E lasciamo stare le prese di posizione politica, inevitabili in tal caso.
La responsabilità (politica) del sindaco e di tutti coloro che gli vanno dietro è, a sommesso avviso di queste righe, un'altra: quella di non avere una politica di sociale di reale inclusione, ma una politica di "selfie".
È quella di non far nulla, in concreto, per l'integrazione, ma soltanto una retorica della "gentilezza".
È quella di perseguire solo e soltanto una politica di apparenze e, in parallelo, una politica urbanistica devastante, un disinteresse sostanziale per i problemi del lavoro, della casa e quant'altro.
È questa la sua responsabilità politica. Che non riguarda l'episodio specifico, ma appunto il "contesto". E questa sua responsabilità va equamente ripartita con tutta la sua maggioranza e con il cosiddetto mondo della "cultura" e dell'associazionismo, che non gli risparmia applausi e co-selfie.
Purtroppo, la realtà a volte presenta il conto. E speriamo, speriamo davvero, sia un caso isolato ed irripetibile.
Speriamolo per il bene di tutti.
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