giovedì 23 novembre 2023

La dottrina sociale della chiesa in versione attuale


S.Omero (Te). Eppoi, in uno di quei pomeriggi d'edizione breve autunnale, avendone avuto notizia, ecco venirti di curiosità un giretto in S.Omero, in quella Val Vibrata un tempo fertile serbatoio d'imprenditoria teramana. Nella cui cui sala polifunzionale, fresca di vernice essendo in esercizio da tre anni appena, parlasi di dottrina sociale della chiesa (per la precisione del titolo vedere immagine qui riprodotta). Argomento codesto, per chi ha il pelo grigio come lo scrivente, di reminiscenze giovanili, quando quasi per antonomasia veniva considerata un pò di sinistra e assai mal dirigerita dagli ambienti più conservatori della DC in quanto tacciata latamente di “comunismo”.

Ed invece era una via molto intelligente di lettura direi “cristiana” della realtà. Per cui sollecita vedere come s'è adattata ai tempi così enormemente mutati. E la curiosità, devo dire, è stata ben ripagata. In quanto l'incontro è stato di livello, con le categorie sociali tipo confindustria locale, confartigianato locale, coldiretti locale e così via e la presenza attenta e partecipe del vescovo di Teramo, monsignor Lorenzo Leuzzi.

E così si è spaziato dai trattori “intelligenti” che mappano la campagna da arare a mò di navicella spaziale a rendere l'agricoltura quattro-punto-qualcosa, alla difficoltà del credito per la piccola imprenditoria, alle nuove forme solidaristiche dei movimenti cristiani che vivono una inedita stagione “imprenditoriale” a mezzo secolo dalla loro fondazione. Ma l'intervento per certi versi decisivo è venuto da una imprenditrice di successo, cattolica e donna, erede di una casa vinicola di prim'ordine come le “Cantine Pepe”, ovvero la signora Daniela Pepe.

La quale ha declinato in maniera aggiornata quello che può essere il rapporto tra fede & ragione, o per meglio dire come un'azienda quando è attenta ai tempi, produce ecologico, bada alla qualità, può far ottimi profitti ed offrire lavoro qualificato. Perché se c'è il guadagno tutti stanno meglio – ha detto la signora Pepe – imprenditori e lavoratori. Nel suo caso lavoratori spesso giovani e motivati, magari reduci da stage all'estero, che hanno capito i gusti del mercato e sanno approfittare degli incentivi per una agricoltura all'avanguardia. Di qui l'ottimismo della signora Pepe, la quale si ispira ad una filosofia interessante: occupati di quello che puoi fare e puoi cambiare, perché se assorbi tutte le negatività che ti propinano i mezzi d'informazione, sulle quali nulla puoi, ti deprimi solamente.

Il che fa concludere al vescovo Leuzzi che “la società di oggi non spinge ad essere protagonisti, imprenditori di sé stessi, ma passivi oggetto di consumo” e magari vittime predestinate dell'intelligenza artificiale.

Insomma, nemmeno la dottrina sociale della chiesa sa più molto bene come interpretar la storia, ma ha dalla sua una strategia infallibile: ascolta, scruta e cerca di capire. In fondo cos'altro ci sarebbe da fare in questo mondo periglioso, ma anche pieno d'opportunità a saperle cogliere? Ecco, la signora Pepe sa come coglierle. Ma si deve dire: non tutti i casi sono uguali. Anche se – assicura lei – le esperienze buone ci sono, solo che nessuno le racconta. E speriamo sia vero, chiaramente.

P.s.: il caffé offerto in conclusione dal sindaco di S.Omero era davvero turbo: buonissimo!

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