giovedì 14 maggio 2020

Il centro del riuso: una questione democratica

ROSETO. Terzo giovedì consecutivo di consiglio comunale. Questa volta, però, non in modalità mista, un po' collegati da casa ed un po' in Aula, ma con tutti i consiglieri in presenza fisica, seppur sparpagliati negli spazi ove un tempo sedeva il pubblico, per via della nota emergenza naturalmente.

Per discutere cosa? Anzitutto di alcuni punti rinviati due settimane fa: il centro di riuso dei rifiuti in zona “Fonte dell'Olmo” e il regolamento per la gestione della tassa di soggiorno. Due punti, tra l'altro, che se non si fossero discussi per nulla sarebbe stato meglio. Il centro dei rifiuti, infatti, è quanto di più sbagliato possa capitare nella zona dove vogliono piazzarlo. La tassa di soggiorno, quest'anno di fatto non vi sarà e quindi transeat.

Orbene, cosa si captava dalla discussione fino alle cinque del pomeriggio? Si percepiva che di questo centro del riuso tutti o quasi lodano l'idea, ma l'opposizione, in particolare Rosaria Ciancaione che in sostanza ha sollevato il problema, contesta la localizzazione. Ma, soprattutto, quello che si rimprovera all'amministrazione (i consiglieri Pavone e Recchiuti lo hanno fortemente sostenuto) è la mancanza di confronto con i residenti. La critica, vale a dire, instà su una questione democratica.

Che vuol dire questo? Significa che l'opposizione, più o meno riconducibile alla “destra” - eccetto Rosaria Ciancaione, che sta a sinistra-sinistra – accusa la maggioranza, più o meno riconducibile alla “sinistra”, di non ascoltare i cittadini; di non coinvolgerli; di non confrontarsi con loro; di non considerare le loro preoccupazioni e le loro esigenze.

Ecco, una accusa tipicamente di sinistra – se vogliamo divertirci a ragionare con le vecchie categorie – portata da destra. Del resto Pavone ha proprio detto di “essere di destra tra virgolette”, aggiungendo “io non mi sento di destra”. Ragioniamo un momento in astratto. Cosa coglie, forse senza volerlo, l'opposizione di un consiglio comunale di una città medio-piccola? Coglie un punto della politica di oggi, a tutti i livelli, dal nazionale al locale: l'essere paternalista; il considerare i cittadini degli scolaretti da indottrinare; il decidere per loro qual è il loro presunto bene.

Lo vediamo benissimo a scala romana proprio nella gestione della tragica emergenza che si sta vivendo. Lo vediamo ai livelli regionali. La politica cerca l'immagine, la propaganda, rincorre consenso. Il merito delle cose viene dopo. L'efficacia dei provvedimenti è del tutto secondaria. La loro reale applicazione, pura casualità.

Questo è lo stato della nostra politica oggi. Ma non è solo il sindaco e gli assessori di Roseto a volerlo. Lo fanno tutti. Anche se, bisogna dire, la prepotenza politica – ed a livello nazionale è chiarissimo – può essere esercitata meglio da governi che si definiscono di “sinistra”. Quando analogo comportamento viene da esponenti della destra, infatti, passa molto meno liscio. Il discorso, tuttavia, resta generale.

Così, cari cittadini che, giustamente, vi opponete al centro del riuso, a meno di intoppi e cavilli non politici che possono sempre capitare, è probabile che vi becchiate questo progetto senza se e senza ma. Perché lo vuole il buon assessore Nicola Petrini. Perché lo vuole l'amministrazione e la maggioranza. Perché così si è deciso. Perché non si torna indietro da decisioni sbagliate.

Appunto, è una questione democratica. Ma di una democrazia che non c'è più da un pezzo. La lamentela, anche a Roseto stasera, è venuta da “destra”. È proprio vero: “lu munne s'ar proprio votecato”, come si suol dir!

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