domenica 23 gennaio 2022

I cani vestono meglio delle persone

PESCARA. E poi nel primeggiar del pomeriggio d'una limpida domenica d'inverno, ecco un salto nella città che fu del commercio leader in Abruzzo. Sul lungomare molti corrono. Altri marciano con passo atletico. Tantissimi hanno il cane da... passeggio. Gli uomini che corrono – soprattutto gli uomini – ostentano tute griffate. Tra quelli che passeggiano senza correre, invece, salta all'occhio un particolare: tanto più vestono a buon mercato loro quanto più sono eleganti i cagnolini. I cappottini, le “acconciature” del pelo dei quattrozampe battono dieci a zero in ricercatezza le felpe con cappuccio scolorato mady in Asia degli umani.

Ma che siamo ad un tornante della storia, lo noti quando... svolti, appunto, l'angolo. In quelle che erano le vie dello shopping, tra palazzine ultimo quarto '900 invecchiate male e presto, cambia totalmente la composizione sociale. Vista l'ora, pochissimi “occidentali” tra le vetrine (qualcuna abbassata). Prevalgono i duri e perentori accenti dell'Est europeo tra i giovani e qualche giovane famiglia. E tanti, tanti uomini di colore che si avvicinano ad ogni metro chiedendo “euro per café”.

Così è parte dell'Abruzzo oggi. Del tutto diverso dall'Abruzzo operaio e piccolo borghese di mezzo secolo or sono. È l'Abruzzo dove il futuro non è stato quello che si prevedeva. Dove il passaggio dalla fase industriale a quella dei servizi non è avvenuto, se non per la precarietà. Così quei pochi ragazzi che camminano ancora nelle città, spesso soli, si specchiano nello schermo blu dei cellulari sempre connessi. E magari vedi una “Lei” ed un “Lui” che ridono ognuno scambandosi i messaggi dai rispettivi cellulari.

Ripenso alla Pescara che frequentavo da ragazzo. Quando sul lungomare le “Lei” ed i “Lui” passeggiavano labbro incollato nel labbro, ad esplorare non i sentimenti, ma il piacere. Quel piacere perduto. Di un domani che non c'è.

Entro in un bar: “Avvicini il suo smartphone a quel code nello schermo che vede alla sua destra”, mi dice una giovanissima e gentilissima commessa indicandomi una specie di riquadro simile ad un ipad dal quale flash una luce. “Ok, l'ha riconosciuta, può passare”. 

Ok, posso prendere il caffé.

Ah, la foto è di repertorio: i selfie non so farli!

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