Ma come funziona, però, sul piano dei cosiddetti “ristori”? Sentite cosa dice su “Abruzzoweb” Lorenzo Sospiri, presidente del consiglio regionale di stessa area politica del Governatore, a proposito dei commercianti costretti a chiudere: “Da domani si troveranno di nuovo a piedi, negozi chiusi e zero incassi, ma con le bollette, i fitti ed il personale da pagare....”. Ecco, il massimo rappresentante del “parlamentino” abruzzese, teme che i commercianti rimangano a bocca asciutta. Lo teme lui, non il primo che passa per la strada. Lo teme lui che ha appoggiato ed appoggia politicamente Marsilio.
Ed allora andiamo a vedere che dice Marsilio stesso. Dichiara a “Cityrumors” di aver “sollecitato il Governo ad estendere i ristori alle attività colpite dalle restrizioni delle ordinanze regionali”. Cioé, come sollecitato? Perché prima di chiudere non aveva avuto l'ok del governo ai ristori? Ha chiuso senza nemmeno ottenere questo minimo riscontro governativo?
Ma sentite ancora Marsilio. Dice che venerdì o sabato, cioè tra due giorni, il ministro Speranza gli ratificherà il “rosso” ed allora scatteranno i ristori. Quindi lui non poteva aspettare due giorni. Non poteva attendere le decisioni di Speranza. Lo ha anticipato, togliendogli il disturbo. E questo nonostante – è sempre il collega di schieramento Sospiri a dirlo – intere aree dell'Abruzzo “Hanno ancora un indice di contagio ben al di sotto del limite nazionale”.
C'è un indice tranquillizzante in molte aree, eppure si ha la certezza che Speranza dichiarerà il “rosso”. Non si capisce, stride come una lima, ma va bene. Tanta precipitazione per salvare la salute degli abruzzesi. Va benissimo. La certezza matematica è che Speranza avrebbe azionato il semaforo rosso. Va benissimo ancora. Ma saprebbe dire allora il governatore perché il suo presidente del Consiglio nutre tutti questi dubbi se tutto fila così liscio come dice lui?
Non si capisce, ma va bene. Si fa per dire, beninteso!
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