martedì 23 giugno 2020

Ecco una questione politica: campus, liceo, Pia Marta e...


ROSETO. Tutto si può dire meno che l'idea della Provincia di acquistare l'area del Pia Marta per destinarla al liceo “Saffo”, non abbia suscitato dibattito. Per evidenti motivi. Perché l'area è centralissima a Roseto. Perché ha una storia che, con l'oratorio, si identifica in parte con la rinascita della città negli anni '60-'70 del Novecento. Perché tocca il livello dell'urbanistica in un momento in cui il Comune annuncia una miriade di nuovi piani, giustappunto urbanistici. E perché, non ultimo, cade in un tempo non lontanissimo dalle elezioni municipali della primavera 2021 (virus permettendo, ovviamente).
Tutto parte dall'intenzione (o perlomeno da quella che la Provincia pare leggere come una intenzione) di vendere l'area da parte della proprietà, la congregazione religiosa Bresciana, storicamente insediata a Roseto. Non vi fosse questa ipotesi, tutto il discorso sarebbe diverso. A questo punto, la prima ad inserirsi nel discorso pubblico è stata Rosaria Ciancaione, consigliera di “Liberi e Uguali”, che si è subito dichiarata contraria alla eventuale nuova localizzazione del liceo classico. Per motivi propriamente urbanistici, di spazi e parcheggi ritenuti insufficienti. Posizione più o meno simile, la sua, a quella dei “Cinque Stelle” rosetani.

Questa mattina, all'hotel Liberty, è invece intervenuto William Di Marco, presidente dell'associazione Cerchi Concentrici. Qui c'è una lunga storia alle spalle, che parte almeno dalla metà del primo decennio del nuovo secolo. Con un progetto ambizioso di un campus quasi a livello universitario a Voltarrosto, nell'area ove dal 1986 c'è l'istituto “Moretti”. Dietro questa ipotesi, c'è una idea di scuola e di città, per la quale William Di Marco si batte da sempre. Cui il progetto, elaborato dal “Moretti”, (lo vedete nelle immagini qui riprodotte) ampiamente si ispira.

L'idea, in breve, presuppone scuole elementari e medie in centro, alla portata di bambino, ed un polo scolastico superiore in periferia della città, Voltarrosto appunto. Un po' come a Giulianova con le superiori più o meno nella parte alta del centro. Ma, soprattutto, come in molte città europee. Non a caso il “Moretti” è noto per i suoi scambi culturali con l'estero. Questa idea, dice William Di Marco, metterebbe a fattor comune anche molte risorse. Ad esempio non sarebbe necessario costruire nuove palestre, perché già ci sono. Si potrebbe poi realizzare un “ostello” stile alberghiero per ospitare scolaresce estere, eccetera, eccetera. Insomma, farebbe fare a Roseto il salto di qualità ad una scala territoriale non solo locale.

Nella conferenza stampa, Di Marco ha ricordato che l'ipotesi del campus fu in qualche modo sposata anche dal piano regolatore elaborato durante l'amministrazione Di Bonaventura e poi naufragato nelle secche della politica rosetana. Oltretutto la Provincia è anche proprietaria di gran parte dei terreni dove dovrebbe sorgere il “campus”, quindi si troverebbe doppiamente coinvolta nella vicenda.

La questione, allora, investe più ambiti. Senz'altro quello comunale per quanto riguarda le scelte urbanistiche. Senza dubbio quello provinciale sia per il versante scolastico che, in parte, per quello urbanistico. E poi la cosiddetta società civile, ovvero la città, che naturalmente dovrebbe essere coinvolta in scelte che comunque incidono sulla organizzazione urbana.

Come dire, un bel tema. Affrontato bene? Per ora, non sembra. Se tutto finisce nel tricarne pre-elettorale, infatti, è un guaio. Perché la questione non è lieve. Una sede adeguata per il “Saffo” ci vuole. Un campus sarebbe bello. Se la proprietà religiosa degli immobili dovesse davvero vendere, anche la proposta della Provincia avrebbe un suo senso. Insomma, tutta una serie di buone ragioni tra cui sarà difficile trovare la sintesi. Eppure un punto di caduta occorre per risolvere il problema. Ecco allora una questione politica: campus, liceo, Pia Marta... A voi la scelta, ma scegliete però, una buona volta. Sarebbe riprovevole, infatti, se tutto si risovesse ancora una volta in chiacchiere.

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