagine politica con programmatica e scientifica azione, investendoci moltissimo, allora...

E si, allora anche un fischio può essere... un fischio differente!

Tanto più se arriva durante un concerto pagato dal Comune circa 50 mila euro e nell'ambito di una festa che in tutto costa almeno 82 mila euro. Tanto più se arriva durante un concerto il quale, benché pagato dal Comune, ha posti differenziati, con le prime file dalla buona acustica e le seconde file, oltre che in piedi, dalla pessima ricezione, come riferiscono tanti spettatori.

Tanto più ancora se arriva, il fischio, dopo che, nell'ambito della festa instessa, hai curato la tua immagine fino a salire la sera prima sul palco in veste di musicista, alias bassista. Bel colpo certamente. Ma chiediamoci: benissimo un sindaco che suona e canta, balla e brinda con i big, ma per noi cittadini, dopo che lui ha cantato, suonato, ballato e brindato, cosa cambia? Abbiamo forse una città migliore? paghiamo forse meno tasse? abbiamo forse servizi più efficenti? Ci sentiamo forse più sicuri, visto che non puoi nemmeno lasciare una bici un attimo e rischi di non vederla più?

Ecco perché un fischio può esser nulla, ma anche no. Perché non colpisce un politico qualsiasi, ma un sindaco che quel fischio non saprà cogliere. E si incaponirà ancor più nell'unico modo che conosce di fare politica: negare il dissenso; esasperare il “noi” contro “voi”; inasprire lo scontro dialettico al diapason. E siccome lui non sa cambiare, quel fischio può esser nulla, ma anche no. Il tempo dirà.

martedì 13 agosto 2024

L'opposizione vada divisa, che qui non siamo in Francia

ROSETO. Riunire l'opposizione all'amministrazione Nugnes, dice oggi sul quotidiano “Il Centro” il volenteroso consigliere di Fratelli d'Italia, Franceso di Giuseppe. Al momento, mi sembra una mission impossibil.

Si prenda il caso delle discutibilissime opinioni espresse qualche giorno fa dal Maggiore Grippo, comandante della polizia municipale. In commento, cinque o sei comunicati stampa per ognuna delle cinque o sei opposizioni all'amministrazione Nugnes. E tutti discretamente fuori tema.

Al Maggiore Grippo (ed al sindaco), l'opposizione avrebbe dovuto chiedere di organizzare al meglio il servizio, dando conto delle innumerevoli promesse consegnate in altrettanti dispacci stampa negli ultimi due anni, facilmente reperibili in rete.

Dal maggiore Grippo (e dal sindaco), l'opposizione avrebbe dovuto pretendere una maggiore efficacia nella gestione di un budget di circa 900 mila euro, di cui dispone quest'anno secondo il programma di gestione (Peg).

Al Maggiore Grippo (ed al sindaco), l'opposizione avrebbe dovuto chiedere la stesura di atti che siano validi fin dalla loro prima versione, senza bisogno di essere convalidati dopo che gli stessi appalesano vizi ed errori addirittura dichiarati come tali negli atti di correzione stessi.

Ed invece l'opposizione, chi più chi meno, si è andata a lambiccare per vedere se nelle sue parole a mezzo stampa (si ripete, inopportune dato il ruolo) potesse trovare qualche critica al sindaco Nugnes e quindi tirarle più o meno dalla propria parte. Chi più chi meno, perché c'è chi, in questi anni, ha prodotto interrogazioni ed atti di controllo consiliare, peraltro rimasti senza risposta. Quindi non tutta l'opposizione ha nemmeno lo stesso grado di incisività consiliare.

Per di più, le cinque o sei opposizioni, hanno anche almeno tre o quattro riferimenti nazionali diversi tra loro e nessun punto di contatto né programmatico né politico. E quindi avrebbero paradossalmente più forza separate che unite. 

Ci sarà perciò bisogno, secondo queste righe, di un altro giro di sconfitte nel 2026 o 2027. Oppure di utilizzare il primo turno delle prossime amministrative come una sorta di primarie interne dove ognuno si presenta per proprio conto e chi va al ballottaggio prova non ad allearsi, ma a parlare alla città ed a nessun altro. E poi vada come vada, ma sia chiaro il come va. Per fare insomma un bilancio delle proprie responsabilità e non delle proprie presunte prerogative di supremazia. 

Diciamo allora ne riparliamo nel 2031 o 2032? Forse. Per chi ci sarà, naturalmente. Spero di sbagliare, ma temo di no.

Buon Ferragosto a tutti, comunque. Perché a livello personale son tutte ottime persone. Anzi, potrei dire amici. Ma la politica, si sa, ha le sue regole!

venerdì 9 agosto 2024

Neppure la tregua olimpica ferma i gladiatori rosetani

ROSETO. E giunto che fu quasi allo scader in Parigi l'orologio olimpico, che mai toccò con la punta della pace la politica rosetana, nella specialità... speciale! del tiro al piccione finì anche il mite ex-sindaco del Pd, Sabatino di Girolamo. Altri prima di lui assaggiarono le frecce acuminate della guerra di parole da tre anni condotta senza tregua dal local partito moderato (!) di "Azione" contro le diverse e separate opposizioni.

Nel particolare il Sabatino fu accusato, nel breve volgere di qualche luna, di non aver risolto il parcheggio nei pressi del campo dei preti, che in verità in 10 lustri mai conobbe cartello sbarrante tanto ruvido quanto l'odierno e non aver assunto, anni or sono, qualche agente della polizia municipale. La novità fu che a convalidar tal tesi politica non si sottrasse neanche un primario funzionario dell'Ente, con responsabilità di comando, il quale al giornale principale della città ebbe a dichiarare tra le altre cose: "La colpa non è di questa amministrazione, ma di quelle precedenti..."

Ora, per dirla con olimpica pacatezza, se responsabilità politica ha il buon Sabatino essa è altra. Ovvero è quella di aver grandemente favorito, con il suo immobilismo quando gli toccarono le chiavi della città come si dice, proprio la vittoria elettorale del suo successore nonché attuale sindaco, Mario Nugnes. Di aver rotto con la sua maggioranza di allora senza avere il coraggio delle dimissioni. E la sua maggioranza di allora di aver rotto con lui senza avere il coraggio di farlo cadere. Lui dice non potè per concomitante causa di pandemia, peraltro mondiale. Ma l'immobilismo e le frizioni interne cominciarono ben prima di quel febbraio 2020 e comunque a Roma, in piena pandemia, un certo Renzi mandò gambe all'aria un governo nazionale, quindi ostacolo non v'era acchè ne cadesse uno rosetano.

Ma se queste è non quelle che inopinatamente rimprovera il suo successore, son state le responsabilità politiche di Sabatino, meno ancora si capisce perché "Azione", che è partito non avversario del PD a Roma e addirittura alleato in Abruzzo, al Lido delle Rose prenda a bersaglio proprio quello stesso Pd con il quale, campo-largo facendosi strada, potrebbe essere chiamato dalle più alte sfere a confrontarsi non da avversario.

Si vuol, nella monarchia municipale rosetana,  sperimentar l'unicum dell'Azionista solo al comando? Ne son d'accordo i vertici del partito (ed anche del PD per converso) dei piani più alti? Oppure il perimetro tra il Vomano ed il Tordino è talmente ristretto da non esser visibile dagli specchietti retrovisori capitolini e persino da quelli dell'emiciclo abruzzese ove un certo Pavone Enio, che dell'Azione rosetana è uno dei principal... Principi! siede fianco a fianco del Pd medesimo?

Questa è la domanda che si sosta per le ferie agostane non sostandosi invece mai, neanche per la festa dell'Assunta, la battaglia del tiro al piccione. Che vedrete, magari lasciato il Sabatino, ricomincerà con altri. Con il solo inno che essa battaglia conosce, nel gergo tecnico chiamato dello scarica barile, politicamente beninteso. 

mercoledì 7 agosto 2024

Abbi fede, un parcheggio lo troverai

ROSETO. Venghino turisti, venghino...

Qui abbiamo tante attrattive. Balli, canti, sagre, manifestazioni culturali.

Certo, se potete, portatevi il parcheggio da casa. Perché tra quelli con cartello ecclesiologico, quelli sbarrati perché si è fulminata la luce, quelli che oggi ci sono ma domani chissà, magari ci stampano un palazzo... insomma, avete capito: ci vuole fede!

Così l'altra sera un amico mi ha detto: volevo venire a Roseto, ma non ho trovato parcheggio e non voglio lasciare i miei soldini alle vostre famose multe-rapid. Vediamoci a Pineto o Giulianova, se ti va.

Ci siamo incontrati a Pineto: che s'ha da dir giusto per la cronaca, eh!

sabato 3 agosto 2024

Le opposizioni, riunite al "Celommi", dicono no ad una intesa sull'urbanistica

ROSETO. Che poi come spiegare questa cosa dell'appello quiek (svelto) se manca l'opposizione e slow (lento) se non c'è la maggioranza al consiglio comunale di Roseto? Da cui è sorto un caso politico (lo potete leggere anche nei post precedenti di questo blog), che anche questa mattina è stato riproposto dall'opposizione insieme (ho detto insieme, non unita che è un'altra cosa) al lido Celommi del lungomare rosetano?

Provo a dirlo con le parole di un signore dal pelo grigio, con un cappello improbabile, seduto (foto) accanto ad una cara amica (per chi non conosce: Vanessa Quaranta), durante la conferenza stampa in riva al mare. Dunque ecco due esempi recenti: era il 21 marzo di questa primavera: 55 minuti di ritardo per l'appello. Oppure, era l'11 giugno, 45 minuti di ritardo. Era il 31 luglio, appello dopo 20 minuti, perché per una volta (accade veramente di rado, mentre è costante l'opposto) l'opposizione aveva ritardato di qualche minuto.

Dall'opposizione dicono: allora è un dispetto! Allora non è che manca il rispetto dell'orario, manca il rispetto verso di noi consiglieri di minoranza e quindi verso i cittadini che noi rappresentiamo; manca il fair-play; manca la cortesia istituzionale; manca lo stile istituzionale. In altre parole, manca la gentilezza istituzionale, tra l'altro proprio dalla delegata alla gentilezza, ovvero la presidente d'aula, Gabriella Recchiuti, di “Azione”, politicamente vicinissima al leader regionale del partito, Giulio Sottanelli.

Chiusa questa cosa dell'ora accademica, che è emblematica di un rapporto che la maggiornaza tiene sempre tesissimo verso le opposizioni, il tema dell'incontro al “Celommi” è passato sulla nuova caserma dei carabinieri. Che la maggioranza (tra parentesi, hanno persino incorporato per mano del consigliere Pavone un emendamento proposto e poi ritirato dal consigliere Bellachioma), vorrebbe delocalizzare verso il Borsacchio. E che fine farà l'attuale centralissima caserma dell'Arma, si chiede allora l'opposizione? Verrà venduta (o svenduta) sul mercato? Diventerà una nuova ed ulteriore palazzina residenziale? È qui il punto.

Un punto urbanistico, in una città dove manca poco che una aiola di nove metri quadrati diventi edificabile magari per un palazzo di nove piani. Un paradosso ovvio, per far capire il tipo di politica urbanistica che piace alla compagine amministrativa, fatta di palazzoni sul lungomare, lottizzazioni nelle ex-aree-fornaci; palazzine che sorgono come funghi in pezzetti di angoli già verdi. Naturalmente non c'entra niente la sicurezza, la logistica dell'Arma, eccetera, su cui sono tutti d'accordo. Entra, appunto l'urbanistica. Tema sul quale, per tutte le componenti dell'opposizione (ma su questo il signore dal pelo grigio di cui sopra aspetta per credere), non c'è più spazio per nessuna intesa politica con la maggioranza.

La politica però è arte del possibile, quindi vedremo. Sono quasi certo, invece, che per almeno due forze dell'opposizione non vi sarà nessun compromesso. La loro è scelta intransigente. Non dico quali sono queste due componenti: tanto gli addetti ai lavori lo sanno. Eppoi, man mano che il tempo scorre di qui alle prossime elezioni municipali, lo vedranno anche gli elettori. I quali naturalmente decideranno come meglio credono, in piena libertà.

Buon week-end

giovedì 1 agosto 2024

Puntuali a modo loro... ed intanto un'altra villa storica cade sotto i colpi delle ruspe!

ROSETO. Di solito, le riunioni del consiglio comunale iniziano un'ora dopo l'orario di convocazione. Non è una bella abitudine. Ma è consuetudine, non solo rosetana: per il vero piuttosto generalizzata. Tra l'altro il regolamento lo consente.

Ebbene, a Roseto capita quasi sempre che l'opposizione arrivi puntuale, ma debba aspettare i comodi della maggioranza. La presidente d'Aula, Gabriella Recchiuti, di “Azione”, infatti, ha proprio detto che lei aspetta la maggioranza per fare l'appello, ma non l'opposizione. Il che è piuttosto originale come concezione democratica, diciamo che è una interpretazione “orbaniana” della democrazia. Ma tant'è.

Mercoledì 31 luglio, tuttavia, è successa una cosa diversa. La maggioranza si è presentata puntualissima alle ore 17:00, mentre l'opposizione, per una serie di coincidenze, è arrivata un po' più tardi, ma sempre entro l'ora “accademica”. Soltanto che, nel frattempo, rinunciando persino alla consueta relazione illustrativa del provvedimento, la maggioranza si è votata in un minuto, senza nessuna discussione una delibera sul bilancio piuttosto rilevante. Basti pensare che conteneva una variazione di 550 mila euro circa le multe.

Per il vero, un consigliere d'opposizione (meglio: dell'opposizione costruttiva, come si è autodichiarata) c'era: Giuseppe Bellachioma, ex-Lega. Avrebbe potuto benissimo chiedere la parola, intervenire per 15 minuti, magari fare qualche emendamento formale, ed il tempo di arrivare ai suoi colleghi lo avrebbe dato. Ma Bellachioma, che questi meccanismi dovrebbe conoscere benissimo, visto che è stato anche deputato nella scorsa legislatura, ha preferito evitare e, di fatto, non ha ostacolato il giochino della maggioranza. Del resto è padrone di farlo. Per carità, ognuno fa l'opposizione (“costruttiva”) come ritiene più opportuno.

Di qui però è nato un caso politico. Francesco Di Giuseppe (Fdi), Teresa Ginoble (SiAmo-Roseto) e Nicola Petrini hanno accusato la maggioranza di arroganza. La maggioranza, soprattutto per voce di Enio Pavone, consigliere regionale e comunale di “Azione” ne ha gridate di tutti i colori all'indirizzo dell'opposizione, tranne Bellachioma ovvio. Ed anche qui, nell'attacco della maggioranza contro l'opposizione, siamo nella versione Orban della pratica democratica.

Il giorno dopo, cioè oggi, si sono naturalmente incrociati i comunicati. Li potete leggere a commento nella pagina “Roseto Eclettica”, sotto il mio post. La maggioranza, nel suo comunicato, pare aver appena moderato i toni. Inserisce però una nota di merito: rivendica ottimi risultati di bilancio. Le casse del Comune, sono floride, dicono. Uno si chiede allora: come mai anche piccoli interventi non vengono fatti dunque? Perché, per venire a Roseto è una guerra di parcheggi? Perché noleggiare una bici per farsi una passeggiata senza l'auto è un'impresa? Come mai per le vie interne è un problema persino passare?

Intanto proprio oggi, in piena estate, un cantiere ha invaso parte del lungomare centrale: stanno demolendo una bella villa storica per farne un altro palazzone. Bello non è. Cioè, questi volevano essere tanto innovativi, eccetera e l'unica innovazione che si vede è cemento-più-cemento-più-cemento dovunque c'è un buco di prato da coprire. Questo è!

Presentata la 44° Tendopoli di San Gabriele


TERAMO. Forse l'ho già detto, ma ripetere è possibile: “Tendopoli” è terminologia che si usa in caso di catastrofe. Si dà tendopoli dopo un terremoto, un'inondazione, un crollo. Quindi tendopoli è precarietà. È disagio. Ma tenda è anche sinonimo di vacanze, avventura, esplorazione giovane del mondo.

Nel caso della “Tendopoli di San Gabriele”, la cui edizione 2024 è stata presentata questa mattina al consorzio “BIM” di Teramo, tendopoli è termine invece di “comunità”. In questo eterno dualismo-controllato tra capitalismo, simbolo indiscusso dell'individualismo, e Chiesa, eminentemente esperienza comunitaria. Un equilibrio precario in costante divenire, come appunto precaria è la tenda. E scomoda. Una espiazione altrimenti definita eppur gioiosa appunto perché collettiva.

Un filo sottile che la Chiesa moderna tesse da sempre. Scontrandosi però una una “Speranza” (è la parola chiave di quest'anno) ancor più rimessa nella fede, vista la situazione del mondo, troppo spesso guerra ed esclusione. Di qui l'invito ai giovani – rivolto questa mattina anche da padre Cordeschi, appunto dei Passionisti di S.Gabriele – da una parte a non tacere, ma dall'altra ad incanalare questa loro voce nella direzione di una educazione cattolica. E qui si aprirebbe tutto un discorso filosofico sulla possibile contraddizione che in ciò s'annida.

Naturalmente non è questa la sede per poter proporre una simile riflessione. Tuttavia essa intriga queste poche righe. Perplesse assai sulla evocazione della tenda, ma ad un tempo affascinate da una visione della realtà comunque non pienamente conformista e senz'altro intelligente seppur celata in contro-luce. Ma questa è opinione di chi scrive, va da sé!