Vanessa Quaranta e Teresa Ginoble |
Il senso dell'operazione, si diceva. Per cercare di recuperare un fare politica che oggi è purtroppo perduto in città. Una politica che non sia scontro, cioè, ma confronto sulle cose. Non sia un “l'ho detto io e tanto basta”, ma dialogo. Non sia estremismo-social, ma moderazione. Non sia arroganza, ma rapporti umani. Non sia cattiveria politica, ma considerazione delle esigenze delle persone.
E con questo spirito "SiAmo" vuol guardare anzitutto all'urbanistica, cioè all'arte di costruir-bella la città, senza “muri a mare”. Guardare al sociale, per aiutare chi ha bisogno, non per soddisfare le aride cifre dei bilanci. Guardare alle manutenzioni e non “all'aria di disinteresse” che SiAmo riscontra ad esempio nella cura del verde pubblico. Guardare ai parcheggi, acquisendo l'area delle ferrovie come era stabilito qualche anno fa e non ripensarci magari lasciando che vada in mani private.
Ed ancora, togliendola qualche barriera architettonica, invece di assistere ad altre che si creano per le sconnessioni nei marciapiedi non riparate. Recuperando all'antico splendore la biblioteca civica e attuando davvero delle politiche per i giovani e non per i “Tavoli” più o meno istituzionalizzati.
Insomma, “SiAmo” nel verso di una comunità tranquilla ed operosa e non di un arido contrapporsi quotidiano tra un noi ed un voi, mentre la città assiste a cosiddette “piazze a mare” aliene alla memoria storica dei luoghi e strade che dovrebbero collegarla all'interno (ad esempio in località "Coste Lanciano") dove in cinque mesi di chiusura al traffico si vede appena qualche muretto di contenimento e niente più. “SiAmo”, allora, quasi un'altra Roseto, che mira alle persone nel loro essere e non all'astrazione social-mediatica con cui si cerca di sostituirne bisogni, ansie, legittime aspettative per il futuro.
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