lunedì 11 novembre 2024

"Ed io rinascerò... cervo a primavera..."

ROSETO. Non sono un agricoltore di montagna. Quindi non ho avuto danni da cervo. Nemmeno ho mai incrociato un cervo di notte sulla strada. Dunque non ho avuto l'auto eventualmente distrutta. Non sono neanche ambientalista o particolare amante degli animali. Anzi, degli animali, compresi cervi, lupi o orsi, ho sinceramente fifa e preferirei evitarli. Dunque non sono parte in causa.

Eppure, i miei occhi stanchi e vecchi, in questa vicenda dei cervi abruzzesi vedono tre posizioni. La prima è del governatore Marsilio (Fratelli d'Italia) e, soprattutto, della Lega. I quali hanno tra i loro elettori anche cacciatori e agricoltori cui hanno voluto offrire la... pelle del cervo, ovvero la possibilità di sparargli a palle di fucile. Il che, per il momento, si è infranto con la decisione del Consiglio di Stato di sospendere l'atto. Ma poco male. Possono sempre dire ai loro sostenitori: ci abbiamo provato, ma la solita applicazione delle norme ci ha bloccato. E sono politicamente salvi.

C'è poi il centro-sinistra ufficiale. Che ha tra i sostenitori anche parte del mondo ambientalista. A cui la caccia al cervo proprio non andava giù. Ed anche loro possono dire ai loro elettori di aver vinto, essendo riusciti finora a bloccare Marsilio. Salvi anche loro, politicamente.

C'è poi una terza posizione. Che non è molto rappresentata in politica. È una posizione per certi versi spirituale e civile. Ma al contempo ha basi scientifiche e pragmatiche. Va dal new-green all'impatto zero. Tuttavia sarebbe realizzabile nella pratica. Una battaglia radicale ed al contempo moderata. 

In qualche senso la interpreta una bravissima consigliera comunale di Pescara, Simona Barba, che tra l'altro ha origini rosetane. Del resto di questo nuovo rapporto uomo-natura-animali, me ne parlò per prima, in una conversazione privata, una mia carissima amica rosetana ormai lontanissima dalla politica.

Io non so descrivere bene questa posizione. Ma sento in essa una convinzione profonda. Che non nega il problema cervi o quant'altro, ma elabora soluzioni innovative e alternative. Quella convinzione che manca alla politica. La quale agisce invece per tattica e per convenienza elettorale del momento. E quando alla politica, specie di centro-sinistra, manca una base filosofica e culturale alternativa, magari la battaglia sui cervi la vince, ma quella elettorale no.

Per dirla con una vecchia canzone di Riccardo Cocciante: Ed io rinascerò... cervo a primavera... oppure diverrò... gabbiano di scogliera... Ecco, non sò se il centro-sinistra abruzzese rinascerà cervo in una qualche primavera oppure, facilmente, perderà di nuovo le elezioni; ovvero se sceglierà di non rinascere né cervo né gabbiano!

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