mercoledì 15 maggio 2024

"Festival delle bande musicali" di Giulianova: quando la musica prova ad unire


GIULIANOVA. Richiama sempre molti appassionati, ma anche molto pubblico in generale, il “Festival delle bande musicali” di Giulianova, giunto quest'anno all'edizione numero 24. Una formula particolare, quella del festival in programma dal 21 al 26 maggio. Perché uno dice “musica da banda” e pensa alle feste popolari. Da cui tutto parte, ma da cui tutto si evolve però. E così la matrice si devolve al presente, anche alla musica colta, con robuste contaminazioni internazionali.

Da questo mix davvero particolare nasce la peculiarità pressoché unica del festival giuliese. Dove trovi la banda della Polizia di Stato con 90 anni di storia o quella della Marina militare. Ma poi arrivano le sonorità del Messico, con una formazione bandistica di 98 elementi giovanissimi, dagli 11 ai 18 anni. Ed a questo si unisce la tradizione musiale dell'est europa o della grecia nonché le tipiche formazioni di majorettes. “Un incontro di tante culture musicali, perché la musica racconta di pace e di unione dei popoli”, dice la storica presentatrice del festival, Mirella Lelli.

Negli anni, infatti, sono state oltre 250 le bande partecipanti da ben 47 Paesi europei e americani. Nell'edizione 2024, inoltre, si esibiranno anche tenori come Gianluca Terranova, reduce da una tournée in Cina, nonché protagonista del film “Caruso” di qualche anno fa, oppure la soprano Elena d'Angelo. Insomma, un partererre di alto livello che man mano Mirella Lelli illustrerà alla stampa curando lei stessa anche le relazioni con i media.

A Giulianova dunque hanno saputo mantenere e coltivare le radici profonde di questa interessante rassegna musicale. Al contrario di Roseto, invece, dove ad esempio i semi altrettanto fecondi di “Roseto opera prima” o del “Festival Letterario”, li hanno lasciati essiccare e disperdere in qualcosa che non è più quel che è stato. Ma questo, ovvio, è altro discorso. L'amministrazione comunale giuliese, infatti, al di là dei normali avvicendamenti politici, è riuscita a conservare queste ottime tradizioni. A Roseto non è successo: pazienza!

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