giovedì 30 aprile 2020

I preliminari al tempo del tele-consiglio

ROSETO. Dieci consiglieri collegati da casa e sette in aula. Il primo consiglio comunale in teleconferenza necessitato, mostra qualche libreria alle spalle, una sigaretta elettronica fumante, e la solita partenza “preliminare”, quando ogni consigliere dice la sua a tema libero. Solite formalità, seppur a distanza, dunque. Prima di passare a centro dei rifiuti, regolamento del turismo e quant'altro.

Ma se la modalità cambia, quest'ora iniziale caratteristica delle assise rosetane è sempre ad un tempo inutile ed interessante. Inutile, perché è semplicemente un pour-parler. Interessante perché lascia intravedere il nesso tra il posizionamento politico di ciascuno ed i problemi reali della città. La modalità remota, infatti, rende solo più difficili i battibecchi personali, trasformandoli in gesti muti di disapprovazione mimica, ma non cambia la sostanza delle cose.

Ecco allora che l'unica comunicazione reale (l'oretta iniziale si chiama, appunto, “delle comunicazioni”) la fa il consigliere Alessandro Recchiuti, il quale annuncia che d'ora in poi il suo gruppo aggiungerà alla denominazione “FuturoIn” quella de “Il Punto”, associazione presieduta dalla professoressa Vanessa Quaranta che ha in Recchiuti il suo rappresentante consiliare.

Parte subito dopo la sequela. Tra chi voleva sanificare le strade (Rosaria Ciancaione); chi se ne esce svelando forse senza volerlo che “l'opposizione a telecamere spente è più propositiva” (Mario Nugnes); chi attacca il governo e certi scienziati contraddittori (Enio Pavone); chi presenta mozioni anti-tasse e pro-commercio (Adriano De Luca) e chi ribatte: un momento, lo avevamo detto prima noi dell'opposizione di togliere le tasse e ci avete dato dei populisti (Angelo Marcone). C'è poi chi tenta sintesi tardo-democristiane tra maggioranza-opposizione (Simone Aloisi); chi pensa al turismo, ma anche “renzianamente” a ripartire (Marco Angelini); chi loda “l'orgoglio italiano”, locuzione che più di destra sarebbe difficile by consigliere Pd, Massimo Felicioni.

Insomma, è un dire. Dal quale si capisce e non si capisce che gli equilibri politici locali si muovono. Non si sa bene in quale direzione, però. Apparentemente tutto sospeso a causa di questo tempo terrificante. Con uno sguardo a Roma e l'altro in Regione. E si va avanti, in una parentesi pomeridiana dove stare davanti allo smartphone a sentire il consiglio aiuta a passare un pomeriggio un po' meno surreale di quanti ne sono già passati. Manca però un qualcosa di originale: una via rosetana più strutturata, una qualche strategia di fondo meno fumosa dalla “pipa” elettronica dell'architetto “Peppe” di Sante che ogni tanto rende il quadro piuttosto confuso.

Il derby Giulianova – Roseto finirà uno a zero?


GIULIANOVA. Se la prima era andata bene, la seconda “puntata” del mercato delle erbe di Giulianova è andata ancora meglio. Verso le 9.45 di questa mattina una fila lunghissima, ordinatissima, distanziatissima, attendeva l'uomo vestito da “astronauta” che spara con la pistola-termometro la misura della febbre onde scostare il pertugio transennato del post-mercato in senso letterale.

A Roseto invece? Anche oggi languore assoluto in quel pochissimo che superstita del mercato del giovedì sul lungomare. Così che increspa al mare off-limits un punto interrogativo: ma non è che Giulianova, del già “Tutti a casa” intimato a tutto social-casacca-emergienziale; dei droni volanti; dell'esercito occhiuto, muta all'improvviso in aperturismo rampante e ci sorpassa ancora una volta?

Si dà il caso, infatti, che Roseto, un po' più moderata nella fase acuta dell'emergenza, sia anche più lenta nella ripartenza. Manchi vale a dire del guizzo, dell'inventiva e della fantasia, come si direbbe in termini calcistici. Insomma, qui tra le due “sorelle” della costa teramana, se non ci diamo una mossa, finisce uno a zero secco per “Jiglie”. Perché questo sindaco giuliese, questo Ivan Costantini, tira le marce a tutto acceleratore, che siano curve a destra o a sinistra sta a vedere!

domenica 26 aprile 2020

Mannaggia li ho pure votati! Uno sbaglio da non ripetere

Nell'altra vita, poco più di un anno fa, in una contrada chiamata Abruzzo, ci furono delle elezioni regionali. Vinse un leader nazionale, tal Matteo Salvini. Che non era qui candidato, ma aveva tanta di quella popolarità, che la gente si faceva i selfie con lui e si lasciava abbracciare (allora era considerato un gesto umano). Questo leader, insieme ai suoi alleati, aveva accettato per l'Abruzzo un senatore romano, tal Marsilio, che nessuno qui conosceva, ma che venne acclamato sulla fiducia; sulla fiducia appunto dei leader nazionali.

Del resto, quelli che avevano governato la Regione fino ad allora, Luciano D'Alfonso, il Pd ed i suoi alleati, avevano gestito così male la cosa pubblica da aver perso gran parte della fiducia della gente (tranne dei loro fedelissimi, ovviamente). Il massimo della loro cattiva amministrazione si era avuto in occasione di un altra emergenza, quella del sisma e della neve del 2016-2017. Tanto che anche loro, consci dell'impopolarità, chiamarono a rappresentarli per le elezioni un uomo che veniva da incarichi nelle alte burocrazie romane, tal Legnini.

L'alternativa ai due era una donna dei Cinque Stelle, Sara Marcozzi. Chi scrive, non per fiducia, ma per un ragionamento politico personale che sarebbe lungo raccontare, la votò. Oggi, viste le performance nazionali di quel movimento, sono contento che non ha vinto, oltre a ribadire la mia convinzione personalissima che non bisogna mai votare. Come dire, quando ti dissoci da quel che credi veramente, sbagli. Ed io sbagliai, seppur con l'attenuante che se avessi votato gli altri due avrei sbagliato due volte.

Bene, anzi male, malissimo. Perché cosa è accaduto dopo? Lo vediamo in questi giorni. Il potere di fatto passa non solo per gli eletti, ma soprattutto per i fedelissimi degli eletti, che spesso nemmeno si sono candidati. Questi fedelissimi, se sbagliano, non fa niente, in quanto non rispondono all'elettorato, ma a chi li ha nominati. Sono dei dipendenti della politica, non del popolo, detto in termini giornalistici.

Allora può accadere che ci siano ritardi enormi nell'assegnazione di minimi aiuti ai lavoratori rimasti disoccupati (cassa-integrazione) senza che si sappia di chi è la colpa. Che ci siano problemi nelle strutture sanitarie enormi, che ci fanno avere gli stessi danni di altre regioni senza averne i vantaggi. Che si abbia notizie di una lotta di potere e di poltrone mai arretrata, nemmeno di fronte all'emergenza. Insomma, un disastro.

Un disastro cui nessuna delle opposizioni sembra una valida alternativa. Un disastro di classe politica e dirigente insieme. Che certo non è dell'ultimo anno: è cosa vecchia; ma che nell'ultimo anno si è semplicemente perpetuata. Un disastro al cospetto del quale si reagisce esattamente come a Roma: si elevano solo divieti e multe. Lo Stato, la Regione ed anche i Comuni, non fanno niente per venirti veramente incontro; niente per assisterti realmente: mandano solo droni e gendarmi, spesso anche vessatori nei modi.

Questo è l'Abruzzo oggi. Un pezzo dell'Italia dove non si sa come ricominciare. Dove un lavoratore se non vorrà prendere i bus deve pagarsi la benzina della macchina (pensate a famiglie monoreddito, ad esempio) e magari comprarsi pure una mascherina a sue spese. Dove chi sta male non può essere aiutato perché lasciato solo. Dove chi aveva una attività (spesso unica fonte di reddito) sta in brache di tela. Insomma, lo Stato, la Regione, i Sindaci si prendono talmente cura della tua salute da toglierti anche il libero pensiero, ma senza darti nient'altro. Se lo Stato mi chiude per salvarmi e per salvare gli altri è giusto, ma allora lo Stato mi deve garantire la sopravvivenza. Anche quella è tutela della salute.

Ed in questo Abruzzo-Italia assistiamo anche ad un fiorire quotidiano di comunicazione-politica, dove sembra che tutti abbiano ragione. I video senza contraddittorio dei sindaci sono emblematici in tal guisa. Non si capisce cosa ci stiano a fare i giornalisti, tra l'altro, visto che quelli parlano da soli, ma questo è un altro discorso come dire. Senza accennare a coloro i quali, magari iper-garantiti per sconosciuti meriti, ti scagliano contro le frecce inzuppate nell'acredine delle loro false ideologie. E già, l'ideologia, la cosa più bella che ci sia, mi pare facesse una canzone di qualche tempo fa.

giovedì 23 aprile 2020

La fantascienza è tra noi




Giulianova
GIULIANOVA. Se da bambino mi avessero dato un libro di fantascienza dove un tipo vestito da “astronauta” con una “pistola-termometro” spara la misura della febbre ad ignare vecchiette che vanno al mercato, non ci avrei creduto. Ed invece oggi è realtà. Sono i mercati rionali non del terzo tipo, ma dell'oggidì e – speriamo di no – anche del domani. Mercati transennati, sorvegliati, vigilati. Da frequentare con la bocca rigorosamente imbagliata. Eppure con tanta gente, alcuni con gli occhi stralunati.

La scena che vedete nelle immagini è stata ripresa questa mattina a Giulianova. Naturalmente tutto questo è per la nostra sicurezza, per la tutela della nostra salute e della società intera. Il prezzo da pagare a questo terribile malanno che ci ha colpiti e quasi annientati, insomma.

A scala più tradizionale, invece, quel che resta del mercato del giovedì a Roseto (foto in basso in questa pagina), dove però, rispetto a Giulianova, praticamente non c'era nessuno.

Roseto
Peccato che i bambini non possono uscire: gli sarebbe piaciuto tantissimo, suppongo. Gli stiamo preparando un futuro da paura: video-sorvegliato, scannerizzato, spiato dal grande fratello social. Un futuro del quale, credo, ci saranno grati sinceramente.

martedì 21 aprile 2020

E mo' sul centro dei rifiuti “li cunt ar dà ancora meno” (politicamente)

ROSETO. Premessa numero uno: di queste cose, oggi, alla gente non importa niente. Ormai c'è una sola preoccupazione, altre zero ascolto, come è giusto che sia.

Premessa numero due: la politica, tuttavia, non si ferma e comunque certe piccole questioncelle politiche rendono più sopportabile la reclusione in atto. Specie con l'auto del dialetto.

Allora attacchiamo. Succede, a Roseto, che da qualche anno a questa parte si vorrebbe costruire un centro di riuso dei rifiuti vicino lo stadio “Fonte dell'Olmo”. La localizzazione – a parere di queste righe – non è il massimo. Ed è probabile – sempre opinione mia – che questo centro del riuso sia pure relativamente inutile. Tuttavia non è questo il punto. Il punto è, per così dire, politico.

Che succede infatti? Capita che il progetto sia molto sostenuto dall'assessore Nicola Petrini. Non ricordo quante conferenze stampa ci ha tenuto. Una, mi pare, la fece da solo, senza il sindaco (mi sembra glielo chiesi pure). Ora, il buon Petrini passa in città come un fedelissimo del leader di Italia Viva, Tommaso Ginoble. Anche se, quando glielo chiesi – proprio durante quella conferenza stampa – mi rispose amichevolmente con una battuta: “Petrini è di Petrini”.

Capita ancora comunque, dopo anni di questo progetto mai realizzato e tutto sommato mai osteggiato, che la consigliera di “Liberi e Uguali”, Rosaria Cancaione, parta qualche giorno or sono ad alzo zero sollevando il problema dei pozzi della “ex-Rolli” lì vicino. Dopo un pò si unisce alle critiche anche Mario Nugnes di “Casa Civica”.

Su questo blog esce allora un post (lo vedete scorrendo) che solleva qualche perplessità sulla tempistica politica di queste critiche. In commento facebook al post stesso, Rosaria Ciancaione osserva però che la natura dell'impianto si sia appalesata, ad un suo studio degli eleborati disponibili, più temibile sul piano ambientale di quanto si poteva immaginare. Del resto questa sarebbe la sola ragione che giustifica così ritardato intervento, perché la localizzazione era appunto già nota. Ma ciò implicherebbe la deduzione che la Ciancaione abbia considerato quantomeno edulcorata la comunicazione pubblica di Petrini, che invece non parlava di queste criticità ambientali. Essa cioè osservi la localizzazione in relazione alla natura dell'impianto e non viceversa.

Bene, si fa per dire. Poco fa, infatti, sulla casella e-mail di “Controaliseo” si è materializzata la risposta di Petrini sotto forma di un comunicato stampa. Già il titolo è significativo: risponde solo a Nugnes e non alla Ciancaione. Nel testo, poi, ribadisce la bontà del progetto, smentisce la sua nocività ambientale e parla di strumentalità elettoralistiche.

Ok, va bene tutto. Ma politicamente non va bene per niente. In sintesi: Petrini, se non erro, dovrebbe esser di area Pd, ed il Pd ancora tace sul caso. E tace pure il sindaco, Sabatino Di Girolamo. Allora politicamente deducendo, uno dice: ma lo avete lasciato solo il buon Nicola (Petrini) oppure considerate le critiche della Ciancaione di così poco rilevo da non meritare neanche un cenno per non dar loro alcun risalto mediatico? Od ancora, sta succedendo qualcosa dentro la politica rosetana sotto coperta?

Guardate, va bene tutto. Ma niente in politica è a caso. Ed ecco che ogni cosa assume le vesti del... “giallo”. Per carità, si dice “giallo” inteso simpaticamente e per puro allegerimento di un clima in cui la politica è un sollievo per la salute.

domenica 19 aprile 2020

Qualcosa "'n'ar da" sul centro del riuso

Rosaria Ciancaione
ROSETO. Si può dire in dialetto? Su 'sta storia del centro dei rifiuti dietro lo stadio “Fonte dell'Olmo”, qualcosa “'n'ar dà”. Vale a dire, non torna. Non torna a livello politico, intendiamoci.

Dunque vediamo. Nel merito, Rosaria Ciancaione, la consigliera di sinistra che ha sollevato per prima la questione (dopo si è aggiunto anche Mario Nugnes, di “Casa Civica”); nel merito si diceva, la Ciancaione ha perfettamente ragione. È sommamente inopportuno piazzare un centro di rifiuti in una zona commerciale, tra l'altro a poca distanza dai pozzi di prelievo della ex-Rolli. Sacrosante, quindi, le loro critiche.

Sta di fatto, però, che l'assessore Nicola Petrini, sono anni che propaganda questo progetto come un fiore all'occhiello. Ha fatto non so quante conferenze stampa, alcune insieme ai progettisti. Ha diffuso immagini del progetto ampiamente riprese dall'informazione. Oltretutto senza mai realizzare l'opera. Bene, come mai le critiche arrivano adesso? O perlomeno, come mai arrivano ora con una insistenza che prima non s'era vista? E come mai la voce ufficiale dell'amministrazione tutta ancora non replica come forse c'era da aspettarsi?

Ecco il dubbio politico. Sta forse succedendo qualcosa nei rapporti di forza della politica rosetana? C'è qualcosa anche dentro la stessa maggioranza? Guardate che il sindaco, Sabatino Di Girolamo, da quando c'è questa tragedia incommensurabile, sembra essersi reso un po' più indipendente. Non saprei dire, ma non vorrei che il centro dei rifiuti sia la cartina di tornasole di un quadro politico che potrebbe un po' chiaroscurarsi.

Oggi la gente è giustamente preoccupata di tutt'altro e non sta certo a badare alla politica. Ma la politica non dorme mai. E quando agisce sottotraccia non sai mai dove va a parare. Stiamo a vedere, il quadro potrebbe riservare sorprese.

sabato 18 aprile 2020

Nel Paese degli 8.021 caballeros

Nel paese degli 8.021 caballeros (municipali ottomila, governatorali venti, c.d.g uno), le caste della produzione, degli ombrelloni, degli esercizi vari scoprirono che non contavano più nulla. Nel mondo di dentro vestirsi serve molto poco, consumare non si può ed il mare è off-limites. Anche il mondo dei i prof se la passa maluccio: si è visto che la scuola fisicamente intesa può benissimo essere sostituita da uno smartphone. Non parliamo poi dei giornalisti: i social fan da sé.

Le caste, dunque, sono diventate di poco interesse per la politica. La quale guarda soltanto ad una categoria: quella dei baroni della medicina: sempre in tv, sempre più gettonata oggidì. Sono i cosiddetti “esperti”. Pare che il c.d.g (alias capo del governo) ne abbia ingaggiati ben 450, suddivisi in 15 task force. Non di rado litigano (sempre in tv) tra loro. Quasi ogni ministro poi, per non essere da meno, si è fatta la sua task-force, così come ogni Capo di Regione, qualche Asl e persino, cà va sans dir, alcuni dei sindaci più protagonisti.

Tutte queste task-force, comitati, “unità di crisi” e compagnia bella, pare abbiano suggerito se non prodotto qualcosa come 212 “leggi” in un mese e mezzo: praticamente ne scrivono quattro al giorno. Poi, siccome non ci capisce niente nessuno, cominciano ad interpretarle. E chi dà l'interpretazione più originale (in questo sono campioni molti sindaci, anche dalle nostre contrade) vince il premio del “più amato dalla gente”.

Oltretutto, questi “esperti” sono più astuti dei politici medesimi, così abilmente si tengono sempre sul vago, oppure dicono “chiudete tutto” così non succede niente di certo: facile no! Non c'è niente da fare: i love Pierferdi siempre: quanto erano belli i democristiani veri!

giovedì 16 aprile 2020

Il lavoro niente agile

 

ROSETO. A volo d'uccello non pare che i lavori sulle spiagge siano finora iniziati. E chissà se inizieranno. Del resto nemmeno il Comune ha potuto approfittare del mese di fermo per portare avanti la nuova pavimentazione in via Thaulero. “La prossima settimana dovremmo riprendere”, ha assicurato il vice sindaco, Simone Tacchetti, sulla pagina locale de “Il Centro” di questa mattina, nell'articolo di Luca Venanzi.

Vabbé, si dirà, perché sistemare le spiagge visto che quest'anno quasi certamente il turismo salta? E perché mai risistemare le strade tanto non ci deve passare nessuno? Giusto. Pensare che abbiamo persino la scuola elementare di via D'Annunzio protetta dalla “vigilanza armata”, giusta metafora di quest'era di “sceriffi” pronti all'assalto alle diligenze!

Il lavoro è “agile” per antonomasia, oggi. Però in campagna qualcuno dovrà pur andarci. Il lievito di birra, infatti, ha bisogno di un “sottostante”, come affermano quelli che hanno studiato!

mercoledì 15 aprile 2020

Ma l'assessore Di Bartolomeo ha detto una cosa giusta o no? C'è o non c'è un problema sociale delle famiglie?

Luciana Di Bartolomeo
ROSETO. Le famiglie che hanno un disabile in casa già avevano enormi difficoltà prima, figuriamoci adesso, con i servizi sociali praticamente sospesi. A Roseto, dove c'è una lunga tradizione nel sociale, il problema è particolarmente sentito. Perché si nota il netto peggioramento di una situazione che era eccellente. Molte famiglie sono allo stremo e chiedono qualche forma di aiuto, tutta da studiare nelle modalità attuative a causa di questa brutta situazione.

Come se non bastasse, in tutto ciò si inserisce una riforma del settore (risalente alla vecchia amministrazione regionale) che ha creato – nel concreto rosetano – più intoppi che vantaggi. Le competenze sono infatti passate ad un organismo chiamato “Unione dei Comuni”, presieduto dal sindaco di Giulianova.

Non sono una novità le incomprensioni tecnico-politiche tra i due enti. Prova ne è una semplice richiesta di ieri dell'assessora al sociale del comune di Roseto, Luciana Di Bartolomeo, che poneva il problema di una riapertura in sicurezza di alcuni servizi sociali. Possibilità del resto consentita anche dalle norme del decreto “Cura Italia”. Solo un po' di respiro per le famiglie, insomma.

Mal gliene incolse. In replica si è beccata un comunicato piuttosto irritato del sindaco giuliese. Il quale, però, non sembra contestare il merito della richiesta (non credo che lui sia contrario a riattivare questi piccoli servizi), ma piuttosto fa riferimento ad una questione finanziaria di contribuzione tra Comuni, eccetera, eccetera.

Ora, la questione dei soldi tra chi deve darli e chi deve averli, vedetevela voi. Ma il problema c'è ed grosso. Le rivalità politiche di campanile certo non aiutano a risolverlo. Se si riconosce che la richiesta avanzata dall'assessore di Bartolomeo è giusta, si proceda. Se la si ritiene sbagliata, si bocci, ma con chiarezza per cortesia. Di fronte a queste difficoltà serie delle famiglie, risparmiatevi i comunicati contrapposti. Se potete, agite senza pensare a chi lo ha detto per primo. Senza inutili protagonismi, se possibile.

lunedì 13 aprile 2020

Ma un taglietto alle tasse scolastiche e universitarie c'è?

Uh quant'è bella, quant'è bella la scuola on-line!

Uh come mi piace, come mi piace l'esame a distanza!

Oh, bene, bravi, sette più – come si cantava quel dì.... remoto – ma tra le tante cose promesse dal governo (ed a tutt'oggi rigorosamente mancate) un taglietto alle tasse scolastiche e universitarie c'è?

No, perché voi non lo sapete, ma molte ragazze e ragazzi si pagavano l'università con i lavoretti estivi al semi-grigio. Quelli ormai se li scordano, visto che quest'anno il turismo non ci sarà. Ed allora che fanno, niente scuola e niente lavoro?

E poi, tutti 'sti computer e attrezzi tecnologici a casa per andare.... a scuola, ma chi li paga? Un piccolo sostegno no?

Ed ancora, il personale delle cooperative che prestavano servizi esterni alle scuole, visto che è difficile possano riprendere a lavorare, che faranno? Rimangono in cassa integrazione al 70-80 per cento delle cinque o sei euro l'ora che prendevano o proprio con le gomme a terra in toto? Ci avete pensato?

No, caro Gov.it, cara Regione.it, carissimi sindaci.sceriffi.stellette.puntofate-un-pò-voi, non crediate ci siano solo i ricchi o i garantiti appostati su facebook, tanto a fine mese arriva sul loro conticino il gruzzoletto iper-garantito. C'è anche qualcun d'altro, in giro (in giro, si fa per dire, ovvio) che qualche garanzia forse non l'ha.

Uh quant'è bella, quant'è bella la scuola on-line!

Uh come mi piace, come mi piace l'esame a distanza!

Ho capito! ma chi paga?

sabato 11 aprile 2020

Frammenti davanti al supermercato (ed io ho ritrovato le mutande)

“Quest'anno che stiamo agli arresti a Pasqua c'è il sole...”

“A me è arrivata la rata del mutuo. Anche se me la sospendono, devo pagare gli interessi a vuoto....”

“A mio marito ancora non gli pagano la cassa integrazione...”

“Io ho due figli a casa che mangiano anche se stanno dentro...”

“Ed allora io, con l'attività chiusa, nemmeno le 600 euro mi hanno ancora dato! E chissà pure se riapro...”

“Eppure questo Conte sembra piaccia tanto, lo adorano...!”

“Ma che! non lo può vedere nessuno! E solo la tv e i giornali che lo gonfiano. Ma quelli hanno sempre suonato il violino a tutti: Monti, Renzi, Berlusconi, e oggi lui!”

“Mio figlio lavorava fuori, non so se potrà tornare...”

“Ed il mio che aveva appena cominciato a lavorare? Sta a casa. Mò sclera! La compagna non lavora. Non so cosa farà domani! Come se la fa una famiglia?”

“Qui con i figli che non potranno più emigrare; il lavoro che non c'è; il turismo che quest'anno è finito; non si batte chiodo. Io piango la sera. Non ne posso più!”

Frammenti a metri di distanza. Sfioranti i bavagli. In fila davanti al supermercato. Per fare le provviste per due giorni. Si parla forte, oltre i bavagli. E la distanza. Sentire la gente dal vero è il contrario di quello che si legge su facebook ed in Tv, molto diverso.

È Pasqua. Ed io per fortuna ho ritrovate le mutande che avevo perduto.

giovedì 9 aprile 2020

il punto sui "Buoni spesa" a Roseto

L'assessora Luciana Di Bartolomeo
ROSETO. Questa mattina è stato pubblicato sul sito istituzionale del Comune, un dettagliato provvedimento nel quale si fa chiarezza sui cosiddetti “buoni spesa” approvati dal Governo, attraverso i Comuni, per le esigenze di famiglie in grande difficoltà.

I criteri sono davvero restrittivi. Innanzitutto devono essere persone che hanno perso il lavoro oppure lo hanno fortemente ridotto a causa dell'emergenza e non hanno nessuna forma di pensione. Poi, hanno qualche priorità se vivono in casa in affitto oppure hanno un mutuo da pagare. Priorità che cresce in base al nucleo familiare, ed anche se vi sono disabilità. Un successivo criterio, riguarda poi chi è disoccupato. Ciò posto, il buono spesa varia da 150 euro per chi vive solo, fino a 600 euro per famiglie con cinque o più componenti. Quindi davvero cifre contenute.

Dettagliato tutto questo, il Comune, tramite il proprio ufficio sociale, che tra l'altro vanta una notevole esperienza sul campo, ha esaminato 413 domande, accogliendone 324. Un numero inferiore al budget previsto, per cui si potrebbe ora riaprire il bando, come dice l'assessora Luciana Di Bartolomeo in un comunicato. Anche perché il Comune stesso ha già acquistato circa 745 “blocchetti” contenente ognuno 25 buoni.

Questa dei buoni spesa è quindi una misura davvero assistenziale e molto marginale. Copre appena, infatti, quelle componenti della società già molto deboli e che ora hanno subito un ulteriore stretta. L'impatto di questa crisi sul piano sociale sarà infatti una bomba ad orologeria che si spera non esploda.

martedì 7 aprile 2020

Piccole notizie da un mondo diverso

ROSETO. Anche se ormai l'argomento è solo uno, il mondo di ieri continua, seppur stancamente, a produrre qualcosa. Il Comune di Roseto, ad esempio, in questi giorni sta finendo di pagare la pista ciclabile. Anzi, ha persino anticipato le spese in attesa del rimborso da parte della Regione. Circa 173 mila euro per pagare i compensi ai progettisti (48 mila euro circa), ai tecnci (5 mila euro circa), alla impresa costruttrice per quello che rimaneva (circa 46 mila euro), al consulente incaricato dal Comune, ingegner Pierluigi Caputi (circa 4 mila euro), e così via.

Nel frattempo, il Comune sta anche cercando progettisti – tramite un bando – per alcune opere pubbliche che erano previste da un bel po' di tempo e che intanto bisogna ancor progettare.

Vanno avanti, inoltre, le usuali polemiche politiche sulle tasse locali e qualche botta e risposta ad esempio sul futuribile (nel senso che nessuno sa quando verrà fatto) centro di riuso dei rifiuti dietro lo stadio “Fonte dell'Olmo”, che per la consigliera Rosaria Ciancaione mette a rischio le falde idriche dove attinge la “Rolli” e per l'assessore Nicola Petrini sarà a perfetta tenuta stagna.

Come dire, consolanti notizie dal piccolo mondo di ieri.

domenica 5 aprile 2020

Oggi non sono potuto venire, a portare un fiore


Oggi non sono potuto venire, a portare un fiore. Il cimitero è chiuso. Per evitare “assembramenti”, hanno detto.

Tu sai benissimo che lì assembramenti non ci sono mai stati. Nemmeno nei giorni di festa. Ci vediamo da quattro anni tutte le domeniche e non abbiamo visto mai nessuno. Raramente qualcuno da lontano. Ma oggi è così. Certo, magari si poteva fare diversamente. Magari scaglionare eventuali accessi. Magari si ci è messa pure qualche piccolezza d'altro genere. Non lo so. Ma è così: il Comune ha chiuso per non sentire storie. Se provassi a dire in giro quello che sto dicendo a te, mi direbbero: "Ma sei pazzo, con quello che sta succedendo tu vuoi portare un fiore?"

Devi sapere, infatti, che ultimamente qui sulla terra si è diffuso un brutto male. Ammazza in modo barbaro. Per fortuna non tutti, ma non si può sapere. In troppi ci hanno rimesso la pelle. In modo brutale. Da soli. Strangolati da atroci sofferenze. Qualcosa di irraccontabile.

La gente si è messa una paura matta. Si è chiusa in casa e non esce più. Quei pochi che escono per qualche motivo legittimo, vengono presi quasi a sassate. Se incontri qualcuno per strada si scanza. E tu ti scanzi. Senza saperlo o volerlo, infatti, potresti ammazzarlo ed essere ammazzato a causa di questo virus maledetto.

Siamo diventati un ammasso di molecole in attesa dell'eutanasia. Un ammasso di molecole senza senso. Dobbiamo nascondere i sentimenti. Non ci possiamo toccare, baciare o abbracciare. La pietà è scomparsa prima del virus, come sempre accade in questi casi. Si vive nel terrore. Per molti, per troppi, è stata una eutanasia della vita. Per tanti sarà una eutanasia economica. Per tutti, una eutanasia sociale.

Non sappiamo quando ne usciremo. In un certo senso sono contento che tu sei là. Ti è stato risparmiato di vedere questo strazio. Avete vissuto quando il mondo viveva. Quando, se avevi una malattia ti potevi curare. Oggi, se dovevi essere operato per qualche acciacco grave, non puoi. Se dovevi essere curato per malanni difficili, non puoi. Ci saranno tragedie enormi.

Comunque qui noi stiamo tutti bene, per fortuna. E speriamo di passarla anche questa volta. Anzi, sa che ti dico: andrà tutto bene, non ti preoccupare.

sabato 4 aprile 2020

Per la miseria: è tornata la politica rosetana!

Vanessa Quaranta, presidente associazione "Il Punto"
ROSETO. Ma che gli è successo? Dopo giorni di quarantena, in un sabato di pre-passione pasquale, la politica rosetana è tornata loquace come non mai. Un bacio della fortuna per me poveraccio recluso, che mi abbevero a questi comunicati alla ricerca di un ancora di perduta “normalità”.

Dunque ha cominciato ieri Angelo Marcone, parlando sempre di “buoni spesa” (questo è l'argomento che ha dato il là), auspicando anche la riduzione delle indennità di sindaco e assessori.

Oggi pomeriggio è invece intervenuta l'associazione “Il punto”, ed Alessandro Recchiuti, avendo scovato una locandina del Pd a dir poco di cattivo gusto, che si intesta il merito dei "Buoni spesa" medesimi. Oltretutto questa locandina, involontariamente, mette in mostra quanto poco conti il sindaco, Sabatino di Girolamo, ed ancor meno la brava assessora Luciana Di Bartolomeo, entrambe Pd. A dar retta al marchio, infatti, sembra che politicamente la gestione di questi fondi sia opera di un partito politico, il Pd appunto. Con un sindaco poco poco attento, una cosa del genere avrebbe scatenato le ire di Giove.

Non ho notizie precise al riguardo, ma mi sembra che anche Mario Nugnes ed Ennio Pavone, abbiano (o stiano per dire) la loro, presumo sempre sul medesimo argomento.

Parla invece di rischi per i pozzi idrici che alimentano la “Rolli” un comunicato, arrivato or ora, di Rosaria Ciancaione. L'approvigionamento idrico potrebbe essere inquinato – secondo la consigliera – da un progetto del Comune circa il centro dei rifiuti, che dovrebbe sorgere dietro lo stadio “Fonte dell'Olmo”, proprio dove la "Rolli" preleva.

Che dire: ringrazio per questi dispacci che mi fanno passare l'ennesimo solitario infinito pomeriggio di reclusione domiciliare un po' meno angoscioso.

Vorrei però solo lanciare un sommesso suggerimento: non vi preoccupate, è facile che non avremo mai più elezioni. Rimarremo reclusi o al massimo in semi libertà praticamente per sempre. Se non puoi uscire per far fare pipì al cane, figurati se ti fanno votare! Non è escluso che tutti i sindaci in scadenza vengano prorogati vita natural durante. Eppoi, ammesso ci facciano votare, ma chi ci va con la paura che ci hanno messo a tirar fuori pure il naso dalla finestra?

Comunque continuate così. Comunicate, comunicate, comunicate. Vi voglio bene.

Buoni spesa? Mica tanto

ROSETO. Era chiaro che scoppiasse ed è scoppiata. Come vanno distribuiti i “buoni spesa” per l'emergenza? Spettano ai più bisognosi. Che devono chiederli, facendone loro stessi domanda.

Ma l'Italia è ormai la “Repubblica dei sindaci”. Fanno e disfano come vogliono. Hanno poteri enormi e quelli che non hanno fanno finta di averli lo stesso, specie durante le emergenze. Così si corre il rischio che uno è povero se vive là e non lo è se stà colà. Le opposizioni politiche insinuano il sospetto nei criteri per la scelta. Risorge l'atavico dubbio del clientelismo, che è il marchio di fabbrica di tutta la politica italiana, di qualunque colore.

Eppure, uno si chiede, ma gli uffici delle tasse non sanno tutto di noi? Non conoscono i redditi dichiarati, le case che abbiamo, eccetera? Quindi lo Stato sà, già di suo conosce. Ci sono poi le cosiddette “Isee”, cioè il reddito che tiene conto anche del patrimonio, dei depositi bancari, eccetera. Quante “Isee” si presentano nei Comuni per i vari servizi? Quindi i Comuni, reperendo nei loro archivi informatici le “Isee” già presentate per altri servizi, potrebbero tranquillamente sapere chi è in situazioni critiche e chi no. Esistono poi i servizi sociali, che già seguono situazioni di marginalità e quindi conoscono. E questa è la strada che, essenzialmente, si è scelta a Roseto.

Ma, alla fin fine, c'è sempre la statistica. In Italia, per l'Istat, circa l'11 per cento delle famiglie sono povere. Si può fare una media. A Roseto, seguendo a spanne questo indice dovrebbero esserci un migliaio di famiglie in difficoltà. Lo Stato ha assegnato al Comune 186 mila euro per i “Buoni spesa”. Facendo davvero i conti della serva, come si suol dire, toccherebbero in media meno di 200 euro a famiglia. E per queste 200 euro appena da distribuire si è scatenata la bagarre politica.

venerdì 3 aprile 2020

La commessa

Ma avete osservato le commesse dei pochi negozi rimasti aperti? Delle panetterie, dei piccoli supermercati, delle rivendite di beni di prima necessità? Non tutte, ma ce ne sono alcune di una dolcezza e di una serenità infinita. Gli si legge in faccia la paura. Eppure, dietro quel bavaglio, quel mettere e togliere i guanti, quel lavarsi le mani di continuo, traspare una “umanità” che persiste.

Sono i pochi segni di un mondo che non si ferma. E che dà speranza. La speranza effettiva, forse, la darà la scienza, l'eventuale cura, la ricerca sui farmaci. Ma la scienza è spesso burbera, supponente, vanagloriosa. Quel tocco di umanità che propana invece in queste ragazze che si proteggono come possono; che confidano nella forza dell'età; cui magari fa anche piacere incontrare qualche anima viva, scambiare una chiacchira, vedere altri “umani” pur senza toccarli; ecco, questo la scienza non potrà mai darlo.

D'accordo, ho una mentalità poco scientifica. “Tu chiamale se vuoi, emozioni...”, diceva una canzone che non ricordo.

giovedì 2 aprile 2020

"La tessera del pane"

ROSETO. Una fila rarefatta. Su una piazza assolata. All'aperto e distanti. Tutto sommato poche persone, alle ore 10:00, davanti al Comune di Roseto. Per la domanda dei “buoni pasto”. La maggior parte, presumo, usarà i canali e-mail.

Come durante una guerra. La bocca tappata. I volti tristissimi. Una primavera che non è nei cuori. Infinita tristezza. Eppure fiducia, in taluni, che ne verremo fuori. Si, ma quando? è la domanda.

Il bel tempo, almeno, favorisce almeno chi deve portare la spesa a domicilio. Farlo durante la pioggia è un delirio. Vedo le ragazze ed i ragazzi del supermercato “Coal” di Roseto: sempre sorridenti, nonostante tutto. Prendi l'ordine; esaudisci le richieste (a volte sorprendenti); carica la macchina; parti, riparti. E ricomincia un'altra giornata che non passa, non finisce.

La vita passa in un minuto, ma le ore durano una vita. Per chi ce l'ha ancora, una vita. “Ora ci dicono il 14 aprile, sussurra una anziana; ma il 14 riapriranno appena qualche attività: per noi non cambierà nulla. Noi resteremo ancora dentro”. E sulle guance cade una lacrima che finisce sul bavaglio.

mercoledì 1 aprile 2020

La donna delle pulizie

Questa mattina ho scorto una donna. Ne giovane né anziana. Era sola. Guidava un furgoncino con delle scritte sulle fiancate. Si è fermata sotto un portone. È scesa. Ha aperto il portellone: era pieno di scope, secchi, detergenti, strumenti per le pulizie.

Aveva la mascherina sulla bocca. Pesanti guanti. Tuta di tela. Era tutta bardata. Si è scaricato il carrello...

L'ho pensata da sola. Mentre ansimava su quelle scale. Con qualche persona che radamente passava schivandola; forse schifandola come potenziale untrice. Ho immaginato il respirare sotto il bavaglio mentre la fatica stringe i polsi. Ho creduto di vedere i suoi occhi tristi; i suoi pensieri in cattività. È già difficile lavorare in condizioni per così dir normali, figurarsi oggi. La fatica è bella solo per chi non la conosce. Il lavoro è, tranne rari fortunati casi, sempre una condanna. Oggi doppia.

Ho visto questa Donna. Ed ho pensato: lei di certo non partecipa ai tribunali facebook. Forse non ha nemmeno tempo di andarci, su facebook