PINETO. Malgrado il placido
lockdown, questo scorcio del 2020 sembrerebbe piuttosto agitato per
l'area marina protetta “Torre del Cerrano”. Le burocrazie che ne
reggono le sorti, infatti, paiono alquanto prese dal formular bandi,
che poi magari annullano e dal nominar direttori, che poi magari
rinunciano. Dunque vediamo.
Capita allora, sul
breve volger del Natale ultimo, che l'architetto Fabio Vallarola, da
più anni al vertice amministrativo della risorsa ambientalistica, si
trasferisca in Ancona. Malgrado qualche richiesta al quel Comune di
farlo restare in aspettativa, il “Cerrano” si decide a bandire un
avviso per il suo avvicendamento. Si attende infatti un concorso
deputato. Senonché tale avviso – si legge nell'atto n.14/020 dello
stesso CdA Cerranese – peccherebbe di qualche requisito.
Circostanza – si legge ancora – addirittura riscontrata dal
competente Ministero governativo.
Orbene, presa
visione, tosto il Cda annulla il suo stesso bando. E si mette alla
ricerca di un direttore provvisorio. Crede di individuarlo,
all'inizio, nel comandante del Porto di Giulianova, chiedendo però
lumi in materia al predetto Ministero governativo. Il quale gli
risponde a stretto giro in modo piuttosto perentorio: non spetta – scrive – a “...Questo Ministero la nomina di un direttore facente
funzioni... Si invita codesto Consorzio ad avvalersi degli enti
consorziati...”. Enti consorziati che poi sarebbero i Comuni di
Pineto e Silvi più la Provincia di Teramo e la Regione Abruzzo.
Bene – bene si fa
per dire – a questo punto si arriva alla nomina di un ingegnere:
Marcello d'Alberto. Il quale però, non è disponibile. Si passa poi all'architetto Raffaele Di Marcello, che invece si dimette
dopo pochi giorni. Si giunge allora alla designazione del dottor
Stanislao d'Argenio, la cui nomina – fino a quando queste righe
stanno per essere postate – sembra resistere.
Questa, cari
lettori, la situazione. Come dire: attendonsi sviluppi? Non lo
sappiamo, ovviamente. Si sa, invece, che nel frattempo la Torre del
Cerrano si è tricolorizzata, cromatizzata da insegne
patriottiche lumiscenti. Proprio una scelta azzeccata. Simboleggia come il cacio sui maccheroni l'Italia d'oggidì.
Nessun commento:
Posta un commento