domenica 20 giugno 2021

La "cultura" aquilana vista da Emidio Di Carlo


E' un lungo excursus (che purtroppo, per ragioni tecniche, non possiamo riportare integralmente), quello che Emidio Di Carlo, giornalista e critico d'arte aquilano, ha rielaborato in merito alle vicende culturali e politiche dell'ultimo mezzo secolo e passa della città capoluogo d'Abruzzo. Di Carlo immagina di essere una sorta di Virgilio che accompagna un novello Dante lungo i gradoni delle vicende aquilane, forse comprensibili appieno solo a coloro che le hanno vissute dall'interno. Non mancano, nella ricostruzione di Emidio, personaggi caratteristici, come Libero, un “aquilano” che oggi si direbbe affetto da “qualche problema”, che usava esclamare ogni piè sospinto del suo perigrinare nella città: “Che mondo!”.

Ed è proprio partendo da questa esclamazione che Di Carlo ripercorre le faccende della “Città della musica” come anche del teatro, oppure quelle del sisma del 2009 o magari dei “Moti del 1971” legati alle sommosse per il capoluogo. Il tutto, tenendo sempre presente il filo della “cosiddetta” vita culturale aquilana vista attraverso il suo periodico “AbruzzoAz60”, editato appunto da circa sessant'anni. Emidio di Carlo, infatti, è sempre stato critico segnatamente del rapporto tra cultura e politica aquilana. Rapporto per larghi tratti venato da clientelismo politico ed egemonie elettoralistiche.

Non mancano, nel racconto, le polemiche tra i vari protagonisti della scena, appunto politica o culturale. Uno spaccato che forse sarà rappresentato in qualche prossima uscita dei mitici “Speciali” di “Abruzzo AZ” o, se i tempi saranno propizi, di una qualche dedicata pubblicazione a stampa. Di Carlo, infatti, è un appassionato della carta stampata, alla quale in fondo ha dedicato sessant'anni di giornalismo.

Ora, come spiegare a chi non lo ha vissuto, questo mondo-aquilano fatto anche di messaggi in codice, allusioni, non detti, che visto dall'esterno sembra relativo? Francamente, io che pur un po' lo conosco per ragioni fortuite, non saprei dove mettere le mani. È tutto sommato un mondo, quello rievocato da Emidio Di Carlo, ove la parola cultura è stata spesso una coperta corta. Che a mala pena ha nascosto una politica che di quel mondo ha sempre avuto le chiavi. E sovente le ha concesse solo a personaggi a lei graditi. L'augurio allora è che presto questo filo d'arianna dantesco possa venir consegnato alle stampe. Così, chi lo vorrà, potrà leggerlo.

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