lunedì 30 marzo 2020

La politica che non si vede

Sbagliereste a pensare che in questo momento la politica sia in stain by. La politica non si ferma mai. E quanto non si vede non vuol dire che non stia lavorando. Chi è capitata la ventura di gestire dal potere questa fase epocale gode indubbiamente del consenso popolare. I suoi errori vengono perdonati in rapporto, appunto, all'emergenza senza precedenti. Ma ciò non vuol dire che il consenso durerà per sempre.

Man mano che le cose si assesteranno il quadro potrebbe mutare. A livello nostro, teramano, questo quadro già presenta una increspatura notevole: il caso dell'ospedale di Teramo. Lì è successo quello che non doveva succedere. Lì si rischia davvero ciò che nessuno si potrebbe augurare. Ebbene, a leggere in controluce certe prese di posizione, alcuni interventi sulla stampa, eccetera, già si vede che lì c'è una questione politica; di politca sanitaria se volete, ma sempre politica. Come evolverà è difficile dirlo, ma potrebbe non essere priva di conseguenze, politiche giustappunto.

È oggi, nell'ombra, sottotraccia, che chi fa politica (da tutte le parti, beninteso) prova ad immaginare nuovi equilibri e diverse prospettive. Quanto siano realizzabili dipende tutto da come andrà questo maledetto virus. Ma state tranquilli, ai nuovi scenari, sia nazionali che regionali, si sta già pensando.

sabato 28 marzo 2020

Ci sarà una a-rivoluzione sessuale?


Potranno far l'amore solo coppie stabilmente conviventi e in buona salute? Come sarà la sessualità post-virus? Guardate che la sessualità è uno specchio della società. È un fatto anche sociologico come il '68 insegnò?

Prendiamo due ragazzi chiusi nelle rispettive dimore (magari insieme ai genitori): non potranno più incontrarsi. Come non si ci potrà più innamorare di un “lui” o una “lei” che abita in un altro comune o città, perché non ci potremo muovere.

Neanche la scuola o l'università sarà più motivo d'incontro. Perché probabilmente scuola o università potrebbero essere ormai on-line. Soltanto chi ha la fortuna di avere un lavoro, potrà, magari solo guardare, l'altra o l'altro ad un metro di distanza.

Non ci potremo più baciare né toccare, se non le nostre parti intime in autonomia. Meglio ancora se lo facciamo solo on-line.

Non c'è dubbio, ci aspetta una società segregata. Spero di sbagliarmi

venerdì 27 marzo 2020

La sanità è stata merce di scambio politico e di potere


Ma come poteva fronteggiare una crisi senza precedenti una sanità che è stata sempre un terreno di scambio politico e di potere? Una lottizzazione partitica fatta a danno dei medici bravi e degli operatori sul campo? Più dei tagli, il sistema sanitario italiano è stato distrutto dalla politica.

Ed oggi che servirebbe, una politica, questa che fa? Si limita a misure “carcerarie” per la popolazione. Imita i cinesi solo sul lato manettaro, non su quello dell'assistenza e del sostegno economico alla popolazione. Una roba in cui sarebbero buoni tutti. Non servirebbe nemmeno avere un premier ambizioso ed amante della vanagloria per “arrestare” la gente pensando che il virus si arresti con i carrarmati.

Occorrevano mascherine per medici ed infermieri; tute ermetiche usa e getta per gli operai; aiuto economico per la gente. Cosa hanno fatto invece? Hanno fatto diventare gli ospedali dei centri di contagio! Mentre indirizzavano il popolino recluso a sbavare il suo rancore social contro qualche poveraccio che usciva per qualche passo in solitaria, hanno lasciato medici ed infermieri soli; operai soli; cittadini soli.

Anzi, in compagnia di uno spettacolo Tv H24 dove presunti scienziati si azzuffano tra loro innamorati unicamente del loro ego metafisico; di governatorati umoristici che farebbero invidia ai fumetti; di sindaci protagonisti alla ricerca dell'assurdo ordinazionale.

Se il Paese ancora una volta ce la farà – e ce la farà – sarà a prezzo di enormi lutti e di grandi sacrifici. E se sopravviverà – e sopravviverà – sarà ancora una volta da solo grazie a se stesso. Perché mentre il paese lotta, i governanti sono intesi ad escogitar modulaglia da azzeccagarbugli.

mercoledì 25 marzo 2020

Le parole non servono a niente

Se un alieno si avventurasse da queste parti in questi giorni stenterebbe a credere che qui ci siano state città abitate. Troverebbe i segni di un passaggio. Vedrebbe strade, piazze, parchi, ma non saprebbe perché li abbiano costruiti. Non trovrebbe traccia della presenza umana. Perché quella presenza è come se si fosse ibernata, pre-auto-sterminata a sua insaputa.

La paura della scomparsa tra atroci sofferenze ha chiuso dentro anime e corpi. Rinchiuso menti. Si parla solo per mezzo di scatolette elettroniche, che presto diverranno anche tanti braccialetti elettronici. Si auspicano i carrarmati.

È bastato un virus micidiale a chiudere una parte del globo. Il male è alle porte. Alcuni si sono autoreclusi con gioia, altri con tristezza. Non fa differenza. Nei tempi della scienza, dei soloni imbalsamati, della tecnica onnipotente, non c'è nessun altra difesa che chiudersi dentro a tempo indefinito.

Alcuni si preoccupano di come sarà quando riusciranno. Tutti innanzitutto si augurano che ci siano ancora tutti. Certo non ci saranno più tante cose. Quello che prima era la cosiddetta “cultura” sparirà. Mai come oggi le parole sono vuote, insignificanti, retoriche. A volte è bello non sapere.

giovedì 19 marzo 2020

Dedicato a quelli che: vogliamo l'esercito

“Ci vuole l'esercito, l'esercito, l'esercito.... Vogliamo i militari per le strade...”. Il grido sale dal popolo recluso in casa, con il telefonino in agguato per vedere chi sgarra alle... regole.

Bene, sono d'accordo. Voglio anch'io i soldati. Con i mitra spianati, anche. Ma ad una condizione. Primo, un Generale lo mettiamo a Roma, chiudendo per l'occasione parlamento e governo. A questo generale diamo pieni poteri e gli facciamo commissariare tutte le regioni ed i comuni. I sindaci ed i presidenti di regione si riposano un po', stanno a casa anche loro, ed al loro posto mettiamo i prefetti, meglio ancora dei sottoufficiali militari.

A quel punto il Generale da Roma emana un editto semplice e chiaro. Tutti dentro. Potete uscire solo per questo, quello e quell'altro. Chiaro però. Del tipo, puoi uscire massimo un ora al giorno restando a tot metri da casa; puoi fare la spesa entro un raggio di..., eccetera. Questa norma, a quel punto, non si cambia ogni 24 ore. Resta ferma per un tempo che si vorrà.

Perché vedete, quello che destabilizza psicologicamente le persone, non è la detenzione domiciliare. L'uomo è un animale talmente adattabile che anche se lo chiudi in catene dentro una gabbia può reggere per tanto tempo, specie se è animato da credo o ideologia. Quello che fa impazzire le persone è il non fargli ricostruire un programma giornaliero. Se io so che posso uscire solo per quell'ora, in quel raggio, mi abituo. Ma se oggi mi vieti quello che ieri tu stesso mi suggerivi come salutare, mi fai impazzire.

Ecco allora, benvenga l'esercito. Ma l'esercito sia comandato da un generale con pieni poteri. Del resto, lo vedete voi un esercito che viene comandato dai sindaci o dagli assessori? Ottomila generali sindaci che ognuno da un ordine diverso ai soldati? Ma davvero pensate che un generale si faccia comandare da un sindaco o da un assessore? Soltanto se fosse una barzelletta tanto per... potrebbe accettare, per finta e per divertimento, un generale farsi dare ordini da un sindaco o un assessore.

Voglio i soldati anch'io, allora. Per lo meno non sento più questi sindaci-generali!

Speriamo non facciano morire le donne di cancro al seno

Sembra che a qualcuno sia venuto in mente di ospitare i malati del corona-virus nella struttura ospedaliera di Ortona che, finora, ha salvato la vita a molte donne con il tumore al seno. Il professor Cianchetti, che di quel centro d'eccellenza è stato per anni l'artefice, ha lanciato la sua preoccupazione con pubblici interventi. La domanda è: moriranno più donne di cancro per causa di ciò?

Del resto in questo tempo tragico e pazzo insieme, la gente è stata completamente rimbicillita. La gente è stata convinta che la colpa del virus sia sua. Magari di qualche cucciolo portato a spasso intorno al palazzo. Hanno trovato il paziente-zero: il cane domestico appunto. Ed alcuni, se potessero, lo impiccherebbero sulla pubblica piazza.

Dunque è colpa della gente se mancano le mascherine; se non si possono fare i tamponi a tappeto; se non abbiamo medici e posti letto negli ospedali. E colpa di quelli che portano a spasso il cane e magari fanno due passi in solitaria.

È colpa della gente che si contagia. E muore. E crepa peggio di un cane. Non è colpa di quei governi che – avendone i rapporti specialistici – hanno sottovalutato la portata dell'evento. Non è colpa di chi ha tagliato i fondi alla sanità. Di che si è divertito a costruire laboratori per la guerra batteriologica da cui – per carità – non è scappato alcun virus. È colpa del cane che fa due passi.

È colpa di chi va a fare a spesa oltre venti metri. Certo, tanmeno è colpa di Dio, per chi ci crede. Dio non c'è mai in certi frangenti. Non riesce nemmeno a mandare una alluvione, un diluvio universale, un asteroide che abbia un minimo di mira giusta. La gente ha diffuso il virus; la gente è incosciente; la gente è stupida...

Guardate, “state a casa” lo dico pure io. Oggi non pare ci sia altro da fare. Ma non colpevolizzatevi da soli. Pensate anche a quelle donne che forse – speriamo mai – moriranno di cancro a causa di una scelta sbagliata di chi non ha tutelato la sanità né prima, né adesso, né domani. Pensate a viaggi della speranza negli ospedali del nord, ultima ancora prima dell'abisso per molti, che ora non si potranno più fare.

Pensate a tutto questo, fatevi pisciare il cane in salotto o sulle scarpe se volete, e non ri-rompete i coglioni. Personalmente, mi fumano già al cubo.

mercoledì 18 marzo 2020

Pensieri reclusi / niente andrà bene

Quando riusciremo, se riusciremo, innanzitutto sarà una fortuna rivederci tutti, aver salva la pelle e quella sarà la cosa più importante. Forse la terza guerra mondiale che ci avevano promesso era questa.

Se ce la faremo, perderemo molte cose. Tante serrande rimarranno abbassate, perché falliranno. Tantissimi resteranno a casa anche dopo, perché perderanno il lavoro. Molti camperanno con le 500 euro al mese del governo, che sono una miseria, ma se stai chiuso dentro casa e mangi il minimo indispensabile, ti bastano: forse, ti bastano.

Non andremo più a fare colazione al bar. Un po' perché ci terranno a distanza l'uno dall'altro anche dopo, un po' perché non ce la potremo permettere. Non compreremo più la macchina nuova, tanto non ci serve. Usciremo pochissimo la sera, quando è probabile, ci sarà il coprifuoco. Anche fare l'amore sarà difficile: se non puoi incontrare nessuno eviti anche di innamorarti.

Quando riusciremo, se riusciremo, il mondo sarà cambiato. Ed anche noi saremo altri. Anche tra quelli che ce l'hanno fatta, molti saranno impazziti. Senza contare che qualcuno, tipo i cecchini del web, già lo sono adesso, fuori di testa.

martedì 17 marzo 2020

Pensieri reclusi: se potete, non mettetemi al mondo: estinguimoci così, serenamente


Se fossi Uno Che Non c'è, scriverei da un pianeta lontano. Verso un satellite inesistente. Se esistessero, un Prima e un Dopo, gli direi: per favore, se potete, non mettetemi al mondo.

Io non ve l'ho chiesto.

Io non ho chiesto di soffrire. Non ho chiesto di avere malattie infantili. Di penare per cattivi maestri. Non ho chiesto le guerre, per quanto, morire in battaglia, con una pallottola in fronte, è preferibile che crepare in un lazzaretto disumano. Io non ho chiesto. E voi non avete il diritto di pretendere.

Non ho chiesto di scampare a terremoti disastrosi. Di sopravvivvere a lutti devastanti. Di perdere le uniche persone che mi amavano. Non ho chiesto di finire sui tavolacci delle sale operatorie, anche più volte. Non ho chiesto di vedere amicizie care soffrire. Non ho chiesto di essere recluso, con su scritto “fine pena mai”, per crimini sociali che non ho nemmeno mai immaginato di commettere.

Io non ho chiesto. E voi non avete diritto di pretendere.

Estinguiamoci così, serenamente. Senza tante rotture di coglioni.

lunedì 16 marzo 2020

La politica italiana non potrà essere la stessa

Sbaglierebbe il dottor “Giuseppi”, alias Giuseppe Conte presidente del consiglio, se sottovalutasse quella foto di Papa Francesco ieri in giro a piedi per le vie di Roma. Perché è probabile che essa dica più di quel che sembra. Lo vedremo, magari, se il governo dovesse aggiustare un po' il tiro di qui a breve.

Del resto non è la sola immagine che conta. Basta leggere “Avvenire”, che pubblica articoli in difesa dela Costituzione, seppur con la proverbiale prudenza dato il momento. E perfino alcune uscite del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, lascia
no pensare a qualche cosa che ancora non è visibile all'orizzonte.

Del resto è difficile che da questa tragedia immane del virus, “Giuseppi” possa uscire da conducator come forse lui si aspetta. Conte, politicamente parlando, non ha nulla dietro. Piuttosto è facile che la politica italiana ne esca davvero stravolta. In ipotesi non è da escludere che nessuno dei leader attuali possa superare la prova in modo indenne.

Ahi visto mai che dopo non esca qualche nuovo condicator effettivo che manco te l'aspetti?

domenica 15 marzo 2020

Ingegnere e sommelier

Un giovane ingegnere gestionale aquilano, che vive e lavora a Vicenza, Luca Labate, ha creato una sua pagina facebook ("LL The simple Win deve portare questo link?e") con la quale esprime la sua seconda passione: l'enologia.

Luca, infatti, è davvero uno di quei giovani infaticabili, che non si fermano mai, pieni di interessi e di passioni. E' infatti anche un appassionato sommelier.  Mi dicono che la pagina sta avendo molto successo e l'ingegnere è già stato contattato per eventi del settore nell'area laziale/romana.

Di questi tempi bui, davvero una bella notizia che vale la pena dare. Congratulazioni a Luca ed a tutta la famiglia Labate.

giovedì 5 marzo 2020

Interrogato, non rispose

immagine di repertorio
A me pare, per quel poco che ascolto, che capto girando per la città, che la richiesta del mondo degli operatori turistici e dei commercianti sia semplice: organizziamo tre o quattro grandi eventi per l'estate prossima i quali, caso mai passasse questo stramaledetto virus, potrebbero riportare da noi un pò di gente. E, per farlo, usiamo i soldi della tassa di soggiorno.

Questa mi sembra la richiesta. E non mi pare sbagliata, tra l'altro. Ma è ovvio che, se lo vuoi fare, ci devi pensare adesso. Se no è tardi.

Ora, di fronte a questa semplice ipotesi, il Comune che dice? Il Sindaco che dice? il consiglio comunale che dice? La politica che dice? Si fa o non si fa? Ecco, interrogati, non risposero.