La ragazza è appena rientrata da qualche giorno di vacanza. “Ciao, bentornata, come hai passato le feste?”. “Niente, sono stata a casa. A casa si sta da Dio. Ma dicono che dobbiamo lavora'... Ci vorrebbe il reddito di cittadinanza...”
Lei vive in un minuscolo borgo di una zona imprecisata dell'Abruzzo. È giovane. Chiedo: “Ma ci sono qui quelli con il reddito di cittadinanza?”. “Altroché – risponde – stanno da Dio. Una mia amica, invece, che non glielo hanno dato, lavora come una pazza per 400 euro al mese. Ci pensi? Cento euro la settimana gli danno. Levaci cinque euro per la mascherina, quella che non serve a niente, perché se vuoi quella buona ne spendi 10 di euro la settimana. Toglici dieci euro per un caffé, un po' di benzina, se gli rimangono 50-60 euro la settimana fa prova! Per fortuna vive con i genitori, se no andava a mangia' alla mensa della Caritas! Quelli con il reddito di cittadinanza, invece, stanno spaparanzati sul divano, si guardano la Tv, non devono nemmeno vestirsi e si fanno pure portare le pizze a domicilio. Una vita da pascià”.
Non lo dice con astio, Né con protesta. Lo dice come se fosse un dato della vita. Una cosa normalissima. Se cerchi di buttarla in politica, la risposta è secca: “Ah, a me della politica non interessa. Che può darmi la politica!? Io devo sempre lavorà, ciò n'a bambina a casa”.
Intanto fuori è scesa la notte. Accendo la radio della macchina: Conte, Renzi, Salvini, la Meloni... il rimpasto... destra e sinistra... Conte che è stato prima populista alleato di Salvini e poi progressista alleato del Pd... Trump, l'America, il recovery... mondi lontani... sui quali sta pericolosamente scendendo il buio dell'indifferenza. Perché tutte queste cose non cambiano nemmeno un cicino la vita della gente. Che invece corre sempre più su un filo sottile. Fino a quando reggerà?
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