lunedì 18 ottobre 2021

Quando vinse il campo dei preti


Scrissero i posteri che tanti anni fa, nell'ottobre del 2021, vi furono delle elezioni a Roseto. Allora s’usava dar tanta importanza a chi andava ad occupare una comoda stanza al primo piano, lato sud-ovest, di un palazzo di una piazza cittadina un po' appartata.

E chi vinse - chiese il bambino al nonno?

Non ricordo bene, rispose questi. Ma, mi pare, che vinse il campo dei preti.

Si dava il caso, infatti, che entrambi i pretendenti alla carica ne avessero calcato l'erba, prim’ancora dell'era del sintetico.

Soltanto che uno, un moderatissimo professore, fu escluso dalla vittoria in quanto falsamente dipinto come abbigliato con fez e stivaloni, manco vi volesse marciare sopra al campo, mentre in realtà da ragazzo aveva calzato placidissimi pantaloncini da oratorio.

Così venne facile all'altro, più giovane, vincere… facile! D’altronde il bravo giovane, in quel campo c'era praticamente nato. Vi aveva mosso i suoi primi, secondi e terzi passi. Sia da cattolico osservante, sia come assistente dei bambini che li svolgevano i compiti scolastici o  passavano i giochi estivi.

L'operatore sociale era difatti il suo mestiere nella vita non politica. Un'attività che aveva sviluppato anche in forma autonoma, con un'associazione di cui lui stesso si dichiarava amministratore. Associazione, tra l'altro, che risultava aver beneficiato anche di alcune provvidenze pubbliche determinate dal Comune. Naturalmente, tutto perfettamente legittimo, per carità. 

Una vittoria scontata, comunque, quella del Giovane. Specie dopo che il 12 ottobre di quell'anno, casuale anniversario della scoperta dell'America, fu casualmente scoperta una sua presunta fiera opposizione a quella che allora veniva detta La destra. Avversità a dir vero piuttosto auto-proclamata da chi, novello Colombo, quel giorno la scoperse d'acchito, visto che decisiva all'affermazione al primo turno fosse stata proprio una lista capeggiata da un ex-sindaco che, in fatto, era stato il primo e forse l'unico che la destra aveva portato per davvero in municipio dieci anni prima.

Ma tant’è. Allora c'erano pochissimi dubbi che il Giovane potesse fallire l'obiettivo. Non solo per la forza elettorale e logistica di un suo grande benedicente (politico), ma soprattutto perché il Giovane incarnava per davvero una continuità politica rosetana aggiornata appena da un moderato rinnovamento in termini anagrafici e di immagine. Così il Giovane potè esercitare, specie all'inizio il suo mandato, senza particolare opposizione. In pratica poteva fare ciò che voleva, se lo voleva.

E lo fece, quello che gli pareva, nonno – domandò il bambino. Questo non me lo ricordo – rispose il nonno. Te lo dirò la prossima volta, aggiunse.

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