sabato 27 giugno 2020

Una questione di stile

 

ROSETO. Il consiglio comunale di Roseto ha chiesto che venissero in qualche modo spalmate nel tempo alcune tasse locali. Aggiunta qualche proroga sulle scadenze. Concesso un minimo di minor fiscalità sui parcheggi. Il che, naturalmente, va benissimo vista la nota crisi post-virus. Lo ha fatto, però, con quella che tecnicamente si chiama una “risoluzione”.

Ora, se volessimo guardare proprio alle forme, questa risoluzione ha una riga che grida vendetta. Chiede infatti di varare le agevolazioni non solo a Sindaco e Giunta, come è giusto, ma anche ai dirigenti ed agli uffici comunali. Ora, anche i principianti sanno, che qualsiasi mozione consiliare si rivolge alla Giunta. Lo dice persino lo Statuto del Comune. Non si può considerare la parte burocratica dell'Ente come un interlocutore sullo stesso piano di quella politica.

È sbagliato proprio in radice. Significa porsi in situazione di subalternità politica. La dirigenza deve (sottolineo deve) applicare le decisioni degli organi elettivi dell'Ente. Come naturalmente fa. Punto. Soltanto se ravvisasse violazioni di legge, potrebbe derogare al principio. Scrivere in una mozione quella cosa lì, non modifica certo il contenuto dell'atto, non significa nulla sul piano giuridico, ma, soprattutto, non è elegante.

Tutto qui. Una questione di stile. Per il resto ha fatto benissimo il consiglio a proporre le agevolazioni sulle tasse. Nulla toglie, cioè sul piano della sostanza, ma, ripeto, per le prossime volte, se potete, evitate di scrivere che chiedete ai dirigenti. Un Consiglio chiede alla Giunta e basta

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