venerdì 16 giugno 2023

Quando armonia e dis-armonia convivono: il festival jazz a Montepagano

ROSETO. Il jazz è per certi versi una musica difficile. Raffinata. Da intenditori. Con venature da impegno, anche politico, insite nella sua stessa storia. Che un festival jazz possa quindi affermarsi in un piccolo borgo come Montepagano di Roseto e per di più da nove edizioni, è un po' una doppia notizia. O, se si vuole, la meraviglia della provincia italiana, mille volte contraddittoria, ma anche riserva sorprendente di vivacità culturale.

In particolare, questo appuntamento con la musica d'eccellenza, lo si deve alla Pro-loco paganese. La quale, fin dal 2014, lo sviluppa in tre appuntamenti annuali, in genere tra luglio e agosto. Tutto nasce dalla singolare passione per la musica innata nel piccolo Borgo (dove vive tra l'altro anche Gianluca Ginoble, famoso cantante de “Il Volo”). Passione molto coltivata dai giovani del luogo, a manifesta eredità del patrimonio bandistico locale. La prima banda musicale – scrive la Pro-Loco in una sua nota diffusa oggi – nacque addirittura nel 1832.

Dalle bande musicali immancabili protagoniste delle feste patronali, quindi da una cultura prettamente cattolica, al jazz il passaggio non pare così intuitivo, se non per una affinità con gli strumenti a fiato, come osserva sempre la nota della Pro-Loco. Eppure sono tanti i musicisti famosi coinvolti nella manifestazione, da Fabrizio Bosso ad Andrea Tofanelli, da Massimo Manzi a Gegé Telesforo, tanto per fare qualche nome. Ed è anche da questo humus che trae linfa persino una orchestra da camera Rosetana di recentissima formazione. Così come progetti discografici ed iniziative connesse di cui gli infaticabili organizzatori e musicisti si rendono continuamente artefici.

Il tutto poi si inserisce nella cornice architettonica e storica del borgo. Che la sera, al tramonto, nella sua “porta” sul mare, è davvero incantevole. Romanticismo e jazz insieme è forse una miscela inspiegabile. Una contaminazione tra opposti che fornisce però meglio di ogni altra la “cifra” del tempo che viviamo. Del tempo nostro così difficile da leggere con le lenti tradizionali della sociologia.

P.s.: naturalmente tutte le notizie qui trattate sono prese dalla nota della Pro-Loco di cui s'è detto.

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