martedì 23 gennaio 2024

Non ci si annoia, comunque

In questo strano mondo, succedon cose che voi umani... Peschiamo a caso. Dalle recenti cronache.

Dunque capita, ad esempio, che ai solerti “legislatori” abruzzesi pare esser sfuggito un particolare. Nel varare la nuova legge urbanistica, infatti, sembra avessero dimenticato di “salvare” le aree di espansione già previste dai Sindaci. Mettendo così a rischio i relativi metri-cubi edilizi ivi sorgenti. Di questa inaudita dimenticanza, che avrebbe addirittura portato alla rivoluzionaria retrocessione agricola delle aree edificabili, si sono accorti – prima dei sindaci – i tecnici del settore. I quali si sono allarmati al punto da protestare con un loro specifico comunicato-stampa, per poi riunirsi a convegno onde scongiurare il... pericolo!

Naturalmente i “legislatori” abruzzesi pare li abbiano ben ringraziati della richiesta di correzione che – al momento in cui scriviamo – non sappiamo se hanno già fatto o si apprestano a fare. Perché noi il consumo di-suolo-zero lo amiamo, ma solo se rimane sulla carta. Al massimo potremo consentirlo dopo che avremo consumato tutto il suolo che abbiamo, ovvero quando non ce ne sarà più. Allora, forse, anche i tecnici lo troveranno praticabile.

Del resto, è davvero curiosa cosa questa che un consiglio regionale abbia a riunirsi per correggere leggi (evidentemente sbagliate) che ha appena approvato. Una volta si diceva che la legge non ammette ignoranza (di chi è costretto a subirla), ma pare consenta errori di chi invece ha il potere d'imporla agli altri.

Sempre scivolando in tema di leggi, ma in questo caso elettorali, singolare il caso di Atri. Lì bisogna ripetere la partita (elettorale). Malgrado i festeggiamenti di chi aveva vinto le elezioni per appena 11 (diconsi undici) voti in più, ma aveva immeditamente rimproverato gli avversari di non saper perdere. E nonostante le sicurezze di chi aveva esultato per il verdetto favorevole in prima istanza, giudicando subito inutili i ricorsi sull'esito del voto. Senonché un'altro giudice (di Stato) pare aver scovato una scheda di troppo. Ed ha fischiato il fallo (elettorale). Magari un po' di prudenza nelle dichiarazioni avrebbe almeno evitato certe sicumere politiche.

Ma oggi la politica, specie nei piccoli centri di provincia, questo è. A Roseto, ad esempio, è un continuo scaricabarile. Da 27 mesi, chi ha vinto (ed amministra) accusa quotidianamente chi ha perso (e non amministra) di tutte le cose che non vanno. Tanto che sembra che la città, in 160 anni di storia, abbia avuto solo due sindaci super-eroi, intervallati da un sindaco che avrebbe combinato solo disastri, mentre tutti gli altri sarebbero stati appena delle parentesi della storia. Il bello è che i due sindaci che si autodefiniscono superlativi, lo fanno ognuno su sé medesimo, per cui non si capisce se è più superlativo il primo od il secondo.

L'importante però, è che il “popolo” sappia che prima di loro c'era una specie di deserto dei tartari ed, arrivati loro, l'aere s'è profumata di... fiori e rose. L'unico dubbio, se siano rose rosse, azzurre o di tutti i colori.

Poveri noi!

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