venerdì 11 agosto 2023

Perché distruggiamo le strade: transizione ecologica o capitalistica?

A volte, percorrendo qualche vecchia consolare, vien da chiedere perché stiamo distruggendo le strade; storpiando i rettilinei con assurde rotonde; riducendo l'asfalto a poltiglia di buche; disseminando trappole elettroniche ovunque, che esigono una “taglia” ad ogni innocua distrazione. Eppure la ragione è semplice: non vogliono più farci muovere in auto; non ne hanno più bisogno; gli basta tenerci chiusi in casa davanti ad un computer per lavorare, comperare, “divertirci” e persino fare sesso, ovviamente virtuale. Si può uscire solo con la bici, elettrica naturalmente.

Ma perché vogliono toglierci la libertà di muoverci in auto? Perché al capitalismo avanzato, quello dei paesi più ricchi, di produrre auto, beni materiali e quindi venderli, non interessa più. Il capitalismo avanzato punta sui beni immateriali. Con le auto, con la manifattura industriale guadagna poco: c'è la concorrenza cinese. Preferisce lucrare sulla produzione dei servizi, specie web. La nuova frontiera del profitto è quella. L'auto, la manifattura industriale si lascia alla Cina, che tra l'altro le automobili le fa elettriche.

Il capitalismo avanzato non ha bisogno dell'uomo operaio-classico: lo sostiuisce con i robot, con l'intelligenza artificiale. A costi altissimi, peraltro, in termini di disoccupazione e di salario povero. In questo senso la transizione ecologica, l'ambientalismo tout-court, non è altro che l'espressione autentica di questo genere di capitalismo. Un capitalismo durissimo, perché per la prima volta nella storia prescinde totalmente dall'uomo, sostituito in gran parte da computer e robot di nuovo conio.

Ecco, capitalismo (a)umano ed ambientalismo altrettanto (a)umano sembrano viaggiare a braccetto, muovendo guerra a tutto ciò che si frappone. Ed hanno bisogno, per affermarsi, dell'eco-ansia e del divieto di spostarsi senza pagare pegno alle loro occhiute spie tecnologiche. Ambientalismo e capitalismo sono le due facce della stessa moneta, non si dà l'una senza l'altra.

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