Dunque, se capisco bene, le cose dovrebbero essere andate così. Trovandosi l'amministrazione civica ad applicare l'aumento di stipendio concesso dal governo Draghi, devono essersi accorti che di fatto, al Comune di Roseto, è come se quell'aumento ci fosse sempre stato. Lo stipendio dei predecessori di Nugnes, sia Pavone che Di Girolamo, viaggiava infatti già sui 4.275 euro al mese, addirittura di poco superiore a quanto risultante dall'aumento Draghi.
A quel punto, siccome la norma Draghi dice che il massimo possibile è pari al 30 per cento dello stipendio del presidente della Regione, (13.800 per 30% uguale 4.140 euro), l'asticella addirittura si abbassava. Anche sommando il 5 per cento in più, premio da sempre applicato a Roseto per via dei suoi floridi bilanci, si arriva a 4.347 euro al mese, che, si ci può scommettere, sarà più o meno la cifra che risulterà dalla busta paga del sindaco quando la pubblicherà.
Stando così i conti, cosa avrebbero potuto fare gli amministratori attuali? Avrebbero potuto riportare lo stipendio ai 3.460 euro mensili che sarebbero stati quelli reali applicabili al 2021 e poi spalmare l'aumento “Draghi” in tre anni. Così il bilancio pubblico ci avrebbe guadagnato qualcosa, ma loro ci avrebbero rimesso rispetto al pregresso. Hanno quindi applicato l'aumento tutto d'un colpo e si sono riportati quasi alla pari con quello che c'era prima. Insomma, un giro praticamente inutile.
Questo è quello che dovrebbe esser successo a quanto se ne può sapere oggi. Ne è nato un caso? Non lo so. Ma, ad ogni buon conto, se un caso fosse nato sarebbe perché questa spiegazione non è stata data subito. Secondo il mio modesto parere, bastava spiegare la vicenda nei tempi giusti. Invece, appena la notizia è stata pubblicata (credo per primo qui) hanno cominciato ad arricciare il naso; a far commenti poco commendevoli sui social; a coniar neologismi (tipo “Sedi100i”) simpatici ai miei occhi (lo userei quasi come nom de plume se l'autrice mi concedesse il copyright) e via mal discorrendo.
Insomma, un'atteggiamento inutilmente supponente. Anche perché, per quanto mi riguarda, io non debbo far politica. Cosa può interessarmi del Nugnes politico o chiunque altro a livello politico? È il sindaco. È stato votato dalla maggioranza relativa dei rosetani. È anche il mio sindaco. È capitato una volta lo scorso anno, quando non era ancora sindaco, di aver preso un caffè in un bar sul lungomare. Se capita ancora lo riprendo volentieri. Se attaccate me, che tra parentesi – come garantite voi – non ho nemmeno un lettore (e può darsi), io non ci rimetto nulla e voi non ci guadagnate niente.
Per cui attenzione, perché in questo caso – se posso permettermi – nonostante i vostri grandiosi mezzi, l'errore di comuncazione lo avete fatto voi. Ecco, sia detto con simpatia, sollevate ogni tanto dalla fatica i vostri polpastrelli social e concedetevi una sana pausa caffé: sono altre le cose che contano nella vita.
Au revoir!
Nessun commento:
Posta un commento