“Ci vuole
l'esercito, l'esercito, l'esercito.... Vogliamo i militari per le
strade...”. Il grido sale dal popolo recluso in casa, con il
telefonino in agguato per vedere chi sgarra alle... regole.
Bene, sono
d'accordo. Voglio anch'io i soldati. Con i mitra spianati, anche. Ma
ad una condizione. Primo, un Generale lo mettiamo a Roma, chiudendo
per l'occasione parlamento e governo. A questo generale diamo pieni
poteri e gli facciamo commissariare tutte le regioni ed i comuni. I
sindaci ed i presidenti di regione si riposano un po', stanno a casa
anche loro, ed al loro posto mettiamo i prefetti, meglio ancora dei
sottoufficiali militari.
A quel punto il
Generale da Roma emana un editto semplice e chiaro. Tutti dentro.
Potete uscire solo per questo, quello e quell'altro. Chiaro però.
Del tipo, puoi uscire massimo un ora al giorno restando a tot metri
da casa; puoi fare la spesa entro un raggio di..., eccetera. Questa
norma, a quel punto, non si cambia ogni 24 ore. Resta ferma per un
tempo che si vorrà.
Perché vedete,
quello che destabilizza psicologicamente le persone, non è la
detenzione domiciliare. L'uomo è un animale talmente adattabile che
anche se lo chiudi in catene dentro una gabbia può reggere per tanto
tempo, specie se è animato da credo o ideologia. Quello che fa
impazzire le persone è il non fargli ricostruire un programma
giornaliero. Se io so che posso uscire solo per quell'ora, in quel
raggio, mi abituo. Ma se oggi mi vieti quello che ieri tu stesso mi
suggerivi come salutare, mi fai impazzire.
Ecco allora,
benvenga l'esercito. Ma l'esercito sia comandato da un generale con
pieni poteri. Del resto, lo vedete voi un esercito che viene
comandato dai sindaci o dagli assessori? Ottomila generali sindaci
che ognuno da un ordine diverso ai soldati? Ma davvero pensate che un
generale si faccia comandare da un sindaco o da un assessore?
Soltanto se fosse una barzelletta tanto per... potrebbe accettare,
per finta e per divertimento, un generale farsi dare ordini da un
sindaco o un assessore.
Voglio i soldati
anch'io, allora. Per lo meno non sento più questi sindaci-generali!
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