martedì 12 novembre 2024

Chiederà indietro anche le foto-opportunity?


TERAMO. Chiede indietro il posto di consigliere provinciale. Reagisce così Giulio Sottanelli, leader abruzzese di "Azione", all'abbandono del partito di Libera D'Amelio, già fervente militante nonché consigliera provinciale appunto. Abbandono in direzione Mara Carfagna, ovvero verso Forza Italia, sospetta e scrive Giulio medesimo.

Ora però, c'è un problema. Un problema politico. Giulio (Sottanelli) ed Enio (Pavone) sono troppo avveduti e scaltri della politica per non sapere che la pretesa equidistanza centrista di "Azione" (in nome della quale si rivolge all'avvocato Libera D'Amelio) è sempre più una chimera visto il protagonismo nazionale di Forza Italia proprio in quell'area. Ed allora al Calenda non resta che una difficile rentrèe in quel campo largo nel quale in Abruzzo già risiedono da un anno, e felicemente con D'Amico, proprio Pavone e quindi Sottanelli stesso.

Del resto loro solo ed esclusivamente a centro-sinistra possono stare. E la ragione è semplice. Tutto il loro potere politico infatti, instà a Roseto. E solo controllando in situazioni monopolista il comune di Roseto che è riuscita la scalata a Roma dell'uno ed all'Emiciclo dell'altro, in entrambe i casi assistita anche da colpi di fortuna che la metà bastava.

Ma il fortino Roseto, determinante, lo tengono soltanto se ai loro voti (stimati in più prove in 2 mila circa) sommano gli altrettanti di Mario Nugnes e le sue liste civiche per le quali è sindaco. E quelli di Mario Nugnes sono voti eminentemente cattolici, ma soprattutto di estrazione "centro-sinistra".

Si ha dunque che Sottanelli e Pavone non possono andare a destra pena il dimezzamento elettorale, perché Nugnes non potrebbe (e nemmeno vorrebbe ad avviso di queste righe) spostare in quei lidi un consenso che è immancabilmente, senza alternativa, solo ed esclusivamente "catto-sinistra", come si diceva un tempo. E, per converso, non potrebbe lo stesso Nugnes abbandonare Pavone e Sottanelli se non al prezzo di perdere influenza se non la carica tout-court di Primo Cittadino.

Ecco allora che la loro è una collocazione obbligata ed una alleanza immodificabile.

C'è poco da protestare in nome del "centro" allora, quanto cominciare a preoccuparsi che un potere solo "Roseto-centrico" ha in sé le caratteristiche politiche della soluzione chimica-instabile. Il prodotto chimico-politico che ne risulta è solidissimo, a patto che l'alchimia che lo tiene in piedi regga intera. La domanda è: fino a quando reggerà intera?

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