Dunque vediamo. Marco Borgatti, tanto per non far nomi, prima raccoglie 20-30 mila firme pro-riserva, poi annuncia una battaglia del genere-stil-guevara “O riserva o muerte”, ovviamente figurata; quindi all'improvviso si dimette dalle Guide del Borsacchio, associazione che aveva creato e più volte candidato alla gestione dell'area protetta. Va ben, capita, ma dall'esterno non si capisce.
Prendiamo oppure il sindaco Mario Nugnes, sempre per tacer dei nomi. Nemmeno un mese or data, va in Regione e, insieme a Marco Borgatti e tutti gli ambientalisti, chiude ad ogni trattativa: o 1.148 ettari di Riserva o niet. Anzi, aggiunge che a tutti i candidati alle regionali chiederà una dichiarazione pro o contro il Borsacchio.
Senonché appena una ventina di giorni dopo eccolo in Provincia con una bella foto a mezzo stampa di lui e il consigliere regionale Diego di Matteo, primo firmatario del taglio-notturno della Riserva. La posizione di intransigenza sembra meno... intransigente? Dichiara Di Matteo al quotidiano “Il Centro” del 20 febbraio: “Dopo il 10 marzo sarò ben felice di accompagnare il sindaco in un percorso affinché la Riserva...”. Non si legge che il sindaco Nugnes abbia rifiutato di “farsi accompagnare”.
Oltretutto lo stesso Nugnes, qualche giorno prima, a proposito non della riserva ma dei fondi per il porto, aveva continuato a definire il sottosegretario di Marsilio, il consigliere De Annuntis, altro firmatario della soppressione del Borsacchio, come amico della città. E De Annuntis è anche politicamente amicissimo, da vecchio-socialista poi approdato a Fratelli d'Italia, di Enio Pavone, che invece da vecchio-socialista, poi sindaco della destra, poi “civico” duramente contro il centro-sinistra è oggi invece il candidato di punta a Roseto scelto da Luciano D'Amico e della sua coalizione larga di centro-sinistra.
Allora, un ambientalista annuncia fuoco e fiamme, ma poi lascia la carica per proseguire questa battaglia da volontario semplice. Un sindaco chiude ad ogni trattativa, ma poi apre al dialogo. Nel frattempo tanto spazio si è liberato dai vincoli della Riserva e non pare in città si palpi poi questo dispiacere corrispondente. Siamo sicuri che la narrazione non si sia lievemente incagliata?
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