sabato 4 maggio 2024

La cultura della divisione, del "noi" e "voi", della separazione, di un neo-clericalismo spinto

ROSETO. Nella strategia comunicazionale dell'amministrazione Nugnes (a tutti i livelli) c'è una costante: l'immancabile individuazione di un “nemico”. Qualcuno da indicare all'opinione pubblica come il responsabile delle cose storte da contrapporre all'amministrazione stessa, autoesaltata sempre come eccezionalmente capace di risolvere i problemi.

Si prenda la pubblica illuminazione. Si compie un atto tecnico che la riguarda? Siamo bravissimi noi ad averlo elaborato, mentre non ne erano capaci quelli di prima. Che poi il pro-sindaco bruci la notizia al sindaco stesso, anticipandola di 24 ore e narrandola a suo pro, appunto, dai propri canali social, è un dettaglio anch'esso costante. Il pro-sindaco, infatti, ha una comunicazione parallela, personale, attraverso la quale rivendica tutto, come se in Comune ogni cosa di buono capita – di buono secondo lui, beninteso – è merito suo.

Ma vogliamo dire degli asili nido? Si comunica l'apertura delle iscrizioni come un trionfo dell'attuale assessore al ramo, contrapposto invece al fallimento di tre anni fa, cui sono attribuiti ritardi rispetto invece agli anticipi attuali. Che tre anni or sono amministrasse il Pd, partito alleato strettissimo a livello nazionale del partitino dell'assessore in questione, non conta. La gente delle alleanze con questi micro-partiti cosa può saperne?

Vogliamo magari parlare dei problemi della pista ciclabile? Colpa di un assessore di Fratelli d'Italia in carica 9 (diconsi nove) anni fa. Nemmeno del sindaco di allora (che era Enio Pavone, tra l'altro), ma di un singolo assessore che avrebbe fatto tutto da solo. Come dire che il traffico della Roma d'oggi è colpa delle bighe di Giulio Cesare di duemila anni fa, che erano progettate male.

Sempre noi buoni – voi cattivi. Invariabilmente. E sorprende fino a un certo punto che tale politica venga da chi si è nutrito ed è espressione di una cultura politica clericale. E qui si usa il termine clericale in senso storico, ovvero del clericalismo quale sinonimo di separazione, adulazione, richiesta di conformare, dividere: in una parola, essere solo ed esclusivamente di parte. Il tutto senza disporre di un'idea, un fine, un senso di fratellanza comune.

Pare funzioni. Ma a che prezzo, in ragione di morale sociale?

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