giovedì 16 luglio 2020

Contro la didattica a distanza

Questo pomeriggio, una trasmissione di carattere culturale di Radio3Rai ha intervistato un maestro di scuola: Giuseppe Caliceti. L'ho ascoltata in macchina, mentre tornavo a Roseto. Il maestro insegna da molti anni in una scuola elementare emiliana. Scrive libri, pubblica un blog e cura una rubrica su un quotidiano. Il tema del suo ultimo libro “Diario di un maestro a distanza” (Manni editore) tratta un tema attualissimo: la didattica a distanza, appunto.

Caliceti parte dalle voci dei bambini. La sua tesi, in sintesi, è: il covid ha solo accelerato la tendenza della scuola italiana a derivare verso il modello americano, ovvero di classe, vale a dire a spese dei genitori. La didattica a distanza si presta a meraviglia allo scopo. Ma questo – sostiene l'autore – stravolge l'idea di scuola pubblica, sociale, popolare, di tutti, che è nella nostra Costituzione.

Qual è il risultato di questa operazione? Per Caliceti il rischio è quello di formare individui senza emozioni, senza passioni, pure macchine contenenti – quando va bene – solo competenze. Lo Stato – dice il maestro – si va via via disinteressando della scuola: la regionalizza, l'affida a cooperative ed enti privatistici. Così, però, tradisce lo spirito della Carta Costituzionale. In tal senso, la didattica a distanza diventerà una modalità parallela – o addirittura dominante – anche dopo la pandemia.

Insegnare attraverso uno schermo, tra l'altro, pone delicati problemi di privacy rispetto a dati che di fatto si consegnano a piattaforme private. Insomma, un libro che non va nella direzione corrente. Anzi, che contesta apertamente l'assioma per il quale la didattica a distanza è la modernità. Per Caliceti è invece vero il suo opposto, ovvero il ritorno “...ad una scuola di classe che non si vedeva dal 1963”, se non, addirittura, dall'Ottocento. Non a caso si cita l'articolo 34 della Costituzione: “La scuola è aperta a tutti....”, anche se non si ha un computer dedicato a casa, una linea telefonica con la fibra e genitori in grado di sostenere, anche economicamente, i costi.

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