martedì 30 aprile 2024

Ma è questo il garantismo della "Azione" rosetana? Siamo tutti spiati?

ROSETO. Quando ho letto il comunicato che vedete riportato in estratto nell'immagine qui riprodotta, sono rimasto francamente stupefatto.

Dunque una forza politica, accede con estrema facilità a dati sensibili contenuti negli archivi municipali e li sbatte in faccia all'opinione pubblica ai danni di un cittadino considerato politicamente dissidente. Che sia vero o no quello che gli viene attribuito non è questa la sede per stabilire.

Vediamo però il metodo. Si fa un accesso ad alcuni dati, dunque. Prima domanda: come sono custoditi questi dati? Qual è il loro livello di sicurezza? Cosa garantisce che l'accesso sia stato limitato a quel singolo cittadino oppure esteso, random ad altri cittadini considerati “dissidenti”? Cosa dobbiamo aspettarci? Verranno fuori altri “segreti” oppure l'attività da 007 è limitata a quel solo episodio?

Ma anche se fosse in corso un'attività di accertamento nello specifico, è quella la forma di legge per la sua divulgazione? Quale tipo di garantismo, pur costituzionalmente previsto, è applicato alla fattispecie?

Ecco, “Azione” si dice un partito garantista. Si gradirebbe l'opinione dell'onorevole Sottanelli se, nel comportamento della “sua” Azione rosetana riscontra garantismo o piuttosto atteggiamenti difficilmente comprensibili in termini politici democratici.

Davvero impressionante.

giovedì 25 aprile 2024

A proposito del 25 Aprile

ROSETO. Il 25 Aprile è ricorrenza civile e politica. Non è, come dice il sindaco di Roseto, Mario Nugnes, questione di “politiche giovanili”. Il Comune è istituzione civile della Repubblica italiana. Non è né balia, né pedagogo o peggio ancora educatore.

Il 25 Aprile si riferisce esclusivamente alla lotta di liberazione italiana. Nulla c'entra con i giovani e gli anziani o con l'età biologica dei cittadini tutti. Che poi altro discorso sarebbe per i tanti concittadini, di fatto o di diritto, che vivono per qualche milione in Italia e sempre più saranno nel futuro, provenendo da altri mondi che con quella storia c'entrano solo per sentito dire, se il dire lo hanno sentito. Caso mai quindi non ai giovani in senso generico, ma a coloro che vivono in Italia da non italiani si dovrebbe pensare.

Ma per tornare al 25 aprile nostro, essa è data in cui, 79 anni or sono, culmina un momento tutto politico ed ideologico; un momento, per dirla con l'insostituibile Piero Calamandrei, che pensò di essere in primo luogo “...vittoria dell'uguaglianza morale di ogni creatura umana”. Ogni creatura umana: senza distinzione di genere, di sesso, di maschio o di femmina, di giovane o di vecchio, di ricco o di povero. Ogni creatura umana, ovvero persona, individuo, singolo soggetto di diritto. Soggetto di diritto come tale indisponibile da parte dello Stato e figuriamoci di un Comune.

In questo senso il 25 Aprile non appartiene ad una età biologica. Caso mai appartiene ancora ad una speranza, forse un mito, di un remotissimo avvenire.

Vi riflettano, quando hanno tempo, gli odierni celebranti la festa ufficialmente decretata giovanilistica. Perché tra l'accettare il ruolo di un Comune educatore all'acconsentire a quello di un Comune suggeritore ufficiale persino di un determinato consumo di musica, magari con aperitivo annesso, il passo è molto più breve di quel che appare.

Buon 25 Aprile!

mercoledì 24 aprile 2024

Se non vi fosse Enio me lo dovrei inventare. Specie quando dice: non sopporto chi critica gli stipendi dei politici!

Enio Pavone, sindaco-emerito di Roseto
ROSETO. Questa mattina, mercoledì 24 aprile, a margine della presentazione in Comune della bella manifestazione “Roseto cup” (di cui trovate qualcosa anche sulla pagina Fb “Roseto eclettica”), mi sono gustato un impagabile siparietto politico che debbo raccontare ai miei quattro lettori. Perché è stato per me troppo bello.

Dunque, come al solito, il protagonista politico principale della mattinata è stato Enio Pavone, consigliere comunale, provinciale (ex-da appena qualche giorno) e regionale di “Azione”. Il quale, naturalmente, è stato ricoperto di complimenti dal sindaco, Mario Nugnes (caro Enio, ti suggerisco di moderare un attimo tutti questi complimenti, perché il vecchio detto contadino, che tu conosci benissimo, recita: il troppo stroppia!). 

Ma Enio, che in pubblico è burbero e duro, a tu per tu è davvero simpatico ed amichevole. Così, siccome siamo coetanei e vecchi “avversari” dal 2011, ci siamo dati appuntamento nel suo nuovo ufficio a palazzo dell'Emiciclo all'Aquila per un caffé (che rigorosamente dovrà pagare lui). Sà, non frequento quel Palazzo da almeno 14 anni e avrei piacere ritrovare qualche vecchia amicizia che colà avevo quando ne praticavo quasi tutti i giorni.

Prima di questo, però, va riferito in breve il suo dire nell'occasione odierna. Dopo aver infatti rivolto i giusti e doverosi ringraziamenti a “Roseto cup” (ai quali mi unisco), se ne è uscito con uno di quei suoi pipponi moralisti sullo sport come antitodo a tutti i mali giovanili, che francamente non sta né in cielo né in terra. Ma lui è così. E magari ci crede. Soprattutto, però, ha aggiunto che lui non sopporta chi critica la politica e, massimamente, chi dice che i politici guadagnano troppo. Ma proprio sui santissimi, ha coloro che passeggiano sul lungomare di Roseto senza far nulla e se la prendono con “chi fa” (che in pratica sarebbe lui).

Ora, caro Enio, temo mi dovrai sopportare ancora un pò, se la salute mi assiste. Perché si dà il caso che tra me e te ci siano delle affinità(non)elettive. A me infatti piace soffermarmi con qualche osservazione (non saprei poi se definirle critiche) proprio sui politici alla tua maniera, di cui non condivido pressocché nulla; mentre a te piace avere sulle scatole osservatori come il sottoscritto, che oltretutto ti portano fortuna perché riesci sempre ad essere eletto, forse anche grazie a queste innocenti osservazioni.

Quindi che dire: io vorrei smettere di avere un blog, una pagina Fb e di esprimere la mia opinione, perché mi sono davvero stufato di mé stesso e ritirarmi sulla riva al mare esattamente a non far nulla come dici. Ma tu mi stimoli e lavori per non farmi appendere la penna al chiodo. Anche perché ti ho sentito per la prima volta questa mattina usare la parola opposizione riferita al tuo ruolo in Regione. Sai che ti dico, caro Enio: comincio a pensare che stavolta rimarrai davvero a sinistra, compagno di quei Cinque Stelle che hanno esattamente la tua stessa opinione sugli stipendi dei politici e di quei verdi-di-sinistra che la pensano proprio uguale a te sull'urbanistica. E mi fa davvero piacere che, per una volta, ti fermi dove sei stato eletto, ovvero a sinistra.

A presto per un caffè allora, caro vecchio compagno-socialista Enio. Con simpatia. Come sempre.

P.s.: ah, quasi dimenticavo: è la seconda volta in due giorni che noto l'assenza ad una presentazione dell'avvocata Gabriella Recchiuti. Almeno non sia in missione segreta in qualche capitale europea, magari a propagandare gli eventi internazionali del Cartellone rosetano, questa seconda assenza in due giorni comincia a recare in me una certa sorpresa. Anche qui con simpatia, naturalments!

martedì 23 aprile 2024

Avvelenare i pozzi non è mai segno di forza di una maggioranza

ROSETO. Sempre tesi i rapporti in consiglio comunale. In specie tra la presidente d'Aula, Gabriella Recchiuti (di "Azione") ed i consiglieri Francesco di Giuseppe (Fratelli d'Italia) e Teresa Ginoble (Si.Amo-Roseto).

All'origine di questa disputa c'è il regolamento dei lavori consiliari. Che lo scorso anno la maggioranza e la presidente Recchiuti imposero a colpi di maggioranza, appunto, soprattutto "contro" gli emendamenti di Di Giuseppe.

Da quello è nato il ricorso al Tar, vinto dal consigliere di Fratelli d'Italia e dalla consigliera di Si.Amo-Roseto. E da lì nasce un'attenzione di Fratelli d'Italia e Si.Amo-Roseto sulle regole procedurali, sulle quali ha spesso colto in difficoltà la presidente di "Azione".

Ecco il risultato, dunque, di aver voluto a tutti i costi trasformare una questione che dovrebbe essere di tutti come il regolamento in una cosa talmente di parte da arrivare a "processare" in una conferenza stampa che sembrava una "corte d'assise" politica proprio il consigliere Di Giuseppe. 

Purtroppo, chi semina vento raccoglie tempesta, naturalmente in politica. E sorprende che una politica così divisiva venga da un partito, "Azione", che pretenderebbe di essere moderato. 

Ma tant'è!

sabato 20 aprile 2024

Sabatino di Girolamo: "Pagai un duro prezzo politico per essermi opposto a certe varianti"

Emanuela Ferretti e Sabatino Di Girolamo

ROSETO. “Hanno abbandonato tutti i piani urbanistici che avevamo predisposto per agire caso per caso, area per area, senza nessuna visione d'insieme”. È in sintesi questo il contenuto di una conferenza stampa tenuta questa mattina dal Pd di Roseto circa i temi urbanistici della città.

Ed è stato sopratutto l'ex-sindaco, Sabatino Di Girolamo, introdotto dalla segretaria cittadina, Emanuela Ferretti, a lamentare l'assoluta mancanza di confronto con la maggioranza. il presidente della commissione urbanistica, Enio Pavone – ha osservato Di Girolamo – non riunisce più la commissione da non so quanto tempo. E mentre nelle sedi istituzionali manca totalmente il dibattito, ci ritroviamo mega-interventi come quello sull'area “Castelli” che satureranno tutte le possibilità edificatorie del resto della città e delle Frazioni per anni, ha aggiunto l'ex-consigliere, Celestino Salvatore.

Senza dimenticare – ha insistito Di Girolamo – i tanti interventi “spot”; lo sfruttamento della eredità della nostra buona amministrazione, che ha pagato un prezzo enorme per non essersi piegata a certe logiche; per aver cercato di salvaguardare l'interesse pubblico e la difesa degli spazi verdi. Noi – hanno sottolineato Emanuela Ferretti, Sabatino di Girolamo e Celestino Salvatore – abbiamo dell'urbanistica una concezione opposta a quella che purtroppo vediamo praticata dall'attuale amministrazione.

Tornando all'area “ex-Castelli”, si parla di oltre 350 appartamenti, con un indice di sfruttamento del suolo del 50 per cento rispetto al 35 per cento di una precedente proposta e palazzi altri sei piani invece di quattro piani. Se costruiscono tutta quella lottizzazione lì – dice il Pd – non ci sarà più spazio per nessuna cubatura, neanche piccola, nemmeno per la singola casetta uni-familiare nelle Frazioni, visto che viene tutto concentrato in centro e sul lungomare in particolare.

Una cosa è certa, sostiene l'ex-sindaco Sabatino Di Girolamo: "Con me certe varianti non si sarebbero mai realizzate così. E per essermi opposto, ho pagato un duro prezzo politico. Di cui, però, vado fiero. Anzi, lo rivendico!"

mercoledì 17 aprile 2024

Il pianeta si salva con il secchiello e la paletta

Che poi i nostri tempi di finalmente mutata sensibilità ambientale sono così. Alle nuove generazioni specialmente, ad esempio, dà fastidio la plastica sulle spiagge. Perciò organizzano delle pulizie volontarie per raccoglierla. Con il plauso, ovvio, dei sindaci di turno.

Se poi al di là della strada stanno costruendo un palazzone stile brutal-beton che oscura sole e luce, interessa loro molto meno. Anzi, non glene importa proprio nulla. Per questa generazione ad alta sensibilità ambientale, l'importante è il secchiello e la paletta, dei bellissimi sorrisi a favore di social e foto di rito, magari proprio con quella politica di turno che poco più a valle sta disegnando impatti urbanistici che solo con i teli di cantiere faranno tanti di quei quintali di plastica che i pulitori festivi di spiagge nemmeno si immaginano.

Ma è così, il pianeta lo difendono loro. Ed i loro sindaci di fiducia. Mentre il paesaggio ed i pochi spazi verdi rimasti non li difende nessuno. Loro sono convinti che la terra si salva con un secchiello ed una paletta. Altri, ben più concretamente, sorridono dall'alto dei loro futuri super-attici, fiduciosi che fin quando fioriranno simpatici selfie che fan tanto ambientalism-correct non ci sarà in fondo da preoccuparsi.

martedì 9 aprile 2024

Fino al 45 per cento di profitti riconosciuti dal Comune nella privatizzazione dei parcheggi

Teresa Ginoble e Francesco Di Giuseppe
ROSETO. Un meccanismo di un iperliberismo implacabile. Che forse nemmeno i falchi delle privatizzazioni stile argentino sarebbero stati capaci di immaginare. È il principio che l'associazione “Si.Amo”, insieme ai consiglieri Francesco di Giuseppe (Fratelli d'Italia), Teresa Ginoble (gruppo “Si.Amo”) e Nicola Petrini sono riusciti a ricostruire.

“Si.Amo” è da circa un anno che cerca di venire a capo di un sistema di privatizzazione dei parcheggi che la scorsa estate, tra l'altro, ha portato molti automobilisti a fare delle corse pazzesche tra lo sportello dell'auto e le macchinette dei parcometri nella paura di venir multati nel frattempo. Di qui è partita l'associazione per cercare di capire. E, nonostante i tanti ostacoli nella sua ricerca, comprese le risposte non chiare alle interrogazioni consiliari di Teresa Ginoble, è riuscita ad individuare i “dubbi in merito alle clausole economiche pattuite dall’amministrazione Nugnes”.

"Dando uno sguardo alle condizioni contrattuali del servizio – si legge nel comunicato si può intuire il perché di tanta spietatezza: più si incassa infatti più la ditta viene pagata. Il nostro Ente attualmente versa di base all’impresa 132 mila euro per il noleggio dei parcometri, più 11 euro ogni singola multa. Inoltre, dopo aver raggiunto il tetto dei 300 mila euro di incasso, ogni ulteriore euro di introito rimane solo per il 55 per cento nelle casse del Comune mentre il restante 45 per cento viene versato alla ditta senza ottenere in cambio alcun servizio aggiuntivo o migliorativo per la Città"

“Facendo un semplice esempio – continua il comunicato  se tra ticket, abbonamenti e contravvenzioni da sosta a pagamento fossimo giunti alla cifra di 500 mila euro (probabilmente di fatto già superata) nelle casse del nostro Comune rimarrebbero appena 110 mila euro mentre 90 mila andrebbero dritti dritti sul conto corrente dell’impresa privata."

"Con un sistema così diabolico e al contempo fortemente dubbio in termini di legittimità, tramontano tutte le speranze sull’attivazione della sosta gentile da parte dell’amministrazione Nugnes – come promesso durante il consiglio comunale dello scorso 12 ottobre  per introdurre una tolleranza pari a massimo 15 minuti", concludono Ginoble, Di Giuseppe e Petrini.

Una privatizzazione durissima, quindi. Per di più condotta da un'amministrazione guidata da un sindaco che pochi giorni fa, in una conferenza stampa, ha ricordato di aver fatto anche il catechista. Purtroppo, ben poco di caritatevole si riscontra nell'operato fattuale della sua amministrazione, specie nella intolleranza assoluta manifestata per chi mette un minuto in più a fare un semplice ticket di un parcheggio senza tra l'altro far del male a nessuno. Una intransigenza degna davvero di miglior causa.


domenica 7 aprile 2024

Caro Franco, non possono: se vanno a sinistra lasciano spazio a destra... se vanno a destra lasciano spazio a sinistra...

ROSETO. Ha un bel dire, Franco di Bonaventura, stimato ed apprezzato ex-sindaco di Roseto, quando auspica un accordo tra Pd ed “Azione”. Se poi lo stesso giorno che su “Koiné” esce la sua intervista, per causualità casuale, dal Palazzo parte un drone di precisione che centra in pieno uno dei totem pieddino, ovvero il risanamento del bilancio, che Nugnes improvvisamente intesta a sé stesso togliendolo a Sabatino di Girolamo, che in effetti ne fu l'artefice, bhé allora...

Bilancio o non bilancio, tuttavia, esistono ragioni politiche che si frappongono alla tesi di Franco di Bonaventura, che pur sarebbe buona e giusta per chiarezza. Per capire, pensate ad una gara di formula uno in un giorno di pioggia. Il pilota che precede ha un auto non molto potente. Ma il driver è temerario. Scarta a destra e sinistra e disorienta gli inseguitori. Così quando l'Azione di Pavone-Sottanelli-Nugnes, ovvero il nostro driver, accelera un po' a sinistra, gli inseguitori per evitare spruzzi dagli alettoni, provano ad infilarlo a destra (è successo durante la campagna elettorale per le regionali). Se sterza dall'altro lato (potrà succedere a breve), per la stessa ragione lascia invece spiragli a sinistra. Ma attenzione, ad una sinistra competitiva, che voglia sorpassare, non affiancarsi. Ed oggi, una sinistra che caccia la freccia per cambiare di corsia non c'è. O meglio: non c'è ancora, perché l'incognita Mariani (Sandro), alias Simone Aloisi, potrebbe sparigliare.

Il drake Pavone-Sottanelli, dunque, scarta ora qua ed ora là e semina (sempre finora) gli avversari. Quando ha virato un po' a sinistra, tuttavia (con il professor D'Amico che scendeva a Roseto a gustar torte accattivanti) ha rischiato d'esser infilato d'astuzia da qualcosa d'interessante tipo un centro-destra civico-moderno, che durante le regionali ha lavorato bene. Adesso, però, a Piazza della Repubblica hanno necessità di mostrare sorrisi verso il governatore Marsilio. Già si presagiscono scene in cui il probabile neo-assessore De Annuntis, sottobraccio a Pavone e Marcone, veleggerà sù Roseto annunciando ora una scogliera ora un palazzetto, oggi una strada e domani una spiaggia, eccetera. Ciò rende difficilissimo per loro aprire a sinistra. Ma complica anche i rapporti con Paolo Gatti, sempre sperando che mister-preferenze non voglia proprio gettare alle ortiche il vantaggio che ha avuto a Roseto per lasciare tutto a Pavone & C.

Aprire a sinistra è dunque un azzardo. Eppure è anche vero che della sinistra hanno bisogno. Mentre “Giulio” ed “Enio”, infatti, sono ormai in posizione di confort-zone tale da non avere necessità immediate di tipo elettorali, discorso diverso è per Nugnes. Che sarà il primo dei tre, fra due anni e mezzo, a dover esser riconfermato sindaco. E con i voti della sola “Azione” non ce la fa. A destra non li prende. A sinistra li prenderebbe, ma... Ed è in questo ma che si gioca tutto. Se lo gioca però solo lui sindaco, non gli altri due.

Uno scenario complicato, dunque. Nel quale un po' tutti devono rifare i conti. Ma un po' li dovrebbe rifare anche Nugnes: se vuole e, soprattutto, se può! Chi vivrà vedrà.

Per l'intanto, buona domenica!

venerdì 5 aprile 2024

In Giappone si sarebbero scusati, a Cologna si sono complimentati!

ROSETO. A soli 15 anni dalla decisione di costruirla, è stata inaugurata la palestra di Cologna Spiaggia. Si immagina con consueti squilli di tromba e rulli di tamburi.

Breve excursus. Tra il 2011 ed il 2016, di questa modesta costruzione, si è parlato solo per stabilire se farla un po' più in qua o un po' più in là. E se non era per Alessandro Recchiuti, allora assessore, nemmeno il posto si trovava. “Casa civica” di allora, infatti, la voleva dove adesso c'è la piazza. Solo che di quei ritardi non si può parlare perché all'epoca il capo dell'amministrazione era un certo Enio Pavone, che non è che aveva fatto anche cose buone, ma solo ed esclusivamente cose buone. Quindi nessun ritardo: solo cinque anni persi!

Dal 2016 al 2021, in effetti, si può dar addosso. Perché il sindaco, Sabatino di Girolamo, non solo è un bersaglio politico comodo, in quanto nemmeno si difende, ma soprattutto ha un partito (il Pd) che in pratica non è più pervenuto da tempo sulla scena politica. Eppure fu proprio nel 2019, cioè con Sabatino sindaco, che venne iniziata la costruzione della palestra, che due anni dopo, nel 2021 era praticamente finita nella parte fondamentale, nel cosiddetto “grezzo” della struttura.

Si doveva quindi solo completare allorché sono arrivati il sindaco Nugnes, il suo vice Marcone e di nuovo Pavone. Per le rifiniture, diciamo così, hanno impiegato due anni e mezzo. Ma nemmeno qui si può parlare di ritardi. Perché se il Pavone1 non sbagliava mai il Pavone2, ovvero quello attuale con Nugnes e Marcone, è praticamente infallibile. Anzi, fa tutto, sempre e comunque bene, bello, giusto, ottimo, meraviglioso, eccezionale, superlativo, stellare mezzo lunare per definizione, per legge non scritta.

Così oggi saranno corsi adeguati auto-compiacimenti e qualche fiume di retorica! Ed invece 15 anni per una cosa che in Giappone sarebbe costruita in 15 giorni, ed in Italia comunque in 15 mesi, dovrebbe far riflettere su quanto funzionano male (per la parte pubblica) i cosiddetti accordi di programma, ovvero le varianti urbanistiche in base alle quali anche questa palestra sarebbe dovuta nascere tre lustri or sono. Figuriamoci cosa ne sarà delle strategiche aree in riva al mare che a questo trattamento urbanistico-speciale verranno sottoposte di qui a poco dall'attuale Giunta.