ROSETO. Il consiglio
comunale di Roseto ha chiesto che venissero in qualche modo spalmate
nel tempo alcune tasse locali. Aggiunta qualche proroga sulle scadenze. Concesso un
minimo di minor fiscalità sui parcheggi. Il che, naturalmente, va
benissimo vista la nota crisi post-virus. Lo ha fatto, però, con
quella che tecnicamente si chiama una “risoluzione”.
Ora, se volessimo
guardare proprio alle forme, questa risoluzione ha una riga che grida
vendetta. Chiede infatti di varare le agevolazioni non solo a Sindaco
e Giunta, come è giusto, ma anche ai dirigenti ed agli uffici
comunali. Ora, anche i principianti sanno, che qualsiasi mozione
consiliare si rivolge alla Giunta. Lo dice persino lo Statuto del
Comune. Non si può considerare la parte burocratica dell'Ente come
un interlocutore sullo stesso piano di quella politica.
È sbagliato
proprio in radice. Significa porsi in situazione di subalternità
politica. La dirigenza deve (sottolineo deve) applicare le
decisioni degli organi elettivi dell'Ente. Come naturalmente fa.
Punto. Soltanto se ravvisasse violazioni di legge, potrebbe derogare
al principio. Scrivere in una mozione quella cosa lì, non modifica
certo il contenuto dell'atto, non significa nulla sul piano
giuridico, ma, soprattutto, non è elegante.
Tutto qui. Una questione di stile. Per il resto ha fatto benissimo il consiglio a
proporre le agevolazioni sulle tasse. Nulla toglie, cioè sul piano
della sostanza, ma, ripeto, per le prossime volte, se potete, evitate
di scrivere che chiedete ai dirigenti. Un Consiglio chiede alla Giunta e basta
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