sabato 7 maggio 2022

Consigli di quartiere: la carica dei parenti

ROSETO. Sorpresa, tra gli eletti nei consigli di quartiere di nuovo conio, ci sono anche un paio di mamme di assessori in carica, qualche cognata e varie cuginanze più o meno vicine. Nulla di male, naturalmente. Ma qualche domanda sorge spontanea. Ad esempio: sarà questo il metodo giusto per far crescere l'autorevolezza della “politica giovane”? Oppure può far trasparire il dubbio che la politica si senta così debole da aver bisogno, per darsi fiducia, di una sorta di tutoraggio genitoriale o parentale?

E poi: quale serenità di giudizio può esserci quando si tratta di prendere o proporre decisioni che vedono da una parte e dall'altra persone di così ravvicinata parentela? Sicuro che, anche inconsapevolmente, non si corra il rischio di essere condizionati? Insomma, davvero una politica in cui quasi tutti sono mezzi parenti è meglio di una dove ci sia un minimo di separazione?

Guardate, l'impressione è che chi dirige questi partiti o gruppi politici, magari non volendo, finisca per non farli crescere. Anche vi fossero mamme o parenti che, con la migliore delle intenzioni, ardono dalla voglia di fare politica, i dirigenti di quei movimenti dovrebbero, per il bene complessivo della politica stessa, dissuaderli da un impegno così diretto.

Anche perché ci sono già potenziali conflitti d'interesse nella parte non dei quartiere, ma municipale della politica stessa. Come, tanto per dire, il caso di realtà associative che avevano (hanno ancora? spero di no) sede coincidente con quella delle private attività di assessori in carica. Anche qui nulla di vietato, credo. Ma quando queste realtà associative dovessero avere rapporti di natura contrattuale con l'Ente, lo si potrebbe ritenere quantomeno inopportuno. E si potrebbe continuare.

Ecco, non fermatevi solo al dato formale, che magari tutto permette. Guardate alla sostanza della politica. E la sostanza dice che se io ho mio figlio o mio nipote o un mio parente impegnato nella politica non posso essere così libero, imparziale, sereno nel valutare il suo agire appunto politico. È nella natura umana delle cose, non è una colpa. E secondo me una politica di tal fatta non fa bene a nessuno. Nemmeno a chi non può proprio fare a meno di astenersi un attimo dalla partecipazione attiva alla politica medesima.

Poi, naturalmente, fate come vi pare. Ci mancherebbe!

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