domenica 11 ottobre 2020

Ruit hora! (il tempo passa)

ROSETO. Partiti di governo che bisticciano sui soldi per la sanità, incuranti degli “assembramenti” pro-tamponi. Presidenti di Regione, chiamati “Governatori” in yankees style, che gareggiano con il governo sulla stesura di testi di legge più o meno stringenti. Sindaci che, metro alla mano, “ordinano” la... buona educazione! 

Insomma, la politica non annoia i suoi sempre più anziani e solitari spettatori. E mentre il nastro dell'informazione nazionale e regionale scorre, abbiamo qui davanti agli occhi il rincorrersi rosetano di prossimi nastri da tagliare per cantieri e lavori. Dopo quattro anni si teme forse di raccogliere i pochi frutti di una gestione amministrativa per lunghi periodi insufficiente, che magari potrebbe aver provocato qualche scontentezza in Città. 

Di fronte all'accavallarsi delle cose, tuttavia, le forze che si propongono di scalzare gli attuali reggitori della politca municipale, non sembrano ben attrezzate a trasformare lo scontento in consenso. Non è dato sapere quali siano le loro proposte, non solo programmatiche ma di stile, verrebbe da dire. Quale stile? Quello della chiarezza anzitutto e della comunicazione dopo. 

A sette-otto mesi dal voto di primavera (virus permettendo) si vocifera di tanti nomi (forse troppi) che sarebbero pronti a correre per la carica di primo cittadino, ma finora solo il sindaco uscente, Sabatino Di Girolamo, ha fatto sapere di essere disponibile per un nuovo mandato. Nel suo campo, quello del centro-sinistra o giù di lì, però, i rumors non escludono la voglia di sfidarlo da parte dell'ex-deputato Tommaso Ginoble, come quella di Rosaria Ciancaione od anche di Mario Nugnes. Nel centro-destra, invece, buio fitto e carte coperte. 

Ora, su queste voci – che si lasciano trapelare – non v'è comunicazione ufficiale di sorta. Ne è noto se il famoso strumento delle “primarie” sarà o meno riattivato e quando eventualmente. Insomma, sembra che nessuno voglia pensare nel frattempo a raccogliere lo scontento dei cittadini, che pur sembra esserci, per trasformarlo in consenso. Eppure non si vota più solo con le ideologie o per l'appartenenza. Ma ciò nonostante si pensa solo ai condizionamenti reciproci, a giocare a nascondino. 

Non sarebbe il caso, allora, che chi vuol raccogliere la sfida venga finalmente allo scoperto? Non sarebbe un atto di trasparenza e di riguardo per gli elettori? Non sarebbe questo il tempo di farlo? Ecco, viene buona una espressione latina (senza riferimenti, benitenso): “Ruit hora!” (il tempo passa).

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