Pare infatti che nei pacchetti turistici d'un certo tipo, non possa mancare ormai anche una cena almeno in un ristorante schick nell'arco dell'usuale settimana di vacanza. Nel nome dell'enogastronomia e della filiera del buon cibo, che pare ormai conquistare tutti.
Ma in sala, in attesa dei relatori, è il "semaforo" del traforo del Gran Sasso a tener banco. Una studentessa dice alla sua amica: "Volevo fare la pendolare, mi ero già informata per i bus, ma il gioco non vale la candela". E l'amica: "Ma no, prendi un appartamentino qui... sai (e fa il nome) ne ha affittato uno bellino bellino, c'è pure un giardinetto, così puoi portare Clio"; che poi sarebbe un gatto come svelano le due future dottoresse subito dopo.
Comunque anche i relatori lamentano i disagi del viaggio autostradale. "Certo - dice uno di loro - in Abruzzo non puoi venire in treno perché non ci sono quelli veloci, l'aeroporto è quello che è, adesso pure le autostrade..."
Ma le proteste accademiche sono sempre molto ovattate. Il mondo dell'accademia e quello della politica sono quantomai cugini stretti, per antonomasia non conflittuali.
Comunque i politici invitati per i messaggi di saluto non si sono fatti vedere. Non credo per evitare le lamentele sul traforo, che temo li lascino del tutto indifferenti quanto, forse, perchè impegnati a Pescara con i "grandi della terra" del G7 e con i relativi pandori griffati a far gli onori di casa, vale a dire dell'Abruzzo degli arrosticini e dell'arte culinaria.
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