giovedì 23 dicembre 2021

Buon Natale

Se i servizi pubblici esternalizzati, privatizzati, “appaltizzati”, delle città di questo benedetto Paese ancora si reggono in piedi, non lo si deve né a Draghi né al governo; né ai sindaci né agli assessori; né ai consigli comunali né ai consigli d'amministrazione manageriali.

Se vi arrivano ancora i pacchi ordinati via punto/zero/virgola. Se le aule delle scuole e le corsie degli ospedali vengono ancora pulite. Se i vostri figli vengono ancora trasportati dagli scuolabus. Se molti articoli di stampa vengono ancora compilati da qualcuno. Se qualcuno fa ancora un po' di manutenzioni e, andando andando, fino a quelli che vi mettono ancora la tazzina del caffé sotto il naso...

Se tutto questo avviene è perché in tutte le città, piccole e grandi, di questo benedetto Paese tanti lavoratori e tante lavoratrici (perché sono soprattutto donne le addette ai servizi), ancora si alzano la mattina presto; ancora escono che è buio con il ghiaccio dell'inverno e rientrano la sera piene di gelo nelle ossa che è già buio di nuovo. E lo fanno per paghe che spesso gridano vendetta, a volte offensive per l'umana dignità. Lo fanno onorando tantissimi doveri e non godendo di quasi nessun diritto. Lo fanno chinando la testa perché nessuno rappresenta veramente i loro interessi. E perché l'unica alternativa che hanno è: o mangi questa minestra o salti quella finestra!

È sullo sfruttamento di fatto di questo lavoro che scoppiano di floridità i bilanci aziendali; gonfiano il petto sindaci e politici; fanno la voce grossa commentatori di ogni eziologia.

Ed è a queste lavoratrici che va il mio piccolissimo, personale, inutile Buon Natale.

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