domenica 22 dicembre 2024

Liliana e la solidarietà (con qualche riflessione natalizia)

Liliana di Tecco
ROSETO. A Roseto i poveri esistono. Nonostante il benessere medio della cittadina. E malgrado la narrazione ufficiale, che tende a far passare l'idea del tutto va bene. La dimostrazione è data da alcuni fatti.

All'inizio di dicembre, ad esempio, l'associazione “Abruzzo Amore”, animata dall'infaticabile Liliana di Tecco e dalle sue amiche, ha raccolto ben 28 mila euro da una cena all'hotel “Bellavista”, cui hanno partecipato circa 500 persone. Sono stati donati in parte al “Banco Alimentare” ed alla “Croce-blu” ed in altra parte per l'acquisto di una speciale-bici a beneficio della “Confad” di Roseto, che si occupa di disabilità. Quattro giorni prima di Natale inoltre, il “Banco Alimentare”, ha distribuito pacchi-dono a 150 famiglie, che fanno almeno 5-600 persone.

Ciò sta a dire che del problema povertà prim'ancora delle istituzioni se occupano le associazioni, ovvero l'anima sociale di Roseto. Ma le associazioni possono intervenire a valle del problema, mentre le cause andrebbero affrontate a monte, cioè nel trovare le condizioni di uscita dalla povertà. E questo dovrebbe essere compito delle cosiddette politiche sociali dello Stato, della Regione e, a cascata, dei Comuni. Ma se il fenomeno è in aumento, anche se rimane per lo più nascosto, vuol dire che queste politiche non funzionano.

Ed allora cerchiamo una breve riflessione natalizia. Partiamo da una domanda: sono poveri, d'accordo, ma perchè sono poveri? Diciamo così: Liliana di Tecco fa cose straordinarie. Riesce a tenere una rete invidiabile. Raccogliere 500 persone ad una cena solidale non è uno scherzo. E così le sue amiche. Sono una risorsa per Roseto. Ma non basta. Né può bastare. Perché? Fate mente ad un calcolo semplice, lasciando da parte i poveri-poveri, ovvero le situazioni di marginalità per scelta, inabilità, disagio psico-fisico, eccetera: quelle, è probabile, siano fisiologiche anche nella migliore delle società.

Prendiamo invece ciò che è nascosto, perché più normale. Se oggi una famiglia non ha casa, 4-500 euro al mese di fitto è già fortunata se la trova. Complice una politica abitativa che non prevede più – e da anni – case popolari in Italia, in Abruzzo quindi a Roseto. E, complice ancor più, una politica urbanistica che premia soltanto la rendita urbana delle zone di pregio della città (vedasi lungomare) con la conseguenza che lì i prezzi schizzano e, per trascinamento, vanno sù anche nei pressi. Le fasce sociali non più solo deboli, ma appunto normali, se vogliono trovare casa sono spinte ai margini della città, sempre più ai margini della stessa prima periferia. Una politica urbanistica che si traduce in conseguenze invisibili ma pesantissime sul piano della effettiva equità sociale (che sarebbe peraltro garantita dalla Costituzione).

Allora dicevamo, 4-500 euro di pigione, più bollette e spese condominiali: facciamo almeno 8-900 euro al mese? Forse non bastano. Poi devi mangiare. Con meno di 1.500 euro al mese una famiglia è borderline sul piano sociale. Ora, l'economia cittadina prevalente è turismo-commercio-edilizia. Sono settori notoriamente a bassi salari (tanta la letteratura economica che lo testimonia), a meno di non lavorare più o meno in proprio. Finché è stato possibile arrotondare con la piccola economia familiare che gira intorno al turismo, tanto tanto. Ma il futuro è grigio in tal senso. Oggi i guadagni buoni sono nelle professioni ad alta tecnologia, nel mondo web, che da noi abbiamo poco. Di qui la cosiddetta emigrazione dei “cevelli”, ma anche sempre più, dei professionisti.

Di fronte a questo la politica è muta. La Chiesa è muta. Tutti pensano a fare cultura. Che non vuol dir nulla, se non cala nel concreto. Poi abbiamo le Liliane (di Tecco e tutte le altre), che fanno il possibile, che suppliscono come possono. Ma fin dove possono arrivare? Questo è il punto, se volete politico ed etico (sì, questa è etica, non le amenità dialettiche). E di fronte a questo punto – che badate, è il futuro – cosa rispondiamo? Con la politica influencer? E dico influencer non solo qui, ma ovunque, purtroppo.

Ecco, a Natale, magari, buttiamoci un pensierino. E, se vogliono, ce lo buttino anche i parroci, che loro si hanno influenza sulla politica locale, altrimenti i presepi che si vedono in giro hanno solo un significato incantevole.

Buon Natale, cara Liliana. E scusami davvero per la seconda parte di questo post, che è soltanto una mia piccola riflessione che mi sono permesso di aggiungere!

sabato 21 dicembre 2024

Frollini flash (cronaca friabile della settimana).

ROSETO. Se Fratelli d'Italia regionale lascia la porta aperta (politicamente dicendo), poi è difficile lamentarsi se Marcone e Nugnes s'infilano... E intanto (parafrasando Adriano Celentano) il Saffo se ne va... non me ne ero... accorto prima... e Voltarrosto ha preso già (???) il posto dei... (cantava sempre Celentano)

Domenica 15 dicembre: “Ruzzum” antelitteram. Spuntano da uno scavo nei pressi di Cologna i resti di un acquedotto d'epoca romana. Un Ruzzum antelitteram, insomma. E Marco Borgatti, patron delle Guide, tosto ne approfitta per dire che è segno di riserva (del Borsacchio) e che da riserva né è segnato. Ma, ahilui, l'Italia è piena di vestigia archeologiche. E mai univoche indicano riserve né da queste sono indicate, essendo disanalogo il regime di tutela. Piuttosto faccia sapere, il solerte Borgatti, quali atti concreti (mozioni, interrogazioni, risoluzioni) abbia promosso il suo consigliere regionale, Enio Pavone, tra l'altro plateale amico dell'assessore De Annuntis co-firmatario un anno or sono della cancellazione del Borsacchio. Alla data in cui scriviamo, dal sito web del consiglio regionale, non né risulta alcuno.

16 dicembre: contributi, aumentiamo va'. Non è bastato il contributo per “Eventi d'amare”, manifestazione tra l'altro promossa all'iperbole dal Palazzo. Così la giunta civica ha stanziato altri 3 mila 846 euro: si aggiungono ai precedenti 5.900 euro. Già che c'era poi, sempre la Giunta civica, ha destinato 25 mila e 500 euro ad altre tre iniziative e 17 mila per creatività culturali da tenersi nella biblioteca comunale, peraltro ultimamente parzialmente interdetta al pubblico con ordinanza sindacale. Senza dimenticare i 15 mila euro del concerto di capodanno. Nel frattempo i poveri resistono. E per loro singoli cittadini propiziano solidarietà natalizia attraverso appelli social.

17 dicembre: quando a Roseto c'erano gli albeghi. Arriva all'immediato dopoguerra la storia degli alberghi a Roseto di Sandro Galantini. E li si ferma. Ma se il bravo storico giuliese non può che arrestarsi a quella data, lì si ferma anche la meritoria università della libera età, che lo ha invitato a parlarne. Poteva darsi un parallelo all'oggi, al baccanale delle betoniere che è diventato il lungomare. Ma a tanto la società civile rosetana, di cui l'enconiabile associazione è parte benemerita, non si spinge. Si poteva far cenno, allora. Ma evidentemente è parso sconveniente. E non si è fatto.

18 dicembre: sarò consigliere almeno fino al 2032. Capito in consiglio comunale (ma solo per spezzare il fresco esterno) proprio mentre Enio Pavone furiosamente attacca un misterioso misterX (chi sarà?). E nella foga (a proposito, la Meloni di Atreju pare una carmelitana scalza rispetto a Pavone quando si scaglia contro l'opposizione), gli scappa di dire che si candiderà ancora al Comune nel 2027 (perché, pensava vi fossero dubbi?). Ma se in casa (consiglio comunale) Pavone fa l'incendiario fuori casa (consiglio regionale) le poche volte che parla (tanto che non sa nemmeno “se dovevo tenere premuto sempre”), fa il pompiere. E addirittura (sic!) intende portare, udite udite, serenità!!!

18 dicembre: il Saffo non mangiarà il panettone alla... catarra! Con la decisione del consiglio comunale di far costruire palazzine ed edifici commerciali all'ex-fornace Catarra, sparisce per sempre la possibilità del liceo “Saffo” di farne la sua nuova sede. Hanno detto: il piano regolatore non lo prevedeva. Ora, il piano regolatore è di 35 anni fa. All'epoca non c'era il problema Saffo. Oggi c'è. Quindi il piano andava aggiornato. Pavone ha avuto 5 anni per aggiornarlo e non lo ha fatto. Di Girolamo ha avuto cinque anni per aggiornarlo e non lo ha fatto. Nugnes ha avuto tre anni per aggiornarlo e non lo ha fatto. Si vede stava bene così.

19 dicembre: app rifiuti. Non scaricherò nel mio telefono l'app Junker, che il Comune di fatto caldeggia. Lo considero non un servizio che loro fanno a me, ma io a loro, visto che pago già il salato tributo. Ritengo la moderna tecnologia un qualcosa che complica la vita, non la semplifica. Un'invasione indesiderata insomma. Almeno per me.

20 dicembre: scogliere: merito mio... no, mio. Posto che le scogliere a mare siano un merito (e che intestarsele politicamente porti consenso), Fratelli d'Italia di Roseto dice che tale merito va alla Regione guidata dal loro partito e non a Marcone-Nugnes, come da loro puntualmente rivendicato. Ma Fratelli d'Italia di Roseto questo lo dovrebbe dire all'assessore De Annuntis e quindi a Marsilio, che mai hanno smentito o preso le distanze dalle rivendicazioni di Nugnes e Marcone. E cosa dovrebbero fare gli abili naviganti della “Azione” rosetana? rinuciare alle giocate politiche in limes di fatto consentite dalle sviste comunicative di sponte regionale? Suvvia, mi pare pretendere un po' troppo!

sabato 14 dicembre 2024

Frollini flash (cronaca friabile della settimana)

ROSETO. Il semaforo a raggio rosso di Angelo Marcone sbaraglia tutti!

Domenica 8 dicembre: banchi riservati. In cinque anni la campana di Notre Dame a Parigi è tornata a suonare e la cattedrale tutta ricostruita. Da noi, sono 15 anni che il campanile di Montepagano non suona e due mesi sono andati solo per ingabbiare il torrino della chiesa. Ma se Parigi è lontana, a grandeur non scherziamo neanche qui. Nel giorno dell'Immacolata il sindaco pubblica una foto che lo ritrae – con i suoi fedelissimi – sui banchi addobbati e riservati nella chiesa del Sacro Cuore. Banchi distinti da quelli dei normali fedeli. Ed il messaggio comunicazionale è chiaro: ecco vedete, se anche la Chiesa mi considera con tanto riguardo e premura, ancor più me ne dovete voi popolo, che altro non siete – teologicamente proprio – se non poveri servi del Signore. Che poi la Chiesa conciliare (da 70 anni a questa parte) sia tutt'altro poco conta: il popolo non lo sa!

9 dicembre: tempo scaduto, lavori non finiti. Un caso di PNRR: l'asilo nido di via Manzoni. Ottima struttura, prima della demolizione. Tuttora un cantiere. Ma la comunità scolastica tace. E dai genitori dei bimbi nessuna protesta. Sanno che al Palazzo civico non gradiscono molto le critiche. E si adeguano.

10 dicembre: pensavo fosse un albero di Natale. Grandi cose... futuro radioso per i giovani... orgoglio: con queste parole il sindaco ha accompagnato l'accensione dell'albero di Natale. Insomma, sembrava un albero natalizio: era un proclama!

11 dicembre: qualche minuto in più da una parte, un mese in meno dall'altra. Il sindaco arriva con sette anni di ritardo rispetto alla promessa del suo Vice di abbuonare i primi 15 minuti di sosta a pagamento. Nel frattempo ha riempito la città di strisce blu. Ha piazzato parcometri a destra e manca della Nazionale (con relativa saturazione parcheggifera delle vie interne) e fatto scontare i minuti gratuiti con l'anticipo di un mese del ticket-parcometri sul lungomare. Eppure, dopo le (pochissime) voci critiche ricevute, il tg di una Tv locale non trova di meglio che concedergli l'ultima parola praticamente in esclusiva e senza contraddittorio. Evvia il pluralismo!

13 dicembre: è una “tassa”, ma non la chiamiamo tassa. La nostra benamata amministrazione rosetana non mette tasse: impone canoni (nel caso sui passi-carrai). E ciò non vuol dire mettere le mani nelle tasche dei cittadini - come avrebbe detto il nostro Pavone nel suo periodo Tremontiano - quanto chiedere gentilmente di aprire il borsellino e contribuire al fisco municipale. Ma siccome la nostra adorata amministrazione sa che l'informazione prevalente non dirà mai tassa ad una tassa non detta tassa dal dispaccio ufficiale, si può permettere l'artificio verbale.

14 dicembre: Marcone forever. Il frollino oro della settimana va però indubbiamente ad Angelo Marcone. Con il suo semaforo al raggio rosso di via Latini sbaraglia tutti. E fa dimenticare d'un colpo buche e lanterne (semaforiche) spente per mesi. Ma l'astutissimo pro-sindaco ha un solo asso nella manica (politica): riuscire a mantenere una comunicazione parallela e non del tutto unificata a quella, ineguagliabile, dell'inquilino della stanza a lui di fronte, ovvero del dottor Nugnes. Se vi riesce vive (politicamente), altrimenti peggio per lui.

sabato 7 dicembre 2024

Frollini flash (cronaca friabile della settimana)

Domenica 1° dicembre: l'albero di Borgatti. Dunque vediamo. Marco Borgatti e le sue Guide propongono l'albero di Natale ecologico. La cosa funzionerebbe così. Tu prendi un albero, a scelta fra tre essenze. Fai un bonifico intestato all'associazione dai 30 ai 50 euro a seconda dell'essenza. A quel punto vai a prelevare l'albero (a proposito, dove si prende?), lo porti a casa, l'addobbi per Natale oltre il gadget offerto, poi lo riporti (a proposito, dove si riporta?) e Marco Borgatti con i suoi volontari lo piantano nelle aiole della città. Posso dire si ma anche no senza beccarmi i furiosi insulti social delle risentitissime guide?

2 dicembre: legge “mancia”. Ed intanto su Roseto piovono 120 mila euro di contributi dalla cosiddetta “legge mancia”. Quella che il deputato Pd, Luciano D'Alfonso, definisce dei “braccialetti e delle collanine” e il leader regionale Luciano D'Amico aborra. La pensa così anche il loro fido consigliere regionale rosetano Enio Pavone? (vedi a proposito il prossimo frollino). Ma parlando sempre di contributi, che fine ha fatto il parere della segreteria generale (lo leggete qui sopra in immagine) circa l'utilizzo del palazzo del Mare?

3 dicembre: Pavone interpreta D'Amico. Ed ecco appunto, se Pavone in Regione in genere tace, qualche volta dà l'interpretazione autentica del D'Amico-pensiero. Dunque, se il leader del campo-largo, Luciano D'Amico, spara contro la legge-mancia (o delle collanine e braccialetti, come detto), Pavone interpreta la norma come discutibile si, ma nemmeno tanto. Così l'ex-rettore e docente universitario D'Amico ha finalmente trovato nel suo amico rosetano – cui ha offerto memorabili passerelle esclusive durante la campagna elettorale, è bene non dimenticare – il traduttore effettivo del suo pensiero che sarebbe meno drastico sulla legge-mancia rispetto a come appare dalle cronache.

5 dicembre: al vostro divertimento pensiamo noi e non solo a Natale. Soltanto progettare l'adattamento di un edificio esistente per la sede di un ufficio pubblico, costerà 77 mila euro circa. Ma queste cose al popolo non interessano: i soldi pubblici non sono soldi suoi. Eppoi anche quest'anno i Comuni (tutti i Comuni, eh!) organizzano al popolo il Natale. Naturalmente spendendo altri soldi pubblici. Ma Natale è bello. Al popolo piace. Ed i sindaci (tutti i sindaci, eh!) sono lieti di affiancarvi la loro faccia. Del resto, non promettono dal Comune nostro di spendere 375 mila euro l'anno prossimo per eventi e manifestazioni, un tempo si sarebbe detto canti & balli? Più o meno la stessa cifra che si spende per le mense scolastiche, ma lì – a differenza dei canti & balli – molto è rimesso dalle rette a carico delle tasche dei genitori.

5 dicembre: bilancio bioimpedenziometrico. Ed intanto, quando al Natale vero mancano 20 giorni, già si intravede il bilancio prossimo venturo. Un bilancio che, in termini medici, si direbbe bioimpedenziometrico, cioè si comincia a valutare la massa magra e la massa grassa del bilancio: in altre parole, s'ode profumo d'elezioni!

6 dicembre. Un po' di metri cubi non si negano a nessuno. E per finire una ripassatina d'urbanistica. A beneficio di quell'assessore Gianni Mazzocchetti che continua a vantare i 127 posti auto all'ex-Catarra come il sol dell'avvenire della fiorente pianificazione rosetana. Pianificazione che – assessore, sindaco e Consigliere-maximo dixit – oggi consentirebbe a tutti di costruire, mentre prima solo a qualcuno (i cuor di leone non hanno detto chi erano i qualcuno). Mazzocchetti, di professione commercialista, dovrebbe sapere che il 5 per cento in superficie dell'intervento edilizio sui 30 mila metri quadri della ex-fornance (tanto fanno i suoi parcheggi) equivale più o meno all'area di porta dentro un campo di calcio. Quello spazio di rigore, ovvero, dove qualche volta, nel mondo del pallone, possono giocarsi anche delle... ribattute!