lunedì 31 ottobre 2022

Quel viver soffice che ci vorrebbe

Tanti anni fa girava una pubblicità. Di una ditta che realizzava pavimenti. Anzi, pavimenti rialzati. Di quelli che formano una intercapedine dove far passare fili e tubi degli impianti. Credo non si usino neanche più. Lo spot faceva: “Dateci un punto d'appoggio”.

Ecco, mi è tornato in mente qualche mattina or sono. Vedendo una giovane mamma indaffarata. Con l'urgenza di “depositare” il bambino a scuola. La necessità di andare presto al lavoro. La difficoltà – presumo – di doversi occupare anche delle faccende domestiche e del personaggio maschile che ho visto al suo fianco con l'aria di esserne il marito o il compagno. Il quale beatamente l'aspettava in macchina, nemmeno al posto di guida visto che guidava lei, concentrato sul telefonino.

Ho avuto l'impressione che quella giovane donna cercasse un “punto d'appoggio”; magari affidabile; tranquillo. Qualcosa che gli facesse risparmiare tempo e risolvesse qualche problema, anche economico, visti i tempi.

Cercava, m'è parso d'interpretare, forse senza saperlo, magari senza volerlo, una sua stabilità. Quella che oggi manca nel lavoro, non è data dal benessere materiale, dalla vita insomma.

Ed allora, mancando tutto ciò, noi oggi ci diamo un rivestimento pietrificante a base sintetica. Un tonachino da parete finto pronto all'uso. Mediante il quale la nostra estetica regge. Ma avremo bisogno invece di un “riabitat” del nostro oggi. Dovremmo ristrutturare il nostro vissuto. Il primo risparmio energetico di cui abbiamo bisogno non è quello della luce o del gas: è quello di noi stessi.

Avremo bisogno di un viver soffice. Che sempre più c'è negato. Ed a volte ci neghiamo noi addirittura.

sabato 29 ottobre 2022

Sarà, ma al dissenso di Pavone non credo

ROSETO. Sbaglierò, ma non credo al dissenso di Enio Pavone rispetto alla “sua” maggioranza. Capisco le motivazioni dell'associazione “SiAmo”, che fa benissimo a sottolineare il dato politico che evidenzia, ma non penso affatto che Pavone andrà fino in fondo. Si d'accordo, l'altra sera in consiglio ha tirato fuori di nuovo qualche frase all'apparenza dissonante, tipo “Io sono un uomo libero...” eccetera. Si d'accordo, ha espresso qualche distinguo, anche di voto pare, su una questione relativa agli impianti sportivi di periferia e quant'altro. Ma, a parte che tutti dovrebbero essere uomini (e donne) liberi – non credo ci siano prigionieri in giro – non paiono elementi sufficienti a trarre conclusioni affrettate sulla sua posizione politica.

Piuttosto mi sembra un'altra cosa, avendo sbirciato qualche web-sprazzo del consiglio comunale. Ho avuto l'impressione, infatti, che Nugnes sia ormai il padrone assoluto dell'Aula. L'ho visto sicuro di sé ed a tratti persino rilassato. Non perché abbia risposto alle domande dei consiglieri (ad esempio sulle palme secche del lungomare non ha risposto nulla), ma perché comincia a venir fuori un dato politico che non era ben visibile all'inizio.

Andiamo con ordine. Nugnes (con l'aiuto credo di Sottanelli) lo scorso anno ha costruito una maggioranza che si sta rivelando più solida del previsto. Per un motivo molto semplice: non ha personaggi che possono costituire un problema politico. Tranne qualche protagonismo esasperato (ecco, quello di Pavone appunto) lui può contare su consiglieri fedelissimi, senza ambizioni politiche particolari, devoti alla causa a prescindere. E questo è un vantaggio non da poco.

Altro punto a suo favore è l'opposizione. Tolto Di Giuseppe, che rappresenta un partito peraltro sulla cresta dell'onda (Fratelli d'Italia), ma che però è solo ed isolato in consiglio e forse anche poco incline alle piccole cose di una piccola città; tranne lui si diceva, l'opposizione non ha forze consistenti alle spalle. Il Pd sta politicamente come sta. La Lega, di fatto non pervenuta. Le liste di centro non solo scontano il fatto di aver amministrato fino a ieri (il triplo salto all'indietro dalla maggioranza all'opposizione non riesce quasi mai), ma politicamente si trovano nella stessa area cattolico-moderata di Nugnes, addirittura in un partito alleato a Roma, quindi sono bloccate in partenza. L'opposizione, cioè, più che correre dietro alle mutevoli opinioni di Pavone, dovrebbe costruire una sua politica alternativa. Anche perché Pavone – è bene ricordarlo – è portatore di un'idea di politica urbanistica tutta cementificatrice. Basta ricordare il suo piano-spiaggia che ha permesso una “urbanizzazione” incredibile dell'arenile. E questa politica si confà benissimo all'approccio identico che ha Nugnes ed il suo delegato alla pianificazione.

In queste condizioni dunque, il cartello-civico centrista di Nugnes, che pesca un po' qua e un po' là, con il suo riferimento a Roma in Calenda, obiettivamente sembra ad oggi (ripeto, ad oggi, del doman nessun sa) privo di una reale alternativa. Di qui la sua sicurezza. Ed anche una certa strategia nascosta, che forse si rivelerà presto sotto la forma apparentemente neutra dell'atto burocratico dovuto. Insomma, il quadro si fa interessante per chi guarda alla politica come gioco di potere, esercizio di equilibri, partita a scacchi ove lo spettro del visibile è solo la punta dell'iceberg.

Mentre tutto questo avviene però; mentre la politica è “questa cosa qua”, direbbe Crozza-Bersani, nella “realtà di fuori”, c'è chi ha e chi non ha sempre di più. Finora tutto è ben coperto dalle movide, dagli aperitivi a manetta, dalle pensioni dei nonni, eccetera. Ma fino a quando non sarà un problema questa realtà di fuori? È questo l'interrogativo. Ma se – come ci dobbiamo augurare davvero tutti – rimaniamo la cittadina per grandi linee benestante, con le nostre seconde case-mare, le belle serate di festa e ci possiamo permettere di viver bene, penso che l'aggressiva e-bike con ruote da carrarmato di Nugnes possa solcare tranquilla il lungomare senza grossi scossoni.

Poi, se Pavone farà sul serio, vorra dire che mi ricrederò.

Buon week-end.

giovedì 27 ottobre 2022

Oh merito!

E' stato detto: sono le aziende che producono la ricchezza. Certo che la producono. Tutto sta ad intendersi a beneficio di chi. Non certo, credo, del giovane operario che incontro in bici la mattina con la felpa sugli occhi che già fa freddo. Non mi pare per l'uomo che vedo andare al lavoro su un motorino scassato perché l'utilitaria diesel già non gliela fanno più accendere. Non mi sembra nello sguardo rassegnato della giovane precaria malpagata senza orari e senza diritti che la mattina alle sei già pulisce scale e marciapiede.

Forse la producono, questa ricchezza, per i possessori di mega-suv ibridi ultimo modello. Forse per gli abitanti di sontuose ville dalle generose cassaforti a parete. Ma quelli non sembrano a primo sguardo dipendenti delle aziende. Ho il vago sospetto ne possano essere i patron od i manager. E' una ricchezza per pochi, pochissimi, quella che le aziende producono. Per tanti è povertà. E' sfruttamento. E' dignità di fatto anche quando non di diritto, messa sotto i tacchi.

Non è ricchezza, né merito, quella che premia la ragazza all'ultimo caffé sotto casa prima di partire per Parigi o Londra o Berlino dove sì, il suo merito, spera sia non dico riconosciuto, ma quanto meno pagato un giusto mensile, senza sottostare, di fatto anche se non di diritto, ad umiliazioni, vessazioni, soprusi tipici del Bel Paese. Del Bel Paese che è abituato a vivere di clientelismo ed “amicizie”; raccomandazioni e santi in paradiso. E spesso di condizioni di lavoro disumane di fatto anche se non di diritto, piene di colpi bassi, competitività estrema, di ambizioni sfrenate e lecca pantofole narcisisti, di gelosie tra lavoratori e mancanza assoluta di solidarietà.

Già, oh merito! e non si sta dicendo di questo governo, in carica da qualche giorno, beninteso.

sabato 22 ottobre 2022

Nugnes senza alternative

ROSETO. Dunque sindaco e vice hanno festeggiato, con tanto di foto-social, il loro primo anno di governo urbis e, con l'occasione, hanno fatto sapere che anche nella settimana scorsa siamo rimasti beneficamente “alluvionati” dalla pioggia dei fondi d'oltralpe e non solo all'indirizzo del Comune di Roseto. Ah, dopo la scuola Romani (10 milioni), altre scuole (2-3 milioni pare), Villa Clemente (5 milioni), più diversi che non si ricordano tanti ne sono, arrivano anche 500 milioni circa per l'immancabile digitalizzazione della burocrazia. Più che un'alluvione, una inondazione biblica di denaro extra-bilancio locale. Tanto che ci si chiede, ad esempio, perché insistere con tasse (e multe) locali quando potremo campare di rendita con quello che ci donano da fuori.

Ma, al di là della benefica precipitazione finanziaria, si è fatto conoscere sempre in settimana di aver dato luogo anche ad alcune iniziative di carattere benefico e culturale. E naturalmente va un plauso alle stesse. Meno spellar di mani, forse, per i pini che vanno giù a colpi di sega per la loro presunta pericolosità. Per la sicurezza, ovvio, questo ed altro, ma sembra che la regola non scritta sia: a tagliare si taglia subito a ripiantare... poi vediamo... studiamo... pensiamo. Come al piano per le antenne: affidato l'incarico per la redazione, intanto con le antenne che nel frattempo spunteranno che si fa? Vediamo, anche qui.

Del resto, allargando un po' lo sguardo alla politica, cosa deve temere la Giunta Nugnes? Direi nulla. Occupando stabilmente il “centro” della politica, scorribandando un pò di qua un pò di là, ha praticamente spiazzato le opposizioni. Da parte loro queste peraltro appaiono divise, prive di leadership riconoscibile, frammentate, con diverse gelosie tra loro, in pratica innocue e prive di alternative. Lunga vita, allora, all'amministrazione Nugnes. Che “intercetterà” tanti di quei fondi a beneficio della città che neanche la portaerei Eisenhower riusciva ad intercettare con tutti i suoi caccia!

E va bene così, naturalment!

martedì 18 ottobre 2022

Ma fatemi il piacere, avrebbe detto Totò!

Arrivo in un arredatissimo locale della costiera (non parliamo di Roseto o Giulianova, ad ogni buon conto). Progetto di approfittare delle ultime prelibatezze dolciare prima della chiusura per letargo invernale. Al banco una ragazza gentilissima dai delicati lineamenti. Mi consiglia sui gusti. Sorride sincera a qualche mia battuta di assoluta (e voluta) ignoranza in materia culinaria: io inghiotto qualsiasi materiale dolce  si trovi in commercio.

Mentre mi prepara la delizia, curando che sia anche esteticamente impeccabile, ecco attraversare la soglia d'ingresso un tizio non giovane, camicia aperta sul petto villoso, vistosi tatuaggi sui bicipeti. Non saluta nessuno e con fare spocchioso gira il bancone e passa all'interno. Si rivolge alla ragazza dall'alto in basso, guardandola con occhi che a me paiono pieni di disprezzo, con tono di voce perentorio. Niente di particolarmente aggressivo o offensivo, nulla che non sia formalmente più che lecito insomma, ma il tono è sgradevole. Lei risponde timidamente. Ed a me pare che voglia quasi scusarsi di essere lì, di esistere, di incarnare una persona umana.

Dopo un po' torna a porgermi il prodotto e nota che l'atteggiamento indisponente del tizio ha attratto la mia attenzione. Così, appena quello si volta sussurra con tono appena percettibile: “Non si preoccupi, è il titolare...”

E' un attimo. In un lampo riesplode dentro di me tutta la mia istintiva avversione verso qualsiasi forma di “Potere” (tra virgolette), di autorità, di gerarchia, di comando, di chi si sente sopra e chi deve abbozzare per campare. Giuro che non avesse già preparato il delizioso cibo e non fosse stato scortese per lei, l'avrei lasciato sul tavolo. Comunque quell'atteggiamento borioso avrebbe mandato di traverso pure il miglior dolce del mondo.

Il pensiero corre a domande che non posso e non devo fare. Anche perché non avrebbero risposta. Così le formulo a me stesso ed in cuor mio so già la verità. Mi viene in mente: ma il minimo sindacale l'avrà in tasca la sera questa ragazza? Ma il suo orario di lavoro sarà rispettato? Ma la tutela reale, psicologica, della sua fatica, sarà salvaguardata? Magari lo sarà. Magari è solo un burbero d'aspetto. Magari è il suo stile... Ma a me dà fastidio già solo quella prosopopea, quella boria, quel modo di camminare con la schiena piegata all'indietro, quello far pesare che lui è il padrone, quel suo “apparire” insomma.

Ripenso alla seduta inaugurale del Senato qualche giorno fa: “La Repubblica rimuove gli ostacoli economici e sociali che impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Lo dice l'articolo 3 della Costituzione. Ma quando mai, mi chiedo? Ma dove? Ma in quale luogo di fatica, di cura, di sofferenza fisica o psicologica?

Quale è la dignità reale oggi? Perché si dovrebbe credere nei governi, nell'azione politica, quanto questa azione è per sé stessa, quanto il governo, qualsiasi governo, non lavora per te, ma per il governo stesso? Quando enti, istituzioni, sindaci, parlamentari, eletti o non eletti in genere pretendono rispetto in quanto casta di varia eziologia, espressione di potere e basta foss'anche solo il potere dell'uomo sull'altro uomo?

Quale libertà ha uno che lavora senza libertà perché ha in cambio una paga che non basta per vivere? Non si ha libertà se non c'è autonomia economica, se non puoi mandare a qual paese chi merita di andarci senza pagare con il prezzo della tua sopravvivenza. Di quale... quale... quale... libertà andate vociando se non la libertà dei ricchi e dei potenti di fare quello che vogliono? 

Ma fatemi il piacere, avrebbe detto il grande Totò!

venerdì 14 ottobre 2022

Vorrei un Comune che non facesse niente

ROSETO. Non si può star tranquilli. Ti giri un attimo e ti ritrovi un'antenna fuori la finestra (Cologna Spiaggia). D'altra parte però, quelli che non l'hanno davanti casa potrebbero dire: vabbé, così i telefonini funzionano meglio.

Pensi a quanto sono generosi gli amici europei, ma con quei soldi va a finire ti piazzano una discarica (zona autoporto). D'altra parte però, quelli che non l'hanno sotto casa potrebbero dire: vabbé la discarica serve, da qualche parte si dovrà pur mettere.

Abbiamo un edificio che sarebbe storico (Villa Clemente) e non sappiamo che farne. Un teatro che non si sa come si gestirà o lo buttiamo giù? una via di mezzo non c'è.

Cerchi di evitare che ti saltino addosso le macchine che inchiodano al giallo e ti appioppano una multa per aver messo la ruota oltre la linea (Santa Petronilla). Ti casca una carta nel bidone sbagliato e ti puniscono come sporcaccione. Le tasse non ne parliamo: quelle arrivano sempre!

Insomma, quanto sarebbe bello un Comune che non facesse nulla; niente; ma proprio zero. E che lasciasse in pace le persone, specie in questo periodo ove già di loro ne hanno che la metà basterebbe. Magari si limitasse ad organizzar la festa dei libri, che quella non da fastidio a nessuno.

Poi ci sono però quelli che non vengono toccati dalle antenne, dalle discariche, dai semafori, da villa Clemente, dalle tasse (no, le tasse no, quelle è difficile), che magari son contenti si faccia. Ed hanno ragione pure loro.

Ecco, se l'opposizione (ma quale opposizione?) riuscisse a trovare un filo che unisce i perseguitati dal semaforo, i dirimpettai dell'antenna, i confinanti la discarica, eccetera, mentre la maggioranza rappresentasse i soddisfatti, allora forse nascerebbe un confronto un po' meno episodico dell'attuale. Un po' più politico, insomma. Si dà il caso infatti che gli insoddisfatti esistano e non sono rappresentati. E certamente esistono i soddisfatti, che però sono iper-rappresentati. Occorre un riequilibrio, per un indispensabile confronto.

mercoledì 12 ottobre 2022

Una vecchia canzone diceva: com che fai ti tirano le pietre!

Fa discutere la sentenza aquilana su alcune vittime del sisma del 2009 incolpate di parte della responsabilità per non essere fuggite dalle proprie case.

Fa discutere perché quelle vittime si fidarono delle rassicurazioni ufficiali. 

Ed è proprio questo il punto. Forse senza volerlo questa sentenza, in modo contraddittorio, ricorda che di fronte al pericolo si fugge, si segue l'istinto della paura e non la fede nella Scienza o nella Burocrazia.

Noi oggi invece che sia sisma o guerra, temporale o pandemia, allarme meteo o deviazioni stradale, tendiamo, siamo indotti, siamo fortemente raccomandati a seguire le Autorità. 

Dipendiamo da quel che dicono Tv, social, sindaci, assessori, governanti di qualsiasi livello, i cosiddetti Esperti. Perché pensiamo, implicitamente, che noi non sappiamo niente, non contiamo nulla, non valiamo alcunché mentre loro sono quelli "che sanno". Riconosciamo loro il potere di guidarci.

Del resto siamo premiati se ci facciamo guidare, se obbediamo docilmente, se siamo Umili Servi delle Regole; redarguiti ed emarginati se obiettiamo, se facciamo valere la nostra autonomia di pensiero. 

Poi, qualvolta, può capitare il contrario. Purtroppo e in modo contraddittorio, come si diceva. Una vecchia canzone degli anni '60 diceva: com che fai ti tirano le pietre!

P.s.: non c'entra nulla, ma lo voglio dire: sono perfettamente d'accordo con la ministra inglese in effige!

venerdì 7 ottobre 2022

Siamo degli algoritmi viventi

Nel 2050 saremo – avvertono – 36 milioni di abitanti. La crisi delle nascite – strillano gli allarmi statistici – ci renderà una società decrepita. A parte che le previsoni spesso prendono solo granchi, ma già oggi non è che siamo messi tanto bene quanto a salute sociale. Fate caso la mattina ai ragazzini che vanno a scuola. Trainano ziani che nemmeno in guerra! Camminano con gli occhi bassi sullo smartphone. Ho visto mamme trasportare lo zaino dei figli su carrelli a rotelle. Questo è il nostro hi-tech; le nostre aule smart; la nostra scuola con i libri elettronici!

Volete cambiare scenario? Guardate i parcheggi nei pressi degli ambulatori medici. Sembra che l'attività degli anziani sia quella di farsi analizzare quotidianamente il sangue. Arrivano a bordo di vecchie utilitarie dalla carrozzeria ammaccata. Fare manovra, un'avventura da Tir. Forse li sopportano solo perché sono un ottimo mercato per la fiorente produzione dei farmaci. Se parli con qualcuno di loro, è facile sentirti dire: mio figlio/figlia lavora con quelli che portano i pacchi: paghe da fame e impegno senza orari, non può accompagnarmi... mio figlio/figlia, lavora con quelli dei servizi: paghe da fame e impegno senza orari, non può assentarsi...

Desiderate ancora qualche esempio? Fermatevi nel piazzale di un supermercato. Osservate qualche mamma che “estrae” il bambino/bambina dall'auto, magari un SUV ibrido di marca: è una girovolta da dieci minuti almeno! Prima scioglie il bimbo dal sedile (e già, oggi i bimbi viaggiano legati ai sedili peggio dei detenuti, ovvio per la loro sicurezza); poi apre il bagagliaio, tira fuori il passeggino che pare un astronave, vi lega il bimbo che ha appena slacciato dal sedile; gira da una parte all'altra dall'auto alla ricerca di borse, marsupi, giacche, eccetera e, alla fine, deve solo attraversare la strada per entrare nel negozio di fronte!

Ricordo le mie uscite dalla scuola: la cartella volava sul sedile della Giulia Alfa Romeo; si scavalcava lo schienale, mezzo minuto e via! Oggi ci avrebbero arrestato! Eppure siamo stati liberi! Come ci saremo ridotti a questo stato di algoritmi vegetanti?!

lunedì 3 ottobre 2022

Quando il 4 ottobre non si andava a scuola

Quando io ero bambino (anni 60-70 del Novecento) il 4 ottobre a scuola era festa: San Francesco, patrono d'Italia. E si era rientrati solo il 1 ottobre. Anzi, nemmeno,  perché i primi di ottobre c'erano gli esami di riparazione: i rimandati a ottobre, appunto.


Poi il 1 novembre fino al 4 era festa. E lo era a Natale, l'11 febbraio, il 19 marzo, alla Ascensione, eccetera. I giorni di scuola erano circa 170 contro i 200 di adesso.

Eppure quella scuola, piena di ponti, di orari corti, di compiti a casa ragionevoli era considerata migliore, nella memoria collettiva, di quella attuale iper-competitiva, super-logorante, sempre aperta, in una parola pesantissima fin dalla primissima infanzia.

Si spremono i bambini ed i ragazzi come limoni e poi si pretende pure che siano bravi. Ottenendo, ad ogni evidenza, il risultato opposto.