domenica 10 gennaio 2021

L'editoriale della zucca

ROSETO. Dunque cosa bolle in pentola in questi primi giorni di gennaio qui a Roseto? A parte la pandemia, ovvio, che è preoccupazione ben più vasta. Stando alle cronache, sembrerebbe che protagonisti siano i rifiuti. Nel senso che per il loro smaltimento si prepara un corposo appalto, ben più consistente di quello di cinque anni or sono che in teoria dovrebbe avvicendare. Dalle notizie trapelate ufficialmente, sarebbe un buon trenta per cento di importo superiore al precedente, che era di una quindicina di milioni quinquennali contro i ventuno e passa attuali.

Sempre in tema di rifiuti, ma d'altra merceologia per dir così, molti cittadini costituiti in comitati hanno chiesto al Tribunale amministrativo (TAR) di annullare la realizzazione del cosiddetto “centro del riuso” che dovrebbe sorgere, nell'intenzioni del Comune e, soprattutto, dell'assessore al ramo, Nicola Petrini, a pochi passi dai campi sportivi e dagli insedimenti commerciali ed abitativi della zona sud di Roseto. Agli occhi del normale osservatore, oltre che degli abitanti interessati, localizzazione più inopportuna non si poteva trovare. Ma tant'è: sentenzierà il TAR.

Cosa c'è, poi, in questo principiar d'anno? Ah, i parcheggi a pagamento. I ticket sono stati sospesi per due mesi. Ma, va detto, l'appalto era scaduto il 31 dicembre. Quindi, a rigor di termini, più che di sospensione si tratta di posticipo della nuova gara per l'affitto delle macchinette-parcometro. Che costano – è bene ricordarlo – circa 80 mila euro al Comune, cioè alle tasche di coloro che lasciano l'auto con le ruote dentro le strisce blu.

Eppoi, cos'altro abbiamo? Beh, ci sarebbe la corsa alla poltrona di Primo Cittadino, in teoria in scadenza in quel di maggio, verosimilmente rimandata a settembre causa noto virus. Qui sembrano almeno una decina i pretendenti, con altrettanti, se non di più, raggrupamenti d'appoggio tra civici e tradizionali. Urge loro trovare delle alleanze, pena una sanguinosa (politicamente) lotta interna, visto che molti provengono da esperienze un tempo fraterne. La corsa alle candidature, però, finora interessa più che altro gli addetti ai lavori e le relative cerchie di amicizie e conoscenze. La Città, sta a guardare.

Dice in proposito un sagace vecchio della politica italiana, che risponde al nome di Clemente Mastella (chi non ha almeno cinquananni è giustificato di non conoscerlo), che in politica vige la regola dei vietcong. Chi erano costoro? Erano dei guerriglieri del lontano Vietnam che, appunto oltre mezzo secolo or sono, si nascondevano nella boscaglia e tendevano delle trappole ai soldati americani mandati lì a guerreggiare. Tanto è vero che gli yankee, che a volte tendono ad esagerare, disboscarono direttamente il Paese a botte di gas tossici per stanarli.

Insomma, ci si augura che il paragone Mastelliano sia un po' meno cruento. Ed in ciò conforta che qui da noi fortuna vuole che di generali Giap – che poi era il mitico comandante dei vietcong – non se ne vedano. E ciò rassicura alquanto un rivoluzionario-pacifista, ovvero un anarchico-salottiero, come chi firma (senza firmarlo con la penna) il post che se avete letto fin qui avete conquistato un buona domenica!

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