Siamo stati capaci anche di celebrare il “primo anno di guerra” (in Ucraina), quasi come un evento qualsiasi. Si grida alla vittoria, piuttosto indifferenti alle migliaia di vittime, bambini compresi, che comporta. Già, cosa conta un bambino in più o in meno di fronte alla... Storia!
Neanche il tempo di metabolizzare l'esultanza dei “non belligeranti” inneggianti alla “vittoria” degli altri come fosse la propria, ed ecco la tragedia dell'immigrazione a Crotone. Fiumi di lacrime, spesso interessate.
Scusate, ma se e quando manderemo l'esercito, cioè quelli che chiamate “i nostri ragazzi”, a combattere contro l'Orco Russo – non sarebbe la naturale conseguenza di certo bellicismo? – che direte? Lo avrei voluto chiedere a quella mamma e quel papà giovani che ieri, in un pomeriggio di vento, mentre parcheggiavo sulla costiera della principale città dell'Abruzzo costiero appunto, mi facevano cenno di attendere.
Il loro SUV di ex-marca-reale-britannica, naturalmente ibrido (ho controllato su internet nel frattempo: sta oltre cinquantamila euro di listino), era parcheggiato accanto alla mia utilitaria. Ho capito poi il motivo della cortesia. Era per far scendere due bambini, probabili loro figlioli, saldamente “assicurati” ai sedili posteriori. Per “slacciarli” ci hanno messo, armeggiando sia lui che lei, più d'un lustro di minuti. Frammisti a bacini, “amorino vieni qui” e smancerie consimili.
Io, da bambino, quando dovevo scendere o salire in auto, saltavo giù dai sedili in un attimo e non mi dovevano certo aprire o chiudere lo sportello, essendo autosufficiente alla bisogna. Ebbene, io sono venuto sù pacifista e contro la guerra. Vuoi vedere che da questi qua, trattati a colpi di “amorino” eccetera, incapaci di aprire la portiera dell'auto ed abbracciati persino per farli scendere o salire dall'auto, vengono fuori dei super-guerrafondai?
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