l'assessore Orazio Vannucci |
ROSETO. Dovrebbe essere una
sorta di “piano regolatore” della Riserva. Una serie di tavole
disegnate che dicono cosa è permesso e cosa no nel “Borsacchio”,
questa benedetta riserva rosetana che tiene banco da un quindicennio
nella politica locale. Intorno a tal serie di carte variopinte se ne
sono viste, in questo quindicennio, di tutti i colori: piani fatti e
mai approvati; incarichi professionali conseguenti; spese
ingentissime e di fatto inutili; tagli e controtagli al perimetro
della Riserva. Insomma, un fallimento su tutta la linea.
Questa mattina,
però, si è annunciata una ennesima puntata. L'ultima versione del
“PAN” (così si chiama in sigla il piano) è pronta. Ma dovrà
aspettare una doppia lettura, in consiglio comunale ed in consiglio
regionale. Come dire buonanotte. Un iter lunghissimo dall'approdo
incerto. Questo genere di piani, infatti, si sa come entrano in
consiglio, ma non come escono.
Perché il punto
attorno a cui tutto ruota è incoffessabile: i metri cubi. Quanti
metri cubi di cemento dentro la Riserva? Quante attività? Quanta e quale economia dentro la Riserva? Quali interessi, sopra e sotto il
pelo del filo di grano? Tutto si giocherà lì. Al di là delle
cortine fumogene sull'incomprensibile concetto dello “sviluppo
sostenibile” e delle belle parole buone da lasciare sull'inchiostro
delle costruttive dichiarazioni.
Insomma, fiducia
zero da parte di queste righe. Nessuno dei protagonisti politici e
ambientalisti si salva. Forse eccetto la giovanile buona aspettativa
dell'assessore Orazio Vannucci e magari il principio di tutela da
sempre contenuto nel progetto dell'architetto Fabrizio De Gregoriis.
Un principio, è bene ricordarlo, che questa ipotesi progettuale faceva proprio già nel 2016, quando ne era stata redatta una bozza pronta per essere approvata
in virtù dell'incarico all'architetto conferito dal sindaco Enio
Pavone e confermato dal sindaco Sabatino Di Girolamo. Questo piano, cioè, si poteva approvare già nel 2016 e chissà perché si sono persi altri quattro anni.
Ma è bene
ripetere, si tratta solo di principi, previsioni urbanistiche, poco più che parole: sviluppo, agricoltura di qualità; turismo
all'aria aperta; verde; ambiente; territorio, eccetera, eccetera. Quanto di esse
resterà al vaglio del tritacarne della politica e
dell'ambientalismo militante, non solo locale? Cosa resterà al fondo del setaccio degli interessi che la politica esprime e rappresenta?
La partita è solo all'inizio. Il PAN Borsacchio può aspettare.
La partita è solo all'inizio. Il PAN Borsacchio può aspettare.
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