venerdì 17 luglio 2020

Sulla Villa i conti non tornano


ROSETO. Dunque la Villa è rimasta come è rimasta (cioè ingabbiata da impalcature infinite) perché non si prestava a diventare un “edificio strategico antisismico”. O, almeno, perché il progetto a ciò intestato era sottodimensionato finanziariamente. Questo, in sostanza, ha detto il sindaco, Sabatino Di Girolamo, nell'ultima seduta del consiglio comunale. “Occorrevano minimo 2 milioni di euro e non 1,1 milioni come previsto”, ha aggiunto.

D'accordo, progetto ritenuto sbagliato allora? E adesso che si fa? Mettiamo in fila qualche dato. I lavori di ristrutturazione della Villa furono consegnati nel momento di passaggio tra la vecchia e la nuova amministrazione. Il sindaco Di Girolamo può avere qualche ragione, dunque. Il suo problema – che poi è il nostro – è non aver individuato subito la carenza di fondo che oggi denuncia.

Il sindaco si è avvalso anche di consulenze esterne. Che cosa hanno detto i suoi consulenti? Perché non vengono rese note le eventuali relazioni? Si doveva e si poteva intervenire per tempo. Ridimensionare i lavori in base all'importo disponibile, se questo importo non era sufficiente per tutto. Elaborare cioè delle varianti funzionali. Bloccare tutto, come tutto si è bloccato, non è la soluzione.

Ripeto, il sindaco non è un tecnico, quindi capisco che possa essersi trovato in difficoltà. Ma neanche l'ex-sindaco Enio Pavone era un tecnico e quindi anche lui potrebbe avere la stessa scusante. Il punto è che, quando i lavori si sono fermati, la via tecnica alla soluzione doveva essere pretesa all'istante. E questo lo doveva fare il sindaco in carica, chiunque fosse. Perché la carenza di fondo esposta nell'ultimo consiglio comunale non può essere saltata fuori all'improvviso. E, se fosse venuta a galla solo ora, non si capisce chi ne ha la responsabilità.

In generale un progetto sbagliato – se sbagliato era – si corregge per tempo. Se nessuno se ne è accorto finora è grave. Se qualcuno se ne era accorto prima e non ha fatto nulla è gravissimo. Non tutto si può risolvere nella polemica politica. Ad un certo punto bisogna decidere. Altrimenti hanno sempre tutti ragione e tutto finisce sempre a tarallucci e vino.

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