domenica 31 gennaio 2021

I tigli di Via dei Campi

foto da Il Centro
COLOGNA SPIAGGIA (ROSETO). Circa un anno or sono furono capitozzati in modo radicale. Il che suscitò qualche critica. Affiorata anche alle cronache. Ma la sorte dei tigli di via dei Campi a Cologna Spiaggia potrebbe essere ora definitivamente segnata. Si teme infatti restino vittime dei lavori per le nuove tubazioni che dovrebbero drenare le acque imputate di provocare altrimenti un “rischio idraulico”. Un lavoro da ben 600 mila euro, già appaltato ad una ditta di Montesilvano.

Il Comune ha infatti già vergato in un atto amministrativo (n.372/020), che le radici degli alberi hanno rovinato strada e marciapiede. Il passo successivo – si teme da parte dei difensori del verde urbano – sarà eradicare i tigli e magari sostituirli con nuove piante (oleandri, forse?) una volta rifatti i marciapiedi. Una soluzione, questa, ritenuta dispendiosa sotto l'aspetto economico ma anche ambientale, vista la non fungibilità esatta tra eventuali essenze arboree differenti. Si sostiene difatti - seguendo una tesi a favore degli alberi, diciamo così - che si possa rifare sia la tubazione sia l'asfalto che i marciapiedi, senza tagliare però gli alberi esistenti. 

D'altra parte va anche detto che diverse strade di Cologna Spiaggia sono davvero ridotte male. Ma la colpa non è degli alberi: è della mancanza di manutenzione.

sabato 30 gennaio 2021

Zona limone

Mi ero abituato.

Mi ero abituato al bicchierino plastificato del caffé asportato. Quello che appena lo tocchi si strizza e ti schizza tutto il contenuto nell'intorno. Per cui lo poggi per cautela sul bordo del coperchio del cestino portarifiuti della pubblca piazza, a mò di vassoio post-modern.

Mi ero abituato a sdrammatizzare un po' con la ragazza del bar. Tentando di contrastare il suo sguardo timoroso nel caso spuntasse dal vuoto qualche zelante-berretto e potesse farle del male economico senza sua colpa. Solo perché, magari, qualche insensibile cliente strappava il coperchio dell'asporto 99,5 millimetri prima della soglia "di-pi-cim-ma-ta" dalla legge.

Mi ero abituato a giustificare deferente ogni allontanamento in solitaria, soprattutto se in luoghi deserti ed in orari improponibili.

Mi consola solo l'idea che sarà appena per qualche giorno. Dopo, credo, tutto tornerà come prima. Non penso infatti ci lascian in yellow per molto.

Mi ero abituato anche alla mancanza di un governo. La cui crisi spero vivamente duri più che può. Io ho paura dei governi in carica, qualunque essi siano. Quelli in crisi, per ovvie ragioni, sono costretti a lasciare qualche respiro in più ai sudditi. Non per loro volontà, sia chiaro, ma per loro salvaguardia istessa. Perché, insomma, finché sono impegnati a sguinzagliare i cani da pastore per salvare la poltrona, il gregge almeno si salva dalle sgridate per ogni sua presunta... manchevolezza!

Ecco, mi ero abituato ad esser suddito. Che in fondo è una gran comodità. Obbedisci e sta' appost! Che poi suddito lo sei comunque. Non è che in yellow non vale. Soltanto che lo senti meno.

Pazienza, tornerà presto il bicchierino da asporto. Il cestino dei rifiuti. La ragazza impaurita del bar.

Per ora, Buon caffé a tutti!

sabato 23 gennaio 2021

La politica alla coppa del nonno

I soldi europei ancora non arrivano ma a livello locale già cominciano a battibeccare su come allocarli alla vecchia maniera. È il caso di un ponte sul Vomano, che dovrebbe congiungere le zone industriali di Casoli di Atri e Scerne di Pineto alleggerendo il traffico sull'Adriatica. Un progetto dormiente da anni, ma che il sindaco di Atri ha ieri riproposto appunto nell'ambito di questi famosi fondi recovery(end).

Mal gliene incolse, perché il suo, chiamiamolo così, portarsi avanti con i lavori comunicativi ha suscitato le immediate contromisure, sempre comunicative, dei colleghi sindaci di Pineto e Roseto. I quali hanno tenuto a contro-comunicare che il ponte interessa pure a loro, altroché se interessa. Anzi, che loro ne stanno perorando la causa (del ponte) da gran lunga pezza e quindi (non detto) sarebbe meglio non intestarsi meriti politici di prima ri-genitura.

È solo il preludio, si immagina, di quel che potrà accadere con tali fondi recovery(end), ove l'end tra le parentesi lo aggiungo io perchè suona bene alle mie orecchie, naturalmente. Si svilupperanno episodi inenarrabili, a livello nazionale e più ancora regionali e locali. Tanto più in un Paese che ha un governo ed un parlamento incollati alle poltrone ed in sostanza non ha più partiti, tranne forse qualcuno, sostituiti da leader solitari che aggregano a loro seguito tifosi variabili. 

Per cui un ponte secondario, che potrebbe persino tornar utile, diventa materia “politica” nel senso di campanile, in un derby a porte chiuse tra squadre che prendono parte al campionato per la conquista della... coppa del nonno!

venerdì 22 gennaio 2021

Va tutto bene

Distratti dalla crisi (?) di governo, passano sulla testa notizie di cui non frega assolutamente nulla.

Ad esempio, ce ne freghiamo altamente che quasi 700 mila persone non hanno più un lavoro da un anno a questa parte. Lo hanno detto ieri, citando dati ufficiali, ma va bene così.

Non ci interessa moltissimo che 30 mila persone in più, da un anno a questa parte, hanno perso la vita non per covid, ma per mancate cure delle loro malattie diciamo “tradizionali”. Lo ha detto su “La7” questa mattina il professor Bassetti. Pazienza, alla pubblica opinione non interessa.

Nel frattempo, ci fan sapere, usiamo meno carta, meno plastica (qualche dubbio su questo lo avrei) e meno sostanze inquinanti. E magari consumiamo anche meno benzina grazie alle “rotonde”. Quest'ultime, infatti, formano una specie di programmatica barriera ai nostri spostamenti: li rendono più lunghi, più difficili, più tortuosi, più faticosi e, opinione personale, anche più pericolosi.

Ma tant'è. Va tutto bene. Siamo i più bravi e sempre i maggior fichi del biconcio!

mercoledì 20 gennaio 2021

La forza della Democrazia


Ebbene si, emozionante. La cerimonia di giuramento del nuovo presidente degli Stati Uniti è emozionante. Ti dà intatta la forza di una democrazia. La forza direi "spirituale" della Democrazia. La forza che fa vibrare le corde dell'anima. Una democrazia che può subire i più gravi colpi, eppure riassorbirli. Niente di paragonabile con la nostra democrazia italiana, che invece le anomalie preferisce sublimarle. Sarebbe impensabile, qui da noi, vedere quella forza, quella solennità vera, quegli artisti ritenuti trasgressivi che cantano l'inno con un trasporto incredibile, commovendosi a loro volta, perché quell'Inno sentono proprio; lo sentono parte del proprio riscatto; della propria Libertà.

In America non si sale al Colle. L'America “è” il Colle. Sarà quel che sarà, ma lì sarebbe impensabile utilizzare i cittadini come pedine per raggiungere i propri scopi politici. Può succedere tutto, ed è successo: è capitato persino un “vichingo”, ma non sarà mai dato che qualcuno difende la propria indennità di carica facendo credere agli altri che lo sta facendo per loro.

Bhé si, emozionante. Ed anche rincuorante. L'America è l'America, comunque la si pensi. Ed in fondo rappresenta una grande speranza: la speranza dell'uomo.

lunedì 18 gennaio 2021

Vogliamo la libertà riciclata

Se noi si vede la narrazione del tempo presente, la si esaurirebbe nella somma dei ricordi delle tragedie di ieri a quelle d'oggi. O magari nell'invito sub-liminale a poggiare fiduciosi il viso acriticamente sotto le suole della Scienza oppure, che poi è lo stesso, dei Governi del momento, per i prodigiosi regali che essi ci discendono in omaggio. Regaloni codesti all'evidenza però di scarsa consolazione. Tanto più quanto nemmeno l'esercizio della scuola ci è dato con scientificità se fonte di sapere o piuttosto di fisiche disgrazie. Ecco allora, che in parallelo la narrazione c'offre cronaca del sempre maggior piede conquistato da risse giovanile fini a sé stesse e persino qualche episodio di rapina che non disdegnerebbe le solitarie ore serali.

Del resto, se sbucciate un po' di musei divietati ai quasi nessuno che vi entrava; li mondate con qualche cinema sbarrato ai non molti che li frequentavano; li fate appassire su vecchi teatri già semi-utilizzati; condite il restante con qualche stadio deserto e persino alcune chiese troppo grandi; poi unite ad uffici, sale da convegni, centri civici bloccati e fate bollire il tutto a fuoco lento, avrete le città attuali: quelle che mai saranno più “Città”. Ecco, infilate di sfuggita che non tutti abbiamo case grandi con giardini pensili, stanze panoramiche, un computer ed una Tv per ogni alloggiante che gioisca viver in pantofole tutto il giorno solo con il web collegato al mondo di fuori; ed allor vi accorgerete che la ricetta pare alquanto limitata.

Se fosse per un breve momento, tutto ciò instarebbe. Ma siccome l'impressione va che sia per sempre, e senza alternativa perché il diversamente fare sarebbe criminogeno, sarà d'avventura veder come siffatto mondo, pazzo per il riciclato, s'adatti anche ad una libertà da riciclo.

sabato 16 gennaio 2021

Ponti ciclabili, quanto ci costate

In questo mondo biciclabile, ove si sublima il pedalare quale nuova ideologia del tempo attuale, i ponti in legno, cosiddetti ciclabili, assumono il valore d'icona. Anche dal punto di vista economico, dato quel che costa costruirli, ma soprattutto mantenerli. Si pensi al caso del ponte cicloviario sul Tordino, tra Roseto e Giulianova. Sono anni che cercano di tenerlo sù. A forza di finanziamenti pubblici, naturalmente.

L'ultimo di questi somma circa 848 mila euro. È in ballo almeno dal 2019. Quando si è commissionato un progetto, redatto da una società di ingegneria, poi rivisto successivamente per adeguarlo in qualche modo ai lavori della ciclabile nel tratto centrale del lungomare di Giulianova. Ora dovrebbe procedere di nuovo l'iter burocratico.

Almeno è ciò che ha deciso la giunta civica giuliese con atto di recente pubblicazione.

venerdì 15 gennaio 2021

Mi dichiaro Contiano, anzi Contista, meglio: Contatore!

Volevo far sapere al Popolo, qualora gliene tornasse d'interesse, che in tal principiar d'anno '21, ho già speso, tra bollette / casa e tassuncole varie, circa 450 euro dei miei soldi. Fossi un cassintegrato al minimo, avrei in pratica esaurito il budget mensile. Per fortuna non lo sono. E quindi posso gridar anch'io: bravo Conte, dài, chiudici tutti e metteci i gendarmer ai semafori!

Certo, griderei un po' meno: “rispettate le regole... le regole... le regole... le regole...!”, se magari dal mio reddito garantito (che tra l'altro proprio garantito non è, ma fa niente) mi togliessero che sò, il 15 per cento se siamo “arancione”? o il 20 per cento se diventiamo “rossi”? Forse si; forse strillerei un po' di meno “rispettate le regole” agli altri. A quelli che, tra l'altro, vorrebbero davvero stare a casa, mentre al lavoro devono andarci e rischiare veramente la salute o il posto. E che manco riescono a portare in banca il risparmio in vestiti, benzina e caffé... risparmiati, appunto!

Perché mai come ora la forbice si è allargata, tra chi uno stipendio fisso lo prende comunque e chi deve guadagnarsi la pagnotta anche se c'è il virus. Tra quelli cui capita persino, guarda che scocciatori, di telefonare per un'informazione ad un qualche ufficio pubblico chiuso al pubblico ed ottenere in risposta solo un “tut-tut-occupato... riprovi più tardi”, e che magari dovrebbero credere che tutto ciò capiti dalla mancanza di soldi per la pubblica amministrazione.

Ecco, purtroppo, viene il dubbio che i soldi non mancano affatto alla pubblica amministrazione. Rischiano quanto prima di mancare ad altri. Io intanto ho pagato circa 450 euro in bollette e tassuncole. Che il Popolo sappia. E sempre W il Premier, beninteso.

domenica 10 gennaio 2021

L'editoriale della zucca

ROSETO. Dunque cosa bolle in pentola in questi primi giorni di gennaio qui a Roseto? A parte la pandemia, ovvio, che è preoccupazione ben più vasta. Stando alle cronache, sembrerebbe che protagonisti siano i rifiuti. Nel senso che per il loro smaltimento si prepara un corposo appalto, ben più consistente di quello di cinque anni or sono che in teoria dovrebbe avvicendare. Dalle notizie trapelate ufficialmente, sarebbe un buon trenta per cento di importo superiore al precedente, che era di una quindicina di milioni quinquennali contro i ventuno e passa attuali.

Sempre in tema di rifiuti, ma d'altra merceologia per dir così, molti cittadini costituiti in comitati hanno chiesto al Tribunale amministrativo (TAR) di annullare la realizzazione del cosiddetto “centro del riuso” che dovrebbe sorgere, nell'intenzioni del Comune e, soprattutto, dell'assessore al ramo, Nicola Petrini, a pochi passi dai campi sportivi e dagli insedimenti commerciali ed abitativi della zona sud di Roseto. Agli occhi del normale osservatore, oltre che degli abitanti interessati, localizzazione più inopportuna non si poteva trovare. Ma tant'è: sentenzierà il TAR.

Cosa c'è, poi, in questo principiar d'anno? Ah, i parcheggi a pagamento. I ticket sono stati sospesi per due mesi. Ma, va detto, l'appalto era scaduto il 31 dicembre. Quindi, a rigor di termini, più che di sospensione si tratta di posticipo della nuova gara per l'affitto delle macchinette-parcometro. Che costano – è bene ricordarlo – circa 80 mila euro al Comune, cioè alle tasche di coloro che lasciano l'auto con le ruote dentro le strisce blu.

Eppoi, cos'altro abbiamo? Beh, ci sarebbe la corsa alla poltrona di Primo Cittadino, in teoria in scadenza in quel di maggio, verosimilmente rimandata a settembre causa noto virus. Qui sembrano almeno una decina i pretendenti, con altrettanti, se non di più, raggrupamenti d'appoggio tra civici e tradizionali. Urge loro trovare delle alleanze, pena una sanguinosa (politicamente) lotta interna, visto che molti provengono da esperienze un tempo fraterne. La corsa alle candidature, però, finora interessa più che altro gli addetti ai lavori e le relative cerchie di amicizie e conoscenze. La Città, sta a guardare.

Dice in proposito un sagace vecchio della politica italiana, che risponde al nome di Clemente Mastella (chi non ha almeno cinquananni è giustificato di non conoscerlo), che in politica vige la regola dei vietcong. Chi erano costoro? Erano dei guerriglieri del lontano Vietnam che, appunto oltre mezzo secolo or sono, si nascondevano nella boscaglia e tendevano delle trappole ai soldati americani mandati lì a guerreggiare. Tanto è vero che gli yankee, che a volte tendono ad esagerare, disboscarono direttamente il Paese a botte di gas tossici per stanarli.

Insomma, ci si augura che il paragone Mastelliano sia un po' meno cruento. Ed in ciò conforta che qui da noi fortuna vuole che di generali Giap – che poi era il mitico comandante dei vietcong – non se ne vedano. E ciò rassicura alquanto un rivoluzionario-pacifista, ovvero un anarchico-salottiero, come chi firma (senza firmarlo con la penna) il post che se avete letto fin qui avete conquistato un buona domenica!

sabato 9 gennaio 2021

Vivere con 100 euro la settimana: ecco il futuro

La ragazza è appena rientrata da qualche giorno di vacanza. “Ciao, bentornata, come hai passato le feste?”. “Niente, sono stata a casa. A casa si sta da Dio. Ma dicono che dobbiamo lavora'... Ci vorrebbe il reddito di cittadinanza...

Lei vive in un minuscolo borgo di una zona imprecisata dell'Abruzzo. È giovane. Chiedo: “Ma ci sono qui quelli con il reddito di cittadinanza?”. “Altroché – risponde – stanno da Dio. Una mia amica, invece, che non glielo hanno dato, lavora come una pazza per 400 euro al mese. Ci pensi? Cento euro la settimana gli danno. Levaci cinque euro per la mascherina, quella che non serve a niente, perché se vuoi quella buona ne spendi 10 di euro la settimana. Toglici dieci euro per un caffé, un po' di benzina, se gli rimangono 50-60 euro la settimana fa prova! Per fortuna vive con i genitori, se no andava a mangia' alla mensa della Caritas! Quelli con il reddito di cittadinanza, invece, stanno spaparanzati sul divano, si guardano la Tv, non devono nemmeno vestirsi e si fanno pure portare le pizze a domicilio. Una vita da pascià”.

Non lo dice con astio, Né con protesta. Lo dice come se fosse un dato della vita. Una cosa normalissima. Se cerchi di buttarla in politica, la risposta è secca: “Ah, a me della politica non interessa. Che può darmi la politica!? Io devo sempre lavorà, ciò n'a bambina a casa”.

Intanto fuori è scesa la notte. Accendo la radio della macchina: Conte, Renzi, Salvini, la Meloni... il rimpasto... destra e sinistra... Conte che è stato prima populista alleato di Salvini e poi progressista alleato del Pd... Trump, l'America, il recovery... mondi lontani... sui quali sta pericolosamente scendendo il buio dell'indifferenza. Perché tutte queste cose non cambiano nemmeno un cicino la vita della gente. Che invece corre sempre più su un filo sottile. Fino a quando reggerà?

venerdì 8 gennaio 2021

Settimana giallina

Pare che siamo “gialli”, magari giallini. Ma si dài, una settimanella yellow non si nega a nessuno, nemmeno all'Abruzzo. Avevamo le settimane bianche, ci accontenteremo di una settimanella in giallo. Magari corta. Una settimanella ikeale, diciamo.

Del resto, una strana bizzaria dell'umano cogitare fa sì che il dottor Conte sia diventato nella primavera scorsa l'uomo più popolare d'Italia solo perché ci aveva rinchiusi tutti dentro schierando i militari agli angoli delle vie. La sua popolarità, che tuttora perdura, è dovuta esclusivamente a quello.

Non si capisce allora come mai, ogni volta che molla un po' i serragli; che allenta un minimo le viti della serratura, evidentemente quelli che inneggiavano al “Tutti dentro”, cioè l'80 per cento buono della popolazione, si butta fuori e si ammucchia manco i canarini sulle molliche del panettone! Eppure anche i clinici – con ascolti record – impongono che, anche a gabbia aperta, non è che devi andare ad intrupparti attorno al primo tavolinetto su cui inciampi! Possibile che da soli non ci si sappia regolare? Che occorre sempre “la legge”, “la regola” per farlo capire? C'è bisogno sempre di un “padrone” che comanda?

Comunque, per qualche giorno, forse potranno tornare a riveder non dico le stelle, ma almeno le nuvole, anche i ragazzi. Se c'è uno zero assoluto, nella piramide sociale, questi sono i ragazzi. Li hanno chiusi in casa da quasi un anno; gli hanno tolto la socialità; gli hanno vietato di fare sport e persino fare l'amore è diventato non facile. Pensate che pur di uscire qualche ora da casa ed incontrare qualche loro consimile di età, sarebbero contenti persino di tornare a scuola!

Fortuna che, quando codesta generazione giungerà al potere, chi scrive, posto che la natura non abbia già fatto il suo corso, sarà abbastanza rimbambito da non poter essere nuociuto più di tanto. L'impressione, infatti, è che se questi qui avranno in mano il potere, essendo stati educati ad obbedir tacendo a regole alla supercazzola, diventeranno dei tiranni pazzeschi. In confronto, il “vichingo” che di recente ha folleggiato in quel di Washington, potrebbe sembrare uno stravagante puffone.

giovedì 7 gennaio 2021

Tanti sacrifici per cosa?

Eppoi quel semaforo di cantiere su una deserta strada di montagna. Gli operai al lavoro. I giovani tecnici con lo strumento topografico. La temperatura tra zero e meno uno. La neve ai lati. E il pensiero vola ad altre immagini. Ad un tempo passato. Di altri operai e di altri tecnici. Nelle mattine di gelo. Al lavoro presto.

Per che cosa, ti chiedi mentri aspetti? Quelli della generazione di ieri l'altro lo facevano nella sicurezza di un futuro migliore. Se non per loro, per i loro figli. Ma oggi? tanti sacrifici per cosa? È probabile che ai ragazzi d'oggi si prospetti un domani da mera economia di sussistenza. In un Paese pieno di debiti che dovranno saldare fino all'ultimo centesimo. In un Paese che, ben che vada, passerà loro qualche minimo sussidio statale, giusto per un po' di cibo precotto e qualche abito dozzinale acquistato in outlet economici.

In quei pochi giorni dell'anno che gli permetteranno di uscire di casa, forse lasceranno appena un po' di movida soltanto per ubriacarsi un po' e sopportare meglio i lavoretti da pedalatori ai quali massimamente potranno ambire. Impieghi iper-precari dai quali basterà un cenno di capo... del capo per esser mandati via. Quando potranno allontanarsi da dove abitano, nei pochissimi giorni che gli sarà permesso, lo faranno solo a bordo di orrende, dal punto di vista estetico, auto a batteria.

Questo è il futuro che, da questa parte del mondo in crisi di civiltà, piegato dal virus, possono ambire la maggior parte dei ragazzi d'oggi. Almeno tutti coloro che non vengono da ceti privilegiati. Di fronte al quale, effettivamene, la scuola non è più da tempo più un valido ascensore sociale.

Ecco, quel semaforo di cantiere su una deserta strada di montagna ti ferma. E fa pensare come è diventato deserto il nostro mondo. Almeno il mondo di quella che è stata la civiltà occidentale e che, nella maniera più plasticamente evidente, decade nella sua espressione più imperiale, gli Stati Uniti d'America. A pensarci, essere ragazzi oggi, pochi numericamente; nulli dal punto di vista elettorale appunto perché pochi; privi per necessità di qualsiasi passione civile; essere ragazzi oggi significa contare zero; uno zero al cubo.

mercoledì 6 gennaio 2021

Ma quanti sono gli aspiranti amministratori rosetani?

ROSETO. Per ingannare la prigionia festiva Decretata-dal-Grande-Lui, volevo compormi un “Lego” degli aspiranti al Palazzo di Città. Leggiucchiando qui e là, sono arrivato ad un quadretto senz'altro non completo.

Dunque avremo quel che resta del grande Pd più una parte di sinistra-sinistra che appoggerebbe (punto interrogativo) il sindaco uscente Sabatino Di Girolamo. Un'altra parte di sinistra-sinistra insieme ad alcune liste civiche sosterrebbe invece la candidatura (punto interrogativo) di Rosaria Ciancaione. Quindi c'è “Italia Viva” di Renzi con (punto interrogativo) l'ex-deputato, Tommaso Ginoble.

Parrebbe della partita anche un gruppo civico proveniente dal Pd, con l'ex-sindaco Di Bonaventura e l'ex-assessore Frattari, non si sa se con proprio candidato sindaco o meno. Altro gruppo civico è quello capitanato da Mario Nugnes, attuale consigliere comunale. Poi c'è un gruppone sulla carta fortissimo, di centro un po' orientato a destra, con Alessandro Recchiuti, Enio Pavone e Angelo Marcone (candidato sindaco: punto interrogativo).

Rimangono la destra-destra, con (punto interrogativo) Lega e Fratelli d'Italia. Probabile, inoltre (con due punti interrogativi) una lista Cinque Stelle.

Mal contati, una decina di gruppi ed altrettanti (punto interrogativo) candiati sindaci.

Al dunque resta però un ulteriore punto interrogativo. Ma ci lasceranno votare? Boh! In America votano. Già, ma quelli sò americani.

lunedì 4 gennaio 2021

Dice la Regione che la ricostruzione va

Il governatore Marsilio
L'AQUILA. La Regione Abruzzo dice che la ricostruzione post-terremoti, dei vari sismi che ci hanno colpito anni fa, sta accelerando bene. Lo dice in una conferenza stampa tenuta oggi a L'Aquila. Ci sono, afferma la Regione, 72 persone sulle 77 previste che si occupano degli uffici dedicati alla ricostruzione. Nel 2021 si aspettano circa 700 mila decreti di concessione contributo, per circa 84 milioni di euro complessivi, che dovrebbero risanare le varie migliaia di edifici che furono danneggiati.

Insomma, la Regione è soddisfatta. Naturalmente - se la ricostruzione sta funzionando davvero come loro raccontano - i sostenitori politici del centro-sinistra diranno che è merito del commissario del governo, Giovanni Legnini e quelli del centro-destra che la benemerenza va data al governatore, Marco Marsilio. Ma questo è nell'ordine delle cose politiche, diciamo così.

venerdì 1 gennaio 2021

Speriamo ci facciano votare

Sabatino Di Girolamo
ROSETO. La vicenda della Villa comunale, “incartata” da impalcature perenni, è incredibile. Dunque avrebbero consegnato i lavori senza accorgersi che dentro c'erano degli oggetti d'arte da spostare. E vabbé, non avranno fatto un sopraluogo? Lasciamo stare, perché c'è di peggio. Ad un certo punto, infatti, si rendono conto che devono intervenire sulla fondazione. Senonché avevano già piazzato l'impalcature per le facciate. Dovrebbero quindi smontarla e poi metterla sù di nuovo. Evidentemente un assurdo. Da cui non sanno come uscire. Allora fermano tutto per quattro anni. Fino ad accordarsi in qualche modo prima di Natale non si capisce bene se per rifare le pareti prima delle fondamenta o cos'altro.

Ma la Villa potrebbe essere niente rispetto ai lampioni. Appena varato il cosiddetto “project”, sulla Nazionale, la sera si gioca a mosca cieca. Le lampadine istallate non illuminano niente bene. Uno dice, perché il Comune ha accettato la fornitura? Quale contratto lo lega all'appaltatore in modo da non poterle contestare? Perché due sono le cose: o il Comune si è legato le mani da solo e deve prendere per buona qualsiasi lampadina, il che sarebbe piuttosto grave; oppure il Comune può pretendere lampadine più potenti ma non lo fa, che sarebbe ancor peggio.

E questo avviene mentre nella seduta di fine anno del consiglio comunale torna ad aleggiare il dubbio amletico se il senatore Pd, Luciano D'Alfonso, nella sua pregressa veste di governatore abruzzese, abbia più fatto o più disfatto per Roseto. Con opinioni diametralmente opposte dentro la stessa maggioranza che sostiene il sindaco Pd, Sabatino Di Girolamo.

Il che porta dritto alla questione politica. Che il sindaco Di Girolamo non ha mai risolto – e magari non poteva risolvere – durante il suo mandato. E che forse sta tentando di risolvere ora, ricandidandosi per un secondo giro. L'impressione su Di Girolamo sindaco è quella del 2016: una brava persona. Un sindaco che ha pensato di risanare i conti dell'Ente e reperire nuovi finanziamenti per opere pubbliche. Un uomo che fa anche degli interventi in Aula credo sinceri e di buona fattura dialettica. Ma basta questo?

Ecco, purtroppo per lui ci sono delle condizioni politiche oggettive, che quando si voterà andranno alla conta dell'elettorato. Non saprei dire se Di Girolamo merita o no la ricoferma: lo decideranno gli elettori. Ma si può osservare, a livello d'opinione, che lui la partita da sindaco la poteva giocare assai meglio, perché oltretutto ne ha le qualità. Come del resto malissimo la giocò Enio Pavone quando toccò a lui fare il sindaco.

Ciò detto, buon anno a tutti. E speriamo ci faccian votare, perché in fin dei conti è quel che vale.