giovedì 9 luglio 2020

Il Paese che voleva... correre!

Volete un'idea di quanto l'Italia sia strana? C'è l'imbarazzo della scelta, ovvio. Eppure un caso, andato a finire persino davanti alla Corte Costituzionale, calza davvero a pennello.

Dunque, avete presente i cartelloni pubblicitarie lungo le strade? Che c'entra, direte voi. C'entra, c'entra. Perché i cartelloni sono regolati dal Codice della Strada. Che prevede una multa fino a 1.700 euro circa se vengono piazzati senza autorizzazione. E fin qui, tutto bene. Ora, che è capitato? È successo che nel 2011, credo durante la reggenza Monti, il governo ha pensato bene di aumentare le multe fino a 14 mila euro. Soltanto che la max-multa scatta soltanto se il tabellone è messo in difformità dell'autorizzazione.

Cioè, avete capito? Se piazzate un cartellone senza nessuna autorizzazione vi beccate fino a 1.700 euro di multa; se invece siete stati autorizzati a metterlo, ma lo posizionate in modo sbagliato, rischiate fino a 14 mila euro di multa. Un assurdo, si è detto un tribunale cui aveva fatto appello una società multata, sollevando così il caso davanti all'Alta Corte. La quale ha sentenziato che non puoi multare otto volte di più uno che l'autorizzazione l'ha avuta, ma ha messo male il cartellone, rispetto ad uno che lo ha messo senza autorizzazione e punto!

Il problema è che per un assurdo del genere, si ricorsi fino alla Corte Costituzionale! Tanto per dire cos'è il Paese che vuole... correre!

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