mercoledì 15 aprile 2020

Ma l'assessore Di Bartolomeo ha detto una cosa giusta o no? C'è o non c'è un problema sociale delle famiglie?

Luciana Di Bartolomeo
ROSETO. Le famiglie che hanno un disabile in casa già avevano enormi difficoltà prima, figuriamoci adesso, con i servizi sociali praticamente sospesi. A Roseto, dove c'è una lunga tradizione nel sociale, il problema è particolarmente sentito. Perché si nota il netto peggioramento di una situazione che era eccellente. Molte famiglie sono allo stremo e chiedono qualche forma di aiuto, tutta da studiare nelle modalità attuative a causa di questa brutta situazione.

Come se non bastasse, in tutto ciò si inserisce una riforma del settore (risalente alla vecchia amministrazione regionale) che ha creato – nel concreto rosetano – più intoppi che vantaggi. Le competenze sono infatti passate ad un organismo chiamato “Unione dei Comuni”, presieduto dal sindaco di Giulianova.

Non sono una novità le incomprensioni tecnico-politiche tra i due enti. Prova ne è una semplice richiesta di ieri dell'assessora al sociale del comune di Roseto, Luciana Di Bartolomeo, che poneva il problema di una riapertura in sicurezza di alcuni servizi sociali. Possibilità del resto consentita anche dalle norme del decreto “Cura Italia”. Solo un po' di respiro per le famiglie, insomma.

Mal gliene incolse. In replica si è beccata un comunicato piuttosto irritato del sindaco giuliese. Il quale, però, non sembra contestare il merito della richiesta (non credo che lui sia contrario a riattivare questi piccoli servizi), ma piuttosto fa riferimento ad una questione finanziaria di contribuzione tra Comuni, eccetera, eccetera.

Ora, la questione dei soldi tra chi deve darli e chi deve averli, vedetevela voi. Ma il problema c'è ed grosso. Le rivalità politiche di campanile certo non aiutano a risolverlo. Se si riconosce che la richiesta avanzata dall'assessore di Bartolomeo è giusta, si proceda. Se la si ritiene sbagliata, si bocci, ma con chiarezza per cortesia. Di fronte a queste difficoltà serie delle famiglie, risparmiatevi i comunicati contrapposti. Se potete, agite senza pensare a chi lo ha detto per primo. Senza inutili protagonismi, se possibile.

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