lunedì 8 gennaio 2024

Borsacchio evergreen: il 12 consiglio straordinario

ROSETO. Sarà venerdì 12 gennaio il giorno del consiglio comunale aperto sul caso-Borsacchio. Lo ha annunciato, a mezzo social tra i primi, la presidente dell'Assemblea, Gabriella Recchiuti, di “Azione”. Ribadendo la contrarietà dell'amministrazione Nugnes al proditorio taglio notturno e rivendicando al contrario la celerità nell'esame del piano naturalistico (PAN).

Ora, sulla celerità sorvoliamo. Due anni per valutare 70 osservazioni sono troppi. Ne hanno esaminate, in pratica, una ogni dieci giorni. In un paio di mesi quel lavoro poteva e doveva esser svolto. Sorvoliamo però, perché è vero che nell'immobilismo di fatto della politica rosetana sull'attuazione della Riserva, il sindaco Nugnes ha responsabilità solo degli ultimi due dei 18 anni, quindi in quota parte assai meno dei suoi predecessori, Pavone compreso.

Pavone sì, perché oggi è comodo dimenticare che fu proprio lui il primo a tagliare l'area protetta. Suscitando anche allora un vespaio di polemiche, tra cui persino l'intervento sul “Corriere” di Dacia Maraini, come le foto qui riprodotte testimoneano. Ma Pavone oggi è il candidato di punta a Roseto di “Azione” in appoggio al campo-largo abruzzese (Cinque Stelle e Verdi compresi) di Luciano D'Amico. Un'operazione politica, questa, progettata con cura da Giulio Sottanelli. Se va in porto, convertirà in “Azione” il vecchio partito socialista rosetano forte, un quindicennio or sono, di 3-4 mila voti in città. Soglia alla quale dovranno oggi tendere in appoggio a Pavone – pena la non riuscita dell'operazione stessa – tutti gli “Azionisti” rosetani, a partire dal sindaco e dal suo vice, dagli assessori tutti, dalla presidente Recchiuti e dai suoi dieci consiglieri comunali su sedici: questo infatti, il potere di fuoco di “Azione” in città.

Ma torniamo al Borsacchio. C'è da registrare in proposito anche l'ottimo successo della petizione lanciata da Marco Borgatti, con WWF, Guide ed altre associazioni ambientaliste. Gli organizzatori hanno dichiarato circa 3.500 firme. Tantissime in una città di 26 mila abitanti. Bene, ma la domanda è: ed adesso cosa se ne fanno? Intendo politicamente, chiaro.

Queste firme, in sostanza, vogliono dire che c'è sentimento favorevole all'idea della Riserva. Borgatti è stato bravo a tirarlo fuori. Ora però, gli sconsiglierei di appropriarsene mediaticamente come fosse un eroe della Resistenza-Borsacchiana. Le metta a disposizione del consiglio comunale aperto e per esso alla città tutta. La Riserva ha bisogno di spersonalizzarsi. Di apparire, oltre che essere di tutti. Non siamo ad una partita di pallone. E nessuno dovrebbe sentirsi investito del ruolo di capitano. O almeno è quello che queste righe pensano.

Se tale consapevolezza c'è, lo vedremo venerdì al consiglio. Si legge nel comunicato ufficiale che lo annuncia: L'Assise civica chiederà alla Regione Abruzzo di tornare indietro ed abrogare la riperimetrazione. Domanderà, inoltre, di dar seguito al piano naturalistico adottato nel 2021 e chiederà al capo del governo, Giorgia Meloni, invitata ad intervenire personalmente, di impugnare la norma davanti alla Corte Costituzionale.

Sembra un'ottima base di partenza. Si spera non la si mandi alle ortiche con i soliti protagonismi.

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