sabato 27 luglio 2024

Arriva l'opposizione moderata e centrista

ROSETO. Che sia utile al dibattito una componente dell'opposizione moderata e costruttiva, stilisticamente culturale, se ne può convenire. Anche se, personalmente, non credo che l'opposizione messa in campo negli ultimi tre anni da tutte le forze politiche, nessuna esclusa, sia estremistica. Anzi, forse pecca del contrario. Comunque, ben venga anche questa parte “moderata” rappresentata da Alessandro Recchiuti e William Di Marco, che guardano più o meno anche a Lega e Forza Italia soprattutto. Un contrappeso “a centro” a bilanciare la... destra!

Quindi ok, però sia consentito da osservatore esterno, che quando attraversi il marciapiede davanti al luogo ameno ove queste affermazioni vedono la luce del mare, ed “inciampi” nei poster pubblicitari delle ditte costruttrici di palazzine attaccati fin sui lampioni del lungomare, non puoi evitare di pensare che la storia è qui ed ora. E se poi allarghi lo sguardo all'altra parte della strada e vedi i palazzoni a cinque piani sul lungomare, non puoi negare a te stesso che la storia e qui ed ora.

Non sto dando giudizi di valore: solo constatazioni. Come l'amico Alessandro Recchiuti ben sa e ne è consapevole, avendo lui posto proprio sull'urbanistica l'accento.

Perché è qui ed ora la storia, anche nella biblioteca comunale a pezzi a due passi dal salotto buono delle manifestazioni culturali. La storia è qui ed ora, perché lo scrittore – giustamente – è concentrato sul suo libro; il pittore – naturalmente – sul suo quadro; l'artista – ovviamente – sul suo evento; promosso il quale basta così. Sfugge completamente la dimensione collettiva. La politica di turno lo sa bene e presenzia ogni singola manifestazione, per la soddisfazione della singola manifestazione stessa.

Ma la storia è qui ed ora anche se mancano i vigili urbani e gli amici del sindaco attaccano l'opposizione di Fratelli d'Italia e “Si.Amo Roseto”.

Ed allora ben venga anche una opposizione moderata e costruttiva, ma intanto, se non andassero in porto i ricorsi degli altri oppositori, quelli definiti più o meno “sterili” (consentitemi: termine brutto, identico a quello usato dalla maggioranza tante volte, se ne potrebbe trovare uno migliore), non avremo più il lungomare come lo abbiamo conosciuto, caro professore ed amico William.

Ed anche questa è... storia! Purtroppo.

venerdì 26 luglio 2024

Mancano i vigili: “colpa” di Si.Amo-Roseto e Fratelli d'Italia

ROSETO. Tra la presentazione di un libro e la vernice di una mostra; un concerto ed una sagra; una cena di gala ed un evento ludico; complici le ferie del Primo Cittadino, naturalmente godute in pieno luglio (e quando se no, in una città turistica?), la corposa maggioranza monocolore di “Azione” non si è dimenticata il gioco del pallottoliere delle colpe. Così, come un ventilatore automatico, messi di fronte all'ingiustificabile mancanza di personale nella polizia locale, cosa ha escogitato l'immancabile ventilatore delle colpe? Semplice: non ci sono i vigili? Colpa dell'opposizione. Anzi, di “Si.Amo-Roseto” e Fratelli d'Italia, che, guarda un po', non votano quello che diciamo noi della maggioranza; fanno cioè l'opposizione, ovvero ciò che la Costituzione Repubblicana riconosce loro!

Se non fosse per l'anagrafica, verrebbe da consigliare ai costruttori del “gioco delle responsabilità” (costantemente altrui) di sfogliare una qualche collezione de “Il Mondo”, di Mario Pannunzio, uno dei pochissimi fogli “liberal” del nostro dopoguerra italiano. Vi potrebbero trovare il seguente passo, ad esempio: “Nel 1954 la nostra Nazionale di calcio si recò in Svizzera per prendere parte ai campionati del mondo. Partì accompagnata da fervide speranze. Ma furono subito botte. I calciatori, i tecnici, i giornalisti italiani non sapevano darsi pace. Tirarono fuori tutte le scuse. Finché non apparve su “Il Mondo” appunto un articolo che passava scrupolosamente in rassegna tutti gli alibi della Nazionale. Fino a quello più esilarante. Un giornalista sportivo aveva scritto che i nostri valorosi giocatori avevano perso perché profondamente turbati dalla visione di una fanciulla elvetica che prendeva il sole in costume nella piscina del loro albergo. La scusante andò sotto il nome della Venere Svizzera.”

Ecco, non si vorrebbe che, adeguati ai tempi, i nostri valorosi amministratori avessero dimenticato di assumere i vigili urbani perché distratti da... troppi eventi!

venerdì 19 luglio 2024

La sede intercambiabile del "Saffo"

ROSETO. Premessa: d'estate, diciamo fino ai primi di settembre, a Roseto di quel che fa o dice la politica non interessa nulla. D'estate Roseto pensa – giustamente – alle cene ed agli aperitivi; alla musica ed alle feste e, chi può, a tirar sù qualche soldo dal movimento turistico. Quindi di dove costruiranno o meno il nuovo liceo “Saffo” non potrebbe importar di meno, né interessa che solo per uno “schizzo” del progetto pare se ne andranno 200 mila euro e per tutto l'edificio più di 20 milioni di euro.

Tuttavia con l'autunno – e man mano che la data del voto s'avvicina – l'argomento può diventare scottante per il sindaco Nugnes, tra chi lo vuole giù (Roseto centro) e chi sù (Voltarrosto). Perciò è apparso di tutta evidenza che nella conferenza stampa di ieri, con la regia dal fido Enio Pavone, abbiano cercato di comprar tempo. Decidendo di non decidere dove metterlo questo nuovo “Saffo”, ma non smentendo che – qualora i fondi dovessero arrivare subito, cosa da loro esclusa – l'area in pole-position è Votarrosto. Poi, dopo il piano regolatore prossimo venturo, potrebbero entrare in scena anche due ex-fornaci, non la “Catarra” che ormai è andata.

Il non detto (politico) di questa conferenza stampa è semplice: loro sperano che il presidente della Provincia, Camillo d'Angelo, definito un grande amico dell'amministrazione rosetana, nonché – da quel che si legge – politico di un certo piglio decisionista, gli tolga le castagne dal fuoco, decidendo lui per Voltarrosto e non se ne parla più. Ma questo si vedrà, anche perché la Provincia, se dovesse agire in assenza di scelta diversa del Comune, avrebbe quella Voltarrostana come strada obbligata.

Particolare curioso della conferenza stampa di ieri è comunque un'altro. Pare che questo misterioso progetto del nuovo “Saffo” sia trasportabile. È pensato cioè per Voltarrosto, però si può scendere anche in spiaggia. Sembra un “modellino” che si sposta di qua e di là; una specie di enorme roulotte con le ruote che fa da... scuola. Sarà curiossimo vederlo: dato che farà davvero... scuola! sul nuovo rapporto tra architettura e luogo: intercambiabile. Cosa, un tempo, da bocciatura al primo esame di qualsiasi facoltà d'architettura.

domenica 14 luglio 2024

"Una goccia dell'acqua": le poesie di Franca Prosperi alla Festa di "Città per vivere"


ROSETO. Eppoi, nel pomeriggio afoso del mezzo d'un luglio, sali a Montepagano. In quel palazzo Pangia-Mezzopreti dove partì, nel 1860, l'allora sindaco, Mezzopreti appunto, a salutare il Re Vittorio Emanuele che passava alla Marina per l'Italia conquistata all'unità. Un pezzo di storia, per il vero da tutelare, che è divenuto di fatto la “pinacoteca” di Pio Rapagnà.

Perché il motivo della visita è la sesta “Festa popolare” di Pio... senza Pio. Vale a dire la Festa di “Città per Vivere” che Giovanna Forti, compagna di una vita di Pio Rapagnà, “eretico” politico rosetano e abruzzese scomparso sei anni or sono; che Giovanna si diceva porta testardamente avanti in nome della memoria e dell'amore per il “suo” Pio.

E l'amore è andato in onda all'ennesima questo pomeriggio a Montepagano. Perché Giovanna, nell'ambito della Festa, ha inserito la presentazione del libro di poesie per bambini della professoressa Franca Prosperi: “Un mondo meraviglioso”. E per la verità meraviglioso è il pensiero di questa insegnante ed artista che porta la delicatezza dell'animo sulla carta o sulla tela. Come ha tratteggiato bene una sua amica e collega, la professoressa Gabriella Di Domenico, ricordandone i trascorsi veneti e marchigiani prima del ritorno nelle scuole della sua Roseto.

E queste poesie sono state non lette, ma interpretate divinamente, con voce sicura e quasi “professionale” da alcune bambine e bambini seguiti da Luisa di Febo, fresca di laurea in pedagogia, ma veterana in una “laurea” che non ha bisogno di timbri: la passione, la vocazione, la "missione" di una donna che dà sé stessa nella sua attività di “levatrice di cuori” di bambine e bambini, perché, come dice lei, “la parità di genere e dentro ogni persona, maschio o femmina che sia”.

È stato detto della poesia di Franca Prosperi che è scritta in “punta di stelle”; che vive dentro una “goccia dell'acqua”. E difatti lei riesce a mettere in versi anche le ricette culinarie. Un amore a tutto tondo, il suo, che si estende anche alla natura ed ai gatti, che ama molto. Nonché alla pittura, vecchia passione giovanile che sta riprendendo ora con il tempo dell'età post-impegno lavorativo. Non a caso il libro è illustrato da una sua allieva, la disegnatrice Francesca Vagnozzi. Ma Montepagano è anche musica. Così l'incontro si è avvalso di momenti ritmici curati da Tony di Gabriele, un giovane virtuoso della chitarra, che usa a mò di una tastiera hitech.

E da lassù, ove intensamente guarda Giovanna, il suo Pio osserva questa “Festa Popolare” che è tanto sua quanto più se ne allontana nella direzione di Giovanna e di Annalisa. Rendendo plastica la trasparenza che dietro quella politica così anni '70-'80 del Novecento nel suo essere radicale-e-popolare (nonché cattolica alla maniera siloniana se è permesso); accanto anzi a quel “Pio” dunque, non potevano che esserci Giovanna ed Annalisa.

Le Feste Popolari dal 2019 ad oggi questo dicono: immenso amore e grande umanità. Una “goccia dell'acqua” di un altro mondo: senza guerre; in pace con sé stesso; con l'arte e la poesia. L'utopia realizzata, un pomeriggio di mezzo luglio, in un palazzo storico di un Borgo Abruzzese, Italiano, Globale e locale. Con l'emozione per fortuna smorzata appena dall'ottimo buffet allestito da un'altro artista rosetano, Luciano Astolfi, presente con alcuni suoi tipici dipinti nel palazzo.

Provvidenziale buffet, appunto. Perché davvero le ciglia potevano a tratti sentire lo scorrere dell'emozione. Perché l'umanità fa questo effetto. In tempi di guerre e cuori duri.

giovedì 11 luglio 2024

Ma in pratica, Nugnes che vuole dalla Provincia?

ROSETO. Non capisco proprio cosa non vada bene al sindaco Mario Nugnes circa l'operato della provincia di Teramo, presieduta da Camillo d'Angelo.

Prende spunto da un recente comunicato del sindaco di Roseto, piuttosto critico nei confronti della Provincia, la consigliera comunale di “Si.amo-Roseto", Teresa Ginoble. Meravigliata della... meraviglia del Primo Cittadino rosetano rispetto ad una Provincia che sta intervenendo con appositi cantieri nell'Istituto Moretti, ha dei progetti in redazione, sta migliorando la viabilità attraverso qualche rotatoria in punti strategici e così via.

La Provincia attuale – insiste Teresa Ginoble – sta operando per Roseto molto di più di quanto non facesse la Provincia di qualche anno fa, quando proprio Mario Nugnes (questo lo ricordano in pochi, per la verità) ricopriva il ruolo di vice dell'allora presidente, Renzo Di Sabatino, del Pd. Ed in quella veste – aggiunge la consigliera di “Si.Amo” - Nugnes non si confrontava per nulla con il Comune di Roseto, di cui pur era consigliere. Oggi invece, che c'è un rapporto molto più aperto da parte della Provincia, lui polemizza.

Si degnasse di far sapere piuttosto – continua Ginoble – alla nostra città ed alla Provincia dove di grazia vorrebbe collocare la nuova sede del “Saffo”, visto che né lui né il presidente della commissione urbanistica, Enio Pavone, sembrano avere idee chiare in proposito. Si ricorda inoltre, che quando lui ha fatto il vicepresidente della Provincia e si doveva ripulire il torrente “Borsacchio”, pretendeva se ne occupasse il Comune, mentre quest'anno ha provveduto la Provincia direttamente sollevando il nostro ente dalle difficoltà.

Ecco, non si vorrebbe che queste artificiose polemiche di cui il sindaco si rende protagonista, celassero qualche retro-pensiero politico. Bisogna osservare – questo lo aggiunge l'autore di queste righe, però – che D'Angelo è sostenuto anche da “Azione”, cioè il partito di fatto di Nugnes e reale di Pavone e Sottanelli. Quindi veramente non si capisce dove vogliono andare a parare, politicamente parlando. Se sul piano operativo la Provincia sta agendo concretamente sul territorio, sul piano politco non si tratta certo di avversari allora – sottolineo sempre io – cosa c'è che non va bene a Nugnes e Pavone?

Se poi vien loro in antipatia qualcuno in particolare, bhè allora dovrebbero dirlo in chiaro, senza celarsi dietro inutili artifici retorici!

domenica 7 luglio 2024

Ed oggi chi passerà (sul pontile)?



ROSETO. Beninteso, in sé non c'è nulla di cui vantarsi nella cosiddetta “riapertura” del pontile. L'agibilità parziale poteva e doveva esser data già due anni fa (dimostrazione che la struttura sopportava pure i carichi dei pesanti mezzi dei fuochi d'artificio). Il manufatto, poi, appare tuttora come un cantiere; anzi – per chi non conosce la vicenda – come una struttura bombardata; una specie di rudere ingabbiato da orrendi reticolati. Né si sa quando e come finirà.

Quindi, in sé è tutt'altro che una storia esemplare. Ma chi fa politica sui (e per) i social, deve aver pensato che propagandare questa mezza riapertura avrebbe procurato un consenso; sarebbe stata apprezzata dalla gente. Così il pro-sindaco, Angelo Marcone, che in queste cose è un maestro, con il caldo del primo pomeriggio di ieri, si è precipitato a girare un video in solitaria per mostrare che il pontile era stato riaperto, sottinteso nemmeno tanto sottinteso, per merito suo.

Ma questa volta è riuscito a dar buca (comunicazionale) al suo sindaco solo per un pelo. Non è passata nemmeno un ora, infatti, ed ecco che il Primo Cittadino, accompagnato dalla rappresentante della maggioranza (definizione del sindaco stesso), Gabriella Recchiuti, dalla fedelissima consigliera Simona De Felice e qualche altro consigliere, si sono precipitati sul posto e, con scenografia ben più raffinata di quella affannata del pro-sindaco, hanno addirittura aperto i lucchetti del cancello con tanto di chiave, evidentemente un passpartout, visto che l'originale dovrebbe esser conservato dai tecnici del cantiere, si presume.

Il pro-sindaco, infatti, deve aver commesso un errore comunicazionale. Nella fretta, cioè, si è magari richiuso il cancello alle spalle, consentendo così al Primo Cittadino di riaprirlo con ben più possente enfasi. Non ha commesso nessun errore, invece, il buon Angelo Marcone, nel testo parlato del video, nel quale ha rimarcato il legame dell'opera con il centro-destra regionale, senza mai citare altri. E questo, per chi mastica di politica, non può non avere un significato di messaggio. In politica, infatti, nulla è a caso.

Questa dunque la situazione alle ore 11:00 del 7 luglio 2024. Ed oggi, chi passerà sul pontile? Bisogna ricordare infatti che i lavori furono progettati nel 2018 e, per festeggiarli, l'allora presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, e l'allora sindaco Pd, Sabatino di Girolamo, assistettero addirittura ad un abbraccio tipo quello in uso negli stadi, con tanto di consiglieri regionali delegati issati a braccia in senso di ammirazione.

Così va il mondo. Un pontile che aveva bisogno soltanto di un restyling strutturale, è da cinque anni ridotto a fondale della politica intesa come comunicazione. Ed il pubblico sta a guardare. Alcuni ammirati. Molti, giustamente, indifferenti.

sabato 6 luglio 2024

Nasce il patto (politico) tra Alessandro (Recchiuti) e William (Di Marco)

ROSETO. Per quattro anni e mezzo, dal 2016 al 2021, Alessandro Recchiuti, apprezzato ex-assessore al sociale nella prima metà degli anni dieci, è stato il candidato-sindaco in pectore del centro-destra. Il quale centro-destra, con lui, avrebbe probabilmente vinto le elezioni del 2021. Ma, all'ultimo momento, i vertici non rosetani del centro-destra, preferirono candidare William di Marco, stimato professore fino a quel momento fuori dalla politica attiva.

Il risultato non fu soddisfacente. Di Marco perse contro Mario Nugnes, attuale sindaco “civico”, appoggiato da “Azione” di Pavone e Sottanelli con un monocolore di fatto tutto Calendiano. Dopo qualche mese, il professor William si dimise pure dal consiglio comunale, ed al suo posto è subentrato Giuseppe Bellachioma, allora leghista, il quale credo abbia battuto ogni record di assenze (giustificate) dalle sedute consiliari.

A distanza di tre anni da quei fatti (e da quei malumori politici non detti), questa mattina, con una conferenza stampa un po' stile convention berlusconiana, Alessandro Recchiuti e Wiliam di Marco hanno stipulato un'allenza, in nome del centro-destra e di un carattere propositivo sui principali temi cittadini.

A loro (tra l'altro entrambe miei carissimi amici) va naturalmente ogni augurio. Più voci circolano in città più il dibattito democratico ne guadagna. Essendo poi personalità capaci ed esperte il contributo sarà senz'altro utile alla politica locale in generale. Non sarei tuttavia onesto con me stesso (e con loro), se non osservassi quello che penso. E cioè quanto segue:

Primo: in politica come nello sport c'è una regola: il fattore tempo. Non è indifferente.

Secondo: non è importante solo il contenitore (politico), ma anche il contenuto, cioè l'agire concreto nella scena politica.

Terzo: a tal proposito, quello dell'agire concreto appunto, in questi tre anni si sono affacciati sul campo nuovi soggetti politici. Che hanno preso a far opposizione dura anche a suon di ricorsi amministrativi. Parlo di Fratelli d'Italia e di “Si.Amo-Roseto”. Con loro, penso, chiunque dovrà fare i conti: non sono realtà effimere, anzi: tutt'altro.

Poi è chiaro, chi ha più filo da tessere tesserà. Ma il centro destra rosetano deve stare attento a non inciampare in quello che è capitato al centro-sinistra giuliese, dove ognuno ha detto dell'altro: togliti tu che sono più bravo io a battere Costantini e Costantini li ha naturalmente seminati tutti a primo colpo.

Credo siano osservazioni oggettive, per quanto di oggettività può esserci nella politica. Perché forse non è chiaro che tuttora Nugnes-Pavone-Sottanelli hanno un vantaggio enorme: sono compatti ed hanno avversari divisi. Anche se Nugnes – mia opinione personale – se vuol davvero essere sicuro del secondo mandato prima o poi dovrà aprire seriamente a sinistra.

Comunque, benvenuta la nuova alleanza tra Identità Rosetana (William) ed Azione Politica (Alessandro): di idee e di... azione (come da vocabolario, non come da partito) v'è di bisogno.

venerdì 5 luglio 2024

Musica nelle abbazie teramane

PESCARA. È un festival importante, quello delle Abbazie. Nel comunicato diffuso dall'addetta stampa, la giornalista Evelina Frisa, si elencano generi musicali ed artisti di vaglia. Con l'idea ormai consolidata negli anni di tenere i concerti nelle abbazie della valle teramana, allo scopo di sottolineare la bellezza dei luoghi.

La musica prevalente è il jazz. In particolare nella sua versione pianistica. Ma non mancherà certo la chitarra. La novità dell'edizione 2024 è Abbazie Jazz Rave, dieci ore di musica non stop il prossimo 13 luglio a Cellino Attanasio. Un'altra novità è Abbazie digitali, ovvero una fruizione virtuale dedicata in particolare alle fasce socialmente fragili degli spettatori. Alla musica di qualità ed alla conoscenza delle abbazie, si uniranno momenti di cultura eno-gastronomica delle diverse località

Oltre Cellino, il festival toccherà Montone di Mosciano, Ronzano di Castel Castagna ed ancora Mosciano S.Angelo. Quindi l'abbazia di Propezzano di Morro d'Oro, Canzano, Castelbasso ed Isola del Gran Sasso. In tutto 13 concerti, dal 11 luglio al 5 agosto.

L'iniziativa è stata presentata questa mattina nella sede pescarese della Regione Abruzzo alla presenza dei responsabili istituzionali della Regione stessa nonché dei rappresentanti dei numerosi enti ed associazioni culturali che organizzano il tutto.

martedì 2 luglio 2024

Qui la gente, finora, assorbe bene

ROSETO. Si riaccendono i semafori scatta-multe nella vicina Giulianova, dopo la sospensione.... elettorale! Precauzione eccessiva, si direbbe, visti i risultati giuliesi. Perché in queste belle cittadine rivierasce, per fortuna, la gente mediamente sta abbastanza bene e sopporta volentieri le tartassate fiscali.

Come sopporterà alla grande la Roseto estivo-cinematografica gli ulteriori rincari della tassa dei rifiuti. Ben hanno fatto le opposizioni a sottolineare i rincari (“I consiglieri di minoranza sono gli unici ad aver spiegato bene gli aumenti”, dice Teresa Ginoble, di “SiAmo-Roseto”, mentre Pd e Fratelli d'Italia hanno a loro volta criticato i rincari). Bisogna tuttavia tener conto della composizione sociale dell'elettorato Nugnesiano, molto di ceto medio, assai nell'ambito scolastico come nella locale imprenditoria e tantissimo tra i commercianti. Tutte categorie che non se la passano – per fortuna loro e nostra – malaccio e per le quali 10-20 euro in più ogni anno per la spazzatura neanche se ne accorgono.

Se ne accorgerebbero le fasce meno dotate della società, ma quelle o non pagano per necessità o non votano per sfiducia, quindi non sono un problema per la politica. Del resto passa tranquillamente, sempre dato il benessere diffuso, anche un modello immigrazionale che consiste nell'ammassare quanti più esseri umani si può in un hotel sulla riviera senza nemmmeno provare ad integrarli. E qui il sindaco, già “operatore sociale” per professione, Mario Nugnes, in consiglio comunale si è limitato a dire che “Giorgia” (Meloni) lo scorso anno non ha saputo controllare l'afflusso di immigrati e, per lui e per il suo mentore consiliare, Enio Pavone, pare che la spiegazione può bastare.

Del resto non dice anche, sempre in consiglio comunale, l'esponente per eccellenza di “Azione”, Enio Pavone ancora, che i dirigenti municipali bloccano le sue proposte? A ben vedere pare che la struttura municipale sia financo troppo ben-disposta verso le richieste della politica, ma lui dice così da dieci anni e nessuno ci fa caso.

Così tanto non si fa caso che il Comune, pare, lascerà a disposizione degli spiriti selvaggi del mercato (definizione dell'ex-ministro Tremonti) l'area-parcheggio intorno alla Stazione ferroviaria. Peccato, poteva venirci magari un bel luogo di scambio treno-auto-bici: qualcosa di innovativo e sostenibile. Non se ne farà nulla, si teme. L'ennesima occasione bruciata. Tanto in centro bastano questi abbonamenti-parcheggio così ben congeniati che, con pochi euro mensili, danno l'impressione ai residenti di avere un posto auto (pubblico) quasi sempre disponibile. 

Che poi un domani non si avrà più (è probabile) l'area della Stazione pubblica e aperta, chissenefrega: a noi interessa il presente mica il futuro!