Un lungomare magari dove eventuali nababbi indigeni o circonvicini potranno togliersi lo sfizio del super-attico esclusivo da cinque zeri dopo i numeri primi, da ostentare chissà mai quale status-symbol in qualche festicciola vip ogni tanto. Un fuori-scala non solo urbanistico ma sociale. Un lungomare vale a dire da contrapporre idealmente a quella “Corea” ove basta invece qualche murales super-istituzionalizzato a far contenta la riqualificazione.
Insomma si, una Roseto di serie A ed una di serie B, che tanto piace al popolo-di-oggi, già di suo ben educato ai like sui pezzi stile influencer-social e che tantissimo si confà ad una visione iper-liberista da loden della politica, che ha qui tra l'altro eminentissimi rappresentanti abilissimi nel politicar dall'ombra. E del resto è un ombra fisica quella che i palazzi proietteranno sulla spiaggia, un tempo popolare ed ora già recintata a dovere nella rigorosa esclusione estiva dalla passeggiata (ex)al mare.
Un modello socio-urbanistico questo che lascia attoniti tre ex-sindaci, tutti i consiglieri di minoranza, un comitato cittadino di tutela e che fa scrivere alla competente Sovrintendenza che il paesaggio ne uscirebbe più che compromesso. Ma loro andranno avanti. Con la consueta baldanza. Con il tipico rifiuto al dialogo. Con il massimalismo radicale, invero una novità assoluta questa nel panorama politico locale.
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