sabato 5 marzo 2022

Transizione e(q)ologica


ROSETO. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, tagliare alberi lungo strade, piazze, parcheggi e spazi pubblici in genere, è operazione politicamente molto popolare. I sindaci che imbracciano tosto la motosega (metaforicamente, eh!) acquistano consenso. La gente, infatti, ha paura che gli alberi gli possano cadere in testa.

A Roseto ci sono però degli appassionati di paesaggio che cercano in tutti i modi di salvare i pochi pini superstiti. La mia amica Gabriella Parisciani, ad esempio, che fa parte di una associazione di difesa degli alberi, si batte come può in favore degli alberi. Scrive lettere, spedisce richiami normativi, cerca di sollecitare l'interesse della stampa. Apprezzo moltissimo la sua battaglia, ma temo sia persa in partenza. Nessun politico desisterà dal far fuori un albero sol perché rappresenta la bellezza, la mitigazione dalle calure, la difesa del suolo, in definitiva la cultura del luogo.

Tant'è che, per ricordare quando Roseto era davvero un oasi di verde, bisogna ricorrere alle foto o alle cartoline d'epoca. C'è però un caso particolare (vedi anche la pagina Fb “Roseto eclettica”). Riguarda Cologna Spiaggia, dove nei giorni scorsi la motosega ha tirato giù tre bellissimi pini definiti pericolanti. Altri ne erano caduti qualche mese fa. Quei pochissimi che restano hanno la vita segnata.

Ebbene, tra le stesse carte del Comune, Gabriella ne ha scovato una che suggerisce almeno di ripiantare sei alberi sperabilmente nei pressi di quelli abbattuti. La domanda è: verrà dato seguito a questa raccomandazione? Qui, infatti, non stiamo parlando di un pio desiderio, ma di un atto che è in qualche modo ufficiale.

Ecco, si potrebbe chiedere pragmaticamente almeno di mettere a dimora questi nuovi alberi? Magari, potrebbe occuparsene la stessa assessora, Zaira Sottanelli, che a Cologna abita. Tanto ormai il merito di avere trovato quasi 8 mila euro per abbattere i pini (che poi sono soldi pubblici, comunque) gli è stato riconosciuto ufficialmente, non credo che se dovesse pure far sortire dal medesimo bilancio qualche spicciolo per le nuove piante possa rimetterci voti e consenso.

Come dire, non ci spero, ma domandar non costa. O meglio: costa qualche altra antipatia dal Palazzo, ma a quelle non faccio tanto caso.

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