mercoledì 18 novembre 2020

La vacca è un animale libero


L'AQUILA. Veglia su una piazza desolata e vuota. Davanti ad un teatro che non c'è più. Dietro una scuola crepata dal sisma. Lo sguardo un pò icona un pò installazione di Gigi Proietti si proietta (Proietti – proietta, voluto) su quelli che sono stati i simboli della ex-civiltà dell'uomo: il teatro – la scuola – la piazza. Simboli distrutti e portati via dalla natura prima, poi definitivamente da un patogeno misterioso.

L'uomo ridotto a zompi, a fantasma di sé stesso, ad assassino inconsapevole dei suoi simili, non si vede su questa ex-piazza dell'ex-teatro dell'ex-scuola. Solo una vacca alle pendici della montagna può dirsi oggi un essere libero. E si nota, dal portamento fiero e prepotente.

Questa natura ridivenuta padrona; queste relique di quella che un tempo chiamavano pomposamente “cultura”; questo silenzio desertico in cui gli unici colori sono l'arancio che muta in rosso su un pezzo di cartina; queste decadenti vestigia sono l'esempio vivente di una società scientifica, che mette volontariamente la faccia sotto i piedi del sapere, ma non sa leggere più nemmeno la matematica. Una società in cui un Presidente può leggere i dati “rossi” ed un ministro vederli ancora “arancioni”, pur essendo i dati gli stessi, oggettivi (sic!) e pretendendo entrambi di aver ragione. Evidentemente i numeri dipendono dagli occhiali che si portano, non ultimi gli occhiali dell'ideologia che si indossa.

Gigi Proetti è l'esempio di un mondo che è stato scansonato e non sapeva d'esserlo. Che è stato un attimo felice e se lo è fatto scappare. Che ha vissuto un momento di "umanità" a sua insaputa. Di un mondo finito, estinto, cassato. Che può esistere soltanto in effige, rigorosamente guardata in remoto, da lontano, protetti da uno schermo, da un velo, da un bavaglio. Un mondo che ha finalmente capito che la migliore censura è quella della parola che si censura da sola. E qui è meglio fermarsi prima che la penna, pardon la tastiera, esca dai fogli; pardon ancora: dallo schermo del computer.

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