Da questo mix davvero particolare nasce la peculiarità pressoché unica del festival giuliese. Dove trovi la banda della Polizia di Stato con 90 anni di storia o quella della Marina militare. Ma poi arrivano le sonorità del Messico, con una formazione bandistica di 98 elementi giovanissimi, dagli 11 ai 18 anni. Ed a questo si unisce la tradizione musiale dell'est europa o della grecia nonché le tipiche formazioni di majorettes. “Un incontro di tante culture musicali, perché la musica racconta di pace e di unione dei popoli”, dice la storica presentatrice del festival, Mirella Lelli.
Negli anni, infatti, sono state oltre 250 le bande partecipanti da ben 47 Paesi europei e americani. Nell'edizione 2024, inoltre, si esibiranno anche tenori come Gianluca Terranova, reduce da una tournée in Cina, nonché protagonista del film “Caruso” di qualche anno fa, oppure la soprano Elena d'Angelo. Insomma, un partererre di alto livello che man mano Mirella Lelli illustrerà alla stampa curando lei stessa anche le relazioni con i media.
A Giulianova dunque hanno saputo mantenere e coltivare le radici profonde di questa interessante rassegna musicale. Al contrario di Roseto, invece, dove ad esempio i semi altrettanto fecondi di “Roseto opera prima” o del “Festival Letterario”, li hanno lasciati essiccare e disperdere in qualcosa che non è più quel che è stato. Ma questo, ovvio, è altro discorso. L'amministrazione comunale giuliese, infatti, al di là dei normali avvicendamenti politici, è riuscita a conservare queste ottime tradizioni. A Roseto non è successo: pazienza!
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